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Mazzarri: la nuova Inter parte col freno a mano. Rinnovo o dimissioni?
“Tagliategli la testa!” Questo è il grido unanime (o quasi) del popolo nerazzurro in riferimento alla situazione di Walter Mazzarri. Un amore mai nato, a dire la verità, tra il tecnico di San Vincenzo e la tifoseria della Beneamata. In molti infatti gli rimproverano di non aver l’identikit del tecnico da Inter che, si sa, deve essere carismatico, spigliato, strafottente e, perché no, anche un po’ pazzo. Una piccola scintilla di speranza era nata vedendo le prestazioni della squadra ad inizio stagione ma quel credito accumulato nel mese di settembre si è esaurito tra i tanti pareggi e i tanti mugