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Neuer e Jasin: per sempre, i numeri 1

Immaginate di essere dentro ad una macchina del tempo, ma il tempo stesso non c’è, si è fermato. Due stori e da raccontare, due campioni dello sport a confronto, il passato ed il presente si uniscono in un unico racconto. Tutto questo, e molto altro, in “Ritorno al futuro”, la nuova rubrica del mercoledì di SportCafe24.
Il calcio è uno sport collettivo in cui il movimento e la tecnica la fanno da padrone, ma è vero anche il contrario perchè nel caso del portiere, solitario e un po’ maledetto come gli eroi degli spaghetti western, contano soprattutto il fisico e i nervi saldi: Neuer e Jasin, due giganti, due GRANDI estremi difensori, che in qualche maniera hanno rivoluzionato e hanno alzato ulteriormente l’asticella della difficoltà di quello che forse è il ruolo più complesso di questo pazzo e bellissimo gioco, eccoli qua.
MANUEL NEUER, ETERNO NUMERO 1 – Se riuscite a trovare un altro portiere in grado di essere contemporaneamente estremo difensore e primo regista della squadra, complimenti a voi: è vero, c’è stato quel pirata di Higuita che faceva uscite fino alla metà campo e parava facendo la mossa dello scorpione, ma in questo tedescone dalla faccia buona c’è molto di più, c’è la consapevolezza di avere i migliori piedi, la miglior struttura fisica e probabilmente i migliori riflessi del mondo, c’è la follia e c’è il talento, una quantità industriale di talento. Figlio della Ruhr e tifoso sfegatato dello Schalke 04, a 25 anni lascia la Renania per trasferirsi in Baviera, dove ad attenderlo ci sono la spocchia di Beckenbauer e il Bayern Monaco, la squadra teutonica per eccellenza. In poco tempo diventa una delle sicurezza dei “Rossi”, nonostante lo scetticismo delle frange più estreme del tifo organizzato, recitando un ruolo da protagonista nelle ultime leggendarie stagioni dei 24 volte campioni di Germania, compresa la fantastica annata 2012-2013, quella del “triplete”, dove Manuel raggiunge livelli di eccellenza che finora nessun portiere in attività è riuscito ad eguagliare, compresa sua maestà Gigi Buffon, l’idolo di gioventù di Neuer. In Nazionale non è stato da meno: sull’ultimo Mondiale brasiliano conquistato dai ragazzi di Low campeggia lo zampino del numero 1 di Gelsenkirchen, cosa che ne ha fatto un serissimo candidato al premio più ambito da ogni calciatore, il Pallone d’oro, che quasi sicuramente non vincerà perchè in lizza c’è anche un certo Cristiano Ronaldo , ma che ciò non di meno meriterebbe, lui, l’insuperabile muraglia, l’uomo chiamato “superman”.
LEV JASIN, IL COLOSSO D’ORO – Prima di Neuer, Buffon, Schmeichel e Zoff, ci fu Lev Jasin, “il ragno nero” : in 326 partite con la Dinamo Mosca e 74 con l’URSS , lasciò per ben 207 volte la sua porta inviolata, parando 83 rigori venendo insignito dell’Ordine di Lenin, una delle massime onorificenze dell’ex Unione Sovietica. Wow. Basterebbero questi numeri per far rabbrividire ogni bomber, ma c’è molto di più: negli anni ’50 essere alti 189 cm voleva dire essere considerati dei semi-dei, soprattutto se si “indossava” un’indistruttibile armatura di muscoli e con lo sguardo si poteva incenerire anche il più acerrimo degli avversari. Jasin a 12 anni affinò i propri riflessi afferrando al volo i bulloni che gli lanciavano in fabbrica (SI, da ragazzino Lev lavorava in fabbrica) e i cocomeri che i militari gli scagliavano dai camion in corsa, poi scalzò dalla porta della Dinamo il mitico Aleksej Chomic, “la Tigre“, e infine divenne leggenda regalando un Campionato Europeo e un Oro olimpico alla sua nazionale, conquistando l’ambitissimo Pallone d’Oro (primo e finora unico portiere della storia ad essere riuscito nell’impresa). Faceva paura, letteralmente, basti sapere che fece alzare le sopracciglia perfino all’impavido Gigi Riva durante un’amichevole estiva. L’unico che è riuscito a batterlo è stato il cancro allo stomaco che nel 1990 se l’è portato via, ma Lev Jasin, rappresentazione perfetta di un’intera epoca storica del suo paese e sinonimo di eccellenza sportiva, non morirà mai veramente, non finchè ci sarà qualche ragazzo che si schiererà ben volentieri a difesa dei pali, convinto di poter essere imbattibile, un po’ come “il ragno nero”.
Jacopo Bertone (@JackSpartan92)
