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Italia, alla ricerca della vittoria perduta…

CRACOVIA, 16 GIUGNO 2012. L’Italia non sa più vincere. Nelle ultime 9 partite fra Europei e mondiali, gli azzurri sono riusciti a raccogliere una sola vittoria. Proviamo ad analizzare motivi e cause di questa scoraggiante statistica.
EURO 2004 – EURO 2012: LA STORIA SI RIPETE? Ormai ne parlano tutti da giorni: lo spauracchio biscotto torna a far sentire la sua presenza a distanza di 8 anni. Quel 22 giugno 2004 infatti, mentre l’Italia stava battendo 2-1 la Bulgaria a Guimarães, a Oporto Danimarca e Svezia sfornavano un bel biscottone sottoforma di 2-2 che eliminava gli azzurri e le qualificava ai quarti di finale di Euro 2004. Come ad allora la situazione di classifica odierna è la medesima: due squadre a 4 punti in dirittura di qualificazione, e l’Italia a 2 che per passare il turno è obbligata a vincere e sperare che non si ripeta quella ‘casuale’ combinazione di risultati che costò l’eliminazione dal campionato europeo portoghese del 2004. Ma lasciando perdere i vari ragionamenti del tipo “l’Italia passa se”, appare più giusto analizzare i perché una squadra 4 quattro volte campione del mondo si trovi puntualmente a dover dipendere dagli altri per superare gironi di qualificazione ampiamente alla portata. Restringendo l’analisi a questo campionato europeo, ci accorgiamo di trovare diverse analogie nei due pareggi ottenuti contro Spagna e Croazia. Il primo, quello che salta all’occhio, è il fatto di essere passati in vantaggio per primi e di non essere riusciti a proteggere il risultato; il secondo è il visibile calo fisico che ha colpito i nostri soprattutto negli ultimi 20-25’ di gioco, dove praticamente prima Spagna e poi Croazia ci hanno chiuso nella nostra metà campo punendoci, di fatto, alla prima incursione pericolosa. Si potrebbe stare a parlare ore e ore degli errori individuali (vedi la mancata diagonale di Giaccherini contro le Furie Rosse, o il buco di Chiellini contro i croati) o di discutibili scelte tecniche di Prandelli ( aver sostituto sempre per primo Balotelli, che si non ha giocato all’altezza delle sue possibilità, ma che è sicuramente l’unico fra gli attaccanti azzurri in grado di dare fisicità al reparto), ma purtroppo per noi il problema parte da lontano, per l’esattezza da almeno 4 anni.
VITTORIA, TU SCONOSCIUTA! Non è infatti da questo europeo che la Nazionale del post 2006 delude le attese ai grandi appuntamenti quadriennali, europei o mondiali che siano. Come accennato in precedenza, nelle ultime 9 partite giocate in queste manifestazioni solo una volta gli azzurri hanno incrociato una vittoria: nel 2008 arrivarono 2 sconfitte (3-0 con Olanda e con la Spagna ai rigori), un pareggio (1-1 con la Romania) e una vittoria ( 2-0 con la Francia); nessuna vittoria in Sudafrica nel 2010, dove in un girone clamorosamente alla nostra portata arrivarono due pareggi per 1-1 ( Paraguay e Nuova Zelanda) e addirittura una sconfitta con la Slovacchia (3-2). I due pareggi ottenuti ad Euro 2012 incrementano una statistica abbastanza scoraggiante per una nazionale che da sempre è ritenuta una big, ma che con tutta probabilità rispecchia pienamente la situazione del nostro calcio. La verità è che a differenza di 6 anni fa, la rosa della nazionale manca di giocatori di assoluta qualità e indiscusso valore, come i vari Cannavaro, Zambrotta, Gattuso, senza dimenticare gente come Totti e Del Piero, autentici fuoriclasse che hanno fatto la storia dei loro club della nazionale stessa. Troppe le incognite legate all’Italia di Prandelli, che fra le sue fila schiera giocatori che si sono affacciati poco al grande calcio internazionale (vedi i vari Bonucci, Maggio o Giaccherini, Giovinco), eterne promesse (Cassano), gente che ancora ha da dimostrare tanto nonostante l’enorme talento (Balotelli) oppure chi è arrivato al grandissimo calcio solo da qualche anno (Di Natale). Inutile dunque appellarsi alla sfortuna o al caso: l’Italia del calcio è un cantiere aperto e dopo questo Europeo ci sarà da lavorare sul futuro per costruire una nazionale forte che dovrà qualificarsi ai mondiali brasiliani del 2014. Nel frattempo però c’è da giocare e da battere l’Irlanda, nella speranza che i nostri amici spagnoli campioni di tutto facciano gli spagnoli e non facciano gli italiani.
A cura di Carlo Alberto Pazienza
