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Italia-Irlanda: Prandelli sbaglia ancora tutto (o quasi). Cassano-Balotelli, finalmente goal!

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POZNAN, 19 GIUGNO – Un urlo liberatorio. E poi un lungo sospiro di sollievo. Due momenti rimarranno nei cuori di tutti i tifosi italiani di ogni città e di ogni fede calcistica: il goal meraviglioso di SuperMario e il minuto pazzesco di attesa nervosa che ha preceduto il triplice fischio di Danzica, reso irreale dal timore di un goal croato che avrebbe distrutto tutti i sogni azzurri. La paura di rivivere quei momenti sportivamente drammatici di 8 anni fa: la Bulgaria piegata al 93′, le lacrime di Cassano e l’odioso 2-2 nordico. Finalmente ci siamo tolti quel peso enorme dalla coscienza e finalmente torniamo a giocarci le partite vere, quelle che contano davvero. Finalmente possiamo davvero ricominciare a sognare la magica notte azzurra del nostro fantastico 2006 berlinese. 

PRIMO TEMPO DA INCUBO –  Può l’Italia vincere senza soffrire? Certamente no. Non è nel nostro DNA, noi dobbiamo soffrire e soffrire fino all’ultimo minuto. E se possibile, anche oltre, nell’attesa che le altre ci diano la conferma che ce l’abbiamo davvero fatta. Ed oggi abbiamo dato la dimostrazione di possedere una nazionale schizofrenica, capace di giocare un primo tempo orribile, davvero orribile, e poi vincere con la grinta di chi sa giocare con il cuore. Vedere un’Italia così brutta per 45′  non è cosa semplice: niente gioco, niente cuore, niente velocità, niente di niente. E se i nostri avversari non fossero stati tecnicamente poco più di rugbisti catapultati su di un campo da pallone, i guai sarebbero stati enormi. Ma la fortuna di giocare male contro la squadra più scarsa del girone ci ha permesso addirittura di chiudere il primo tempo in vantaggio. Un 1-0 strano e maturato grazie al colpo di testa del meno specialista di tutti nel fondamentale aereo: Antonio Cassano, proprio il barese, messo in discussione dopo la Croazia per la scarsa vena realizzativa trova la rete inaspettata e fondamentale per il cammino della nazionale azzurra in questo Europeo così travagliato.

COSA NON VA? – Nell’Italia del primo tempo non funziona quasi niente: il ritorno alla difesa a 4 non viene per nulla somatizzato dai nostri, in special modo dal centrocampo, mai così in confusione nella gestione Prandelli. Dei quattro scelti dal tecnico non se ne salva uno e non tutti per demeriti propri: Pirlo è sottotono e non trovando mai la linea di passaggio giusta per far ripartire la manovra, finisce per perdere una quantità di palloni sproporzionata al suo immenso talento. Marchisio è costretto dalla posizione e dalle indicazioni del tecnico a lanciarsi in spazi che non ci sono e stretto fra le tante maglie verdi non trova mai il cunicolo giusto per l’inserimento. De Rossi gioca largo a sinistra, quasi in posizione da ala, un ruolo che non gli compete e che, per caratteristiche, non sa proprio fare. Discorso a parte merita Thiago Motta: dovrebbe essere il trequartista, ma del ruolo non ha nè la fantasia, nè la velocità, nè i tempi, nè la rapidità d’esecuzione. In sostanza, un ombra fastidiosa che galleggia fra i compagni di reparto, occupando posizioni altrui e ostruendo, a tratti, la manovra. In 3 partite il centrale del PSG non ne ha indovinta una: nullo in fase difensiva, nullo in fase offensiva. Un colpo di testa alla Spagna ed un tacco oggi. Nient’altro. Cosa aspettiamo ancora a relegare in panchina la nota più stonata di queste prime 3 gare?

LE RESPONSABILITA’ DI PRANDELLI – Perchè non giriamo? In parte per errori individuali certamente, ma soprattutto perchè Prandelli ha la responsabilità di non aver letto al meglio la partita: l’Irlanda, come detto, non è propriamente la Spagna ed ha la caratteristica tattica molto trapattoniana di giocare con la difesa al limite della propria area. Ferma. Immobile. Ad aspettare l’avversario di turno. E noi invece di cercare di avvolgerli e costringerli ad allargarsi e scomporsi per poi sfruttare le palle tagliate di Cassano con i nostri incursori, ci ostiniamo a cercare la profondità verso Totò Di Natale, con il risultato di offrire al portiere Given -per nulla fenomenale – tanti comodi palloni da afferrare comodamente. Non una gran strategia. Ed intanto l’evanescente Cassano rimane imbrigliato dalla tattica italiana: costretto troppo centralmente fatica a giocare palloni a più di due tocchi. Siamo sterili e bloccati. E sono bloccati anche i due nuovi innesti di fascia: Abate e soprattutto Balzaretti, che dimostra voglia, ma viene chiuso dall’assurda  presenza di De Rossi che attira sulla linea laterale anche due irlandesi. La nota positiva viene dalla difesa, che ben presto sincronizza i movimenti e dimostra quanto Barzagli oggi sia davvero un ottimo centrale.

