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Germania-Italia: Balotelli, Pirlo e Prandelli super! E la Spagna non ci fa più paura! L’analisi tattica
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9 anni fa|

VARSAVIA, 29 GIUGNO – Qualcosa di molto simile alla partita perfetta. Questa è l’estrema sintesi della vittoria che consacra gli Azzurri nell’Olimpo del calcio Europeo, una vittoria di cuore, di testa, ma soprattutto di preparazione tattica. Qualcosa di ancor più simile alla perfezione è stata la preparazione della gara da parte del nostre tecnico, Cesare Prandelli, capace di costringere una delle squadre più forti ed in forma del Mondo alla prestazione più deludente e disastrosa degli ultimi 4 anni. Prandelli, oggi, è il segreto della nostra vittoria e della strabiliante crescita tecnico-tattica che abbiamo vissuto nelle ultime apparizioni tra Spagna, Inghilterra e Germania. Noi non abbiamo risparmiato le critiche al mister dopo gli errori commessi contro la Croazia e l’Irlanda, ma oggi non possiamo che toglierci il cappello e celebrare le capacità di un uomo e soprattutto di un grande allenatore di calcio.
APPLAUSI, ENTRA L’ITALIA – La nostra vittoria, Prandelli, la costruisce nel pre-partita: la Germania ha modulo e disposizione tattica ormai stabile e facilmente pronosticabile ed il nostro tecnico comprende straordinariamente bene che il 4-3-1-2 presentato contro l‘Inghilterra non potrebbe funzionare contro gli esterni offensivi tedeschi, supportati dalla spinta dei terzini Lahm e Boateng. Prandelli trova la soluzione che nessuno si aspetta, costruendo un centrocampo inedito, formato da un esterno destro atipico, Marchisio, da due centrali fenomenali, De Rossi e Pirlo e da una mezzala sinistra che tende verso la il centro del campo, Montolivo. Il tecnico tedesco Low decide, contestualmente, di suicidarsi tatticamente, eliminando dalla zona nevralgica il pericolo n.1 Ozil che, defilato sulla destra, risulta l’inno all’inutilità. De Rossi ha così vita facile nel recupero palla nella zona mediana e Pirlo è sempre completamente libero di costruire il gioco splendidamente, spostato 10 metri più avanti rispetto alle partite precedenti.
LA TRAPPOLA AZZURRA – Montolivo, a sorpresa, partendo dalla sinistra, stringe ripetutamente verso i centrocampisti centrali tedeschi, incapaci di tessere trame di gioco di senso compiuto. La disposizione azzurra sembra avere una falla: la fascia destra tedesca spinge con Jerome Boateng e sembra mettere in difficoltà il binario sinistro azzurro, sprovvisto di un vero esterno. La realtà è che la libertà di Boateng è una straordinaria trappola tattica: il terzino tedesco, infatti, viene stoppato da un Chiellini bloccato in fase difensiva e costretto a cross innocui dalla trequarti, facili preda dei due monumentali centrali azzurri. Ma la spinta di Boateng lascia autostrade sulla sinistra ad un Cassano ispiratissimo e straordinario nel scoprire profondità che altri nemmeno immaginano, costringendo Hummels ad abbandonare il centro della difesa per chiudere sul fantasista barese. Al centro della retroguardia tedesca si forma quindi un 1 contro 1 fra Balotelli e Badstuber, anello debole ormai da un lustro della linea difensiva teutonica, da cui il nostro SuperMario non può che uscire vincitore. Così nasce il primo goal italiano: una magia di Fantantonio e contro-movimento spiazzante della punta azzurra che non deve far altro che spingere di testa il pallone verso la porta avversaria.
DEMOLIZIONE IN CORSO – La Germania che chiude in svantaggio di due reti la prima frazione di gioco è l’ombra di se stessa, annichilita da un’Italia tatticamente fantastica. Mai visti i tedeschi così in difficoltà. Una gioia immensa per tutti quei tifosi italiani che da tempo sognavano una nazionale che sapesse vincere giocando bene. Il secondo tempo potrebbe vedere la goleada azzurra, se i nostri non sbagliassero anche l’impossibile. Ma noi ci siamo e siamo finalmente in finale, a 6 anni dalla magica estate tedesca, torniamo a giocarci un traguardo incredibile, nemmeno immaginabile solo 2 anni fa, quando la “tragedia sportiva” consumatasi in Sudafrica aveva scosso il calcio italiano.
SENZA PAURA – Domenica sera saremo a Kiev, e saremo lì per vincere, per battere gli spagnoli campioni di tutto e rompere il loro appuntamento con la storia. Avremo un Balotelli capace di spaccare la porta con i suoi missili, avremo un Pirlo finalmente candidato al Pallone d’Oro che si merita ormai da troppi anni, avremo un De Rossi e un Marchisio dotati di 8 polmoni ciascuno e avremo una difesa insuperabile, coronata dal -diciamolo pure- miglior portiere di tutti i tempi, San Gigi Buffon. Ma avremo soprattutto il nostro cuore azzurro e i ricordi di quella Berlino mai così bella come nel 2006. E, non dimentichiamocelo, avremo un mister capace di comprendere i propri errori, tornare sui propri passi, cambiare e correggere la propria squadra fino a regalarci un’Italia, finalmente, da sogno.
A cura di Angelo Chilla
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