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Football

Euro 2012, Portogallo-Spagna 0-0 (2-4 dcr) – Le pagelle di SportCafe24

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 PORTOGALLO

RUI PATRICIO 7 – Salva da campione su Iniesta nei supplementari, para alla grandissima il rigore di Xabi Alonso. E’ un peccato che proprio nell’anno in cui ha finalmente trovato un portiere degno di questo nome il Portogallo non abbia centrato la finale. Ma almeno con Patricio, che è giovane e forte, c’è la certezza di poter costruire un futuro su basi più solide tra i pali.

JOAO PEREIRA 7 – Impeccabile in fase difensiva. Non sbaglia una virgola, e non era facile contro Iniesta e soci. Conclude alla grande un Europeo giocato ad altissimi livelli.

PEPE 7 (IL MIGLIORE) – Monumentale come di consueto, annulla Negredo – anche se non era un’impresa impossibile – e tiene a debita distanza Fabregas. Sul rigore beffa Casillas sfoderando un tiro di grande precisione.

BRUNO ALVES 6,5 – Gioca d’anticipo sugli avanti spagnoli e li tiene a bada con autorevolezza. Poi però sbaglia il rigore decisivo, calciato con una violenza che è direttamente proporzionale alla sua paura di sbagliare. Risultato: traversa. E tutti a casa.

FABIO COENTRAO 6 – Piccolo passo indietro rispetto alle ultime uscite, ma in fase di contenimento è bravo a gestire gli assalti spagnoli.

JOAO MOUTINHO 6 – Tiene testa ai mostri spagnoli con la solita personalità. Smista gioco a getto continuo, ma stavolta non gli riesce l’intuizione vincente, l’assist illuminante per pescare l’attaccante di turno e mandarlo in porta. Sul rigore non è lui a sbagliare, ma Casillas a fare il Casillas.

VELOSO 7 – Cerniera di centrocampo straordinaria, spegne sul nascere le idee dei genietti ispanici che vengono disinnescati regolarmente. Gioca con una determinazione mai vista e non fa mancare il proprio apporto in fase di costruzione. L’Europeo restituisce al Genoa un calciatore di caratura internazionale. Dal 105′ CUSTODIO sv

RAUL MEIRELES 6,5 – Grande dinamismo, corre per 4 e la qualità delle giocate in qualche modo ne risente. Ma i tre del centrocampo vivono un rapporto d’interdipendenza reciproca: senza l’uno, gli altri due non girano alla perfezione. Considerata nel complesso la prova di Meireles è encomiabile: i ricami li lascia agli altri, lui pensa alla quantità. Dal 111′ VARELA sv

NANI 6 – Non spacca mai la partita, lui che ne avrebbe le qualità, ma qualche grattacapo ai difensori spagnoli lo procura. Rapidità di movimento allucinante, anche se tirando le somme in realtà la sostanza è poca. Bravo a prendersi la responsabilità di anticipare il proprio rigore per mettere Bruno Alves nelle condizioni di ricevere meno pressione: qualcuno forse avrebbe dovuto prendere esempio…

HUGO ALMEIDA 5 – Fa a sportellate con Pique che nel complesso lo doma in lungo ed in largo. Quando si trova il pallone tra i piedi in posizione favorevole per il tiro, calcia alle stelle. Not very well. Dall’80’ NELSON 5 – Non aggiunge niente.

CRISTIANO RONALDO 5 – Chiariamo subito: la sua prova, se dovesse essere calibrata su parametri riferibili ad un giocatore normale, sarebbe pure da 6,5. Ma lui è Cristiano Ronaldo e deve fare la differenza. Non si carica la squadra sulle spalle, non dà mai l’impressione di poter sfoderare il coniglio dal cilindro. Davanti alla porta s’incarta un paio di volte, frenato dalla paura di vincere. Quella stessa paura che lo blocca ai calci di rigore: designato come quinto, avrebbe la possibilità di cambiare la storia del match anticipando Bruno Alves e lasciandogli l’ultimo tiro dal dischetto. Ed invece rimane li immobile, a sperare. E poi si dispera, inerme, senza nemmeno la possibilità di dire la sua nella lotteria dei penalties. Ma se l’è cercata lui.

All. PAULO BENTO 7 – “Che noia!” pensava ieri la metà del globo incollata alla tv per godersi il teorico spettacolo di Portogallo-Spagna. Avevano tutti ragione: lo spettacolo non c’è stato ed il “merito” è soltanto di un uomo. Paulo Bento è riuscito a fare qualcosa di straordinario: limitare in tutto e per tutto la Spagna campione di tutto. Il Portogallo si chiudeva benissimo e trovava spazio per le ripartenze, peccato che poi là davanti non ci sia un cannoniere vero. La lotteria dei rigori lo tradisce, ma l’allenatore dei rossoverdi ha dimostrato di essere un grande motivatore e soprattutto un abilissimo tattico. Sarà per la prossima volta: con lui in panchina il popolo lusitano può sperare in serate migliori di questa.