CON IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO – Il secondo tempo diventa, minuto dopo minuto, tatticamente sempre più convulso, ma le prime battute sono confortanti: non tanto per il gioco espresso, quanto per il fatto che Prandelli sembra si sia accorto degli innumerevoli errori commessi e abbia tentato di risolvere le criticità. Thiago Motta smette, finalmente, di giocare di fianco a Pirlo, De Rossi si accentra (e si abbassa troppo) e Cassano si sposta sulla sinistra per creare superiorità offensiva ed allargare la difesa avversaria.  Un paio di mosse azzeccate e la squadra gira decisamente meglio, anche grazie all’apporto di un Balzaretti positivo e propositivo che, con ampie praterie davanti a sè è capace di attaccare e rendersi pericolo, offrendo un pallone straordinario a Cassano, sprecato malamente dal nostro numero 10. Tutto ciò per una decina di minuti. Poi la tattica diventa improvvisamente un lusso per questa partita, grazie anche alla grande prestazione dei ragazzi del Trap, capaci di non imbastire nemmeno lo straccio di un’azione in 90′. E nella battaglia finale ci dimostriamo persino superiori.

SOSTITUTI ALL’ALTEZZA – Una superiorità maturata anche grazie ai cambi, questa volta azzeccati, del tecnico italiano: se l’ingresso di Bonucci per l’infortunato Chiellini -che tegola questa!- è la nota dolente della serata, lo stesso non si può dire degli innesti di Alino Diamanti e dell’oggetto misterioso di queste prime due gare europee: Mario Balotelli, croce e delizia di questa spedizione azzurra. Ma i due nuovi entrati non deludono: fanno a sportellate, portano palla e prendono falli. L’Irlanda, al contrario della Croazia di pochi giorni fa, fatica ad evitar il nostro pressing e lotta per scodellare qualche pallone in area. E al 90′ arriva il goal più bello di questo Europeo: Balotelli, tenuto per la maglia dal marcatore diretto, rovescia in rete con una bicicletta d’antologia un calcio d’angolo da destra e libera -eccedendo con le parole, ancora una volta- tutta la rabbia di contestazioni, fischi e polemiche a non finire. Un calcio al passato ed una pietra posta per il futuro. Ma siamo italiani e la sofferenza ce l’abbiamo nel sangue. Cinque minuti da brividi pregando perchè tutto vada bene sull’altro campo, non ridimensionano la gioia per una qualificazione che, in fondo, ci meritiamo. Anzi, se possibile, la rendono ancora più bella e coinvolgente.

ADESSO BASTA, MISTER PRANDELLI! – Qualificati sì, felici anche, ma obiettivi sempre. Prandelli, dopo aver sbagliato clamorosamente i cambi contro la Croazia, lasciando per 10′ il controllo totale del campo ai nostri avversari, questa volta non ha imbroccato la formazione di partenza e le posizioni dei suoi ragazzi. Errori come questi, il prossimo turno, si pagheranno certamente. Nessuno ti regalerà ancora un tempo e gli abbagli dell’allenatore potrebbero costare anche il prosieguo del cammino europeo. Noi in Prandelli ci crediamo e ci continuiamo a credere. Ma ora è necessario che lui ripaghi la fiducia di tutta una nazione studiano al meglio gli avversari e non facendosi trasportare dalle suggestioni e dalle polemiche dei media. Giochi chi merita e non chi ha il posto assicurato. Si abbattano le gerarchie e si ragioni solo in funzione della vittoria e del bel gioco, sperando che il secondo porti alla prima. Noi ci vogliamo ancora credere. Quest’Italia forse non avrà il talento di tante altre generazioni di azzurri, ma il cuore di campioni come Buffon, De Rossi e Pirlo vale tanto per noi tifosi ed appassionati. Andiamo avanti e cerchiamo di vincere con tutte le nostre forze e se la vittoria non arriverà, ricordiamoci di una cosa: saper perdere è la prima regola dello sport. E saper perdere significa uscire a testa alta da ogni gara, da ogni confronto, contro ogni avversario.

SIAMO CON VOI AZZURRI!

SEMPRE E COMUNQUE, FORZA ITALIA!

A cura di Angelo Chilla

 

La redazione del magazine che ha fatto la storia del giornalismo sportivo online moderno

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