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Nba, il quintetto della notte: i grandi steccano, largo ai comprimari

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Wes Johnson, inserito nel quintetto della notte Nba.

Come ogni giorno, riviviamo le emozioni dell’ultima notte di partite sui parquet dell’Nba, e costruiamo il quintetto dei sogni. Deludono molti big, anche  se la sfida tra Spurs e Cavs presagiva grande spettacolo, così a finire in quintetto sono alcuni comprimari, capaci di ritagliarsi, almeno per una serata, un ruolo da protagonista. Scopriamoli insieme.

Kevin Martin, Minnesota Timberwolves.

Kevin Martin, Minnesota Timberwolves.

TERRENCE ROSS (RAPTORS) – I Toronto Raptors omaggiano Vince Carter con video e musica, ma poi le suonano a lui e ai suoi Memphis Grizzlies dalla palla a due in poi. I canadesi sono sempre meno una sorpresa e sempre più una certezza nel mare incerto della Eastern Conference, e il merito è anche di Ross, che con un ultimo quarto da urlo (14 punti, 3/3 dall’arco) trascina i suoi alla rimonta, dopo che i titolari di Memphis (falcidiata dalle assenze) erano riusciti a tenere avanti i Grizzlies. Raptors sul 9-2, e la stagione assomiglia ogni giorno che passa a una dolcissima discesa.

ERIC BLEDSOE (SUNS) – Farlo una volta può essere un caso, ma se ti ripeti allora significa che c’è dell’altro. Per la seconda volta consecutiva Bledsoe segna i punti decisivi per la vittoria di Phoenix allo scadere, togliendo la franchigia dell’Arizona dall’imbarazzo. I Suns rischiano di buttare via il successo negli ultimi 2 minuti di gioco, prima che il buon Eric – vestiti i panni del salvatore della patria – non tolga castagne e pallone dal fuoco. A farne le spese questa volta sono i Detroit Pistons, ai quali non basta un buon Jennings per completare la rimonta.

KEVIN MARTIN (MINNESOTA) – Mano calda Kevin è in stato di grazia, e lo dimostra ancora una volta seppellendo di triple (7/11 dall’arco) i malcapitati New York Knicks. I 37 punti finali sono la ciliegina su una torta dolcissima, confezionata in una serata che sarebbe potuta andare molto diversamente, viste le assenze contemporanee di gente come Rubio e Pekovic. I T-Wolves invece rialzano la testa, condannando i newyorchesi ad un’altra notte da dimenticare.

WES JOHNSON (LAKERS) – Verissimo, a Houston mancava Howard, ma la quantità di talento dei texani sarebbe dovuta comunque bastare per avere la meglio sui poveri Lakers di questa stagione. Invece, i gialloviola ottengono il primo scalpo prezioso di questa annata, grazie a Kobe (anche se la precisione al tiro sembra rimasta allo Staples) e a Johnson, che nel finale costruisce da solo 5 punti in 2 azioni fondamentali, dove a spiccare è la rubata dalle barbute mani di James Harden. Lo spirito sembra cambiato in casa Lakers, staremo a vedere.

SERGE IBAKA (THUNDER) – Chiamatelo Serge il guerriero. Lotta contro Denver per tenere a galla Okc, ma i suoi sforzi vengono vanificati da un contesto che, privo delle sue Superstar, sta scivolando inesorabilmente nell’anonimato. Cercasi Durant disperatamente in Oklahoma, ma se questi Thunder riusciranno a dire la loro in stagione il merito andrà anche allo spagnolo.

Venticinquenne milanese, amante dello Sport con la passione per la scrittura. Coordinatore per SportCafe24, responsabile della sezione Basket. Neolaureato in Comunicazione e Psicologia.

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