SPAGNA

CASILLAS 7 – Poco impegnato durante la gara, neutralizza alla grande il rigore di Moutinho ed ipnotizza Bruno Alves che impaurito tira un bolide che va ad infrangersi sulla traversa. E’ il miglior portiere dell’Europeo assieme a Buffon.

ARBELOA 5,5 – Un gran tiro che termina di poco alto ad inizio partita, da quel momento in poi limita le avanzate perchè dalle sue parti spinge Cristiano Ronaldo. Lo limita affannosamente e qualche volta gli sfugge: cosi cosi, in passato si è reso protagonista di serate più brillanti.

PIQUE 6,5 – Annulla Almeida senza problemi, imposta l’azione con la consueta classe e segna pure il rigore.

SERGIO RAMOS 6,5 – Nel suo vocabolario sembra non esistere più la parola “sbavatura”: ovunque lo metti rende al massimo. Ottimo in fase di copertura, prova a rendersi pericoloso davanti durante le azioni d’angolo ma con poca fortuna. E poi, il rigore: cucchiaio come Pirlo. Però!

JORDI ALBA 6 – Leggermente più contratto rispetto alle prime gare di Euro 2012, non sfonda quasi mai sulla fascia di competenza. Il merito è tutto della compagine avversaria, che chiude gli spazi in maniera impeccabile. Nei supplementari il super terzino però sale in cattedra, regalando qualche scorribanda delle sue.

XABI ALONSO 5  – Finisce per rimanere schiacciato dallo strapotere fisico ed atletico del centrocampo portoghese. Non riesce mai a verticalizzare come è sua abitudine, travolto dai Veloso e dai Meireles. Sbaglia pure il rigore. Non la sua serata migliore, per fortuna però la Spagna passa lo stesso.

XAVI 5,5 – Un po’ meglio di Alonso, ma anche lui soffre parecchio la grande prova della mediana avversaria. Nessuno spunto degno di nota, non è il solito Xavi. Dall’89’ PEDRO RODRIGUEZ 6,5 – Rapido e scattante, quando entra lui il Portogallo è stanco e concede più spazi. Il giovane blaugrana ci si infila come e quando vuole e quasi quasi riesce a fare lo scherzetto prima dei calci di rigore.

BUSQUETS 6 – Corsa, sostanza, grinta e saggezza tattica. Come al solito, ma senza squilli.

INIESTA 6,5 – Dinamico, tecnico, rapido. Come al solito, insomma. Iniesta non ne sbaglia una, ma ad onor del vero c’è da dire che anche lui viene ampiamente limitato da Veloso e soci. Nei supplementari fallisce il match point, ma sul rigore è freddo come il ghiaccio.

SILVA 5 – Dininnescato dai difensori portoghesi che lo rendono completamente inefficace. Prova scialba. Dal 61′ NAVAS 6 – Meglio del compagno, anche se nemmeno lui riesce ad incidere in maniera considerevole.

NEGREDO 5 – Preferito a Torres e Fabregas, non ripaga la fiducia dell’allenatore. I centrali lusitani quasi non si accorgono nemmeno che gli ronza attorno, e quando lo intravvedono non ci mettono più di un secondo a schiacciarlo. Dal 54′ FABREGAS 6,5 – Dal suo ingresso in campo in poi la Spagna ritrova gli automatismi offensivi che hanno caratterizzato l’intero torneo. Segna il rigore decisivo con un palo-gol da brividi.

All. DEL BOSQUE 6 – Terza finale consecutiva tra Europei e Mondiali, ma stavolta qualcosa la sbaglia. La scelta di inserire Negredo al centro dell’attacco, ad esempio, si rivela un azzardo evitabile. Per due motivi: Torres era sembrato abbastanza in palla e con Fabregas la Spagna gioca che è una meraviglia. Tra i due litiganti Del Bosque ha fatto godere il terzo, magari per una scommessa personale (che non ha assolutamente pagato). Dal punto di vista tattico non riesce a trovare le contromisure per il capolavoro di Bento, che lo ingabbia e per poco non lo punisce prima del 120esimo. Ai rigori la Spagna vince grazie alla maggiore classe ed esperienza. Adesso c’è la finale, con la vincente di Italia-Germania. Ed un incredibile Triplete all’orizzonte.

A cura di Vincenzo Galdieri

 

 

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