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Bologna: tranquillità, questa sconosciuta. Alla scoperta della squadra di Lopez
Pubblicato
7 anni fa|
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Manlio Mattaccini
In Serie B quest’anno si contano 14 scudetti. Sette appartengono alla bacheca del Bologna, per dare lustro al campionato cadetto 2014/15. I tifosi emiliani, a dir la verità, ne avrebbero fatto volentieri a meno. Ma spesso, per tornare a spiccare il volo bisogna tornare più in basso. Con questa speranza, il Bologna affronta l’appena iniziata stagione col piglio di chi sa che, per tornare a respirare aria di A, bisogna faticare e non poco. Come se non bastasse, l’attenzione oltre al campo è destinata agli intrecci che presto potrebbero portare il presidente Guaraldi a cedere definitivamente lo scettro. Inutile dire che l’incertezza del futuro non giova alla squadra, alle prese con un inizio di campionato piuttosto difficile, com’è spesso nella prassi delle neo retrocesse.
PRIMO OBIETTIVO: STABILITA’ – La “Bulgarelli”, covo storico del tifo rossoblù, non ne può più. Dalla presidenza Gazzoni Frascara, (coincisa con un’era piuttosto brillante condita da una semifinale Uefa nel ’99 e l’avvento per una stagione di Roby Baggio), i terremoti nelle scrivanie societarie sono stati fin troppo frequenti. Addirittura nell’autunno 2010 la società vide lo spauracchio del fallimento: lo sventato default causa l’intervento di Zanetti prima e di Guaraldi poi sembrava aver riportato il sereno nella città delle “due Torri”. Una tregua fin troppo effimera che ha portato i felsinei, con le casse a secco, ad aprire una nuova pagina negativa della propria storia con la retrocessione sancita a maggio. Joe Tacopina, da molti visto come “l’uomo della provvidenza”, prima ancora di mettere i denari sul piatto dovrebbe chiedersi, per il bene della squadra e del calcio italiano: “Sono io la persona adatta a rilanciare il Bologna?”.
ANNO NUOVO, SERIE NUOVA – Dalla penultima retrocessione (a dir la verità ancor più sorprendente, spareggio perso col Parma) a quella attuale sancita con la sconfitta ad opera del Catania, sono passati nove anni. I supporters rossoblù hanno dovuto attendere tre stagioni, il 2008, prima di poter festeggiare con i giocatori in Piazza Maggiore la promozione in A. Un purgatorio piuttosto lungo, per una realtà simile, ad indicare che la nuova realtà cadetta, se non affrontata col giusto piglio, può diventare una sabbia mobile dalla quale è difficile districarsi. L’organico allestito per questo lungo cammino si è molto rinnovato, perdendo sia pezzi pregiati (Kone), ma anche liberandosi di flop clamorosi (vedi Cristaldo). Sulla panchina oggi siede il tecnico uruguaiano Diego Lopez, alla prima esperienza lontano dalla “sua” Cagliari; un’avventura ricca di alti e bassi, ma in Emilia il neo allenatore potrà avere la chance di dimostrare il suo valore, se gli verrà dato tempo a sufficienza. Segnaliamo tre rinforzi, a nostro avviso determinanti per rendere il Bologna protagonista: l’arrivo dell’esperto difensore Maietta (con lui l’Hellas Verona ha scalato dalla Lega Pro alla Serie A), il centrocampista Zuculini, ex bimbo prodigio con un passato da meteora al Genoa e il bomber Cacia, da sempre dispensatore di reti in cadetteria, con già all’attivo due gol segnati nei primi due confronti contro Perugia ed Entella.
PRONOSTICO: ZONA PLAY OFF – I bookmakers, già prima dell’inizio stagione, indicavano la formazione felsinea immediatamente a ridosso delle grandi favorite della vigilia (Catania e Bari). Noi ci sentiamo di seguire questa via, immaginando un Bologna che nel giro di qualche settimana ritrovi il passo giusto, dopo un inizio zoppicante, e mantenga un ritmo che porterà Lopez e soci a fare gli “straordinari” a fine campionato, magari partendo da una posizione di riguardo. Le influenze societarie peseranno: anche se la B è un torneo “strano”, è difficile immaginare una mancata qualificazione ai play-off.
Manlio Mattaccini
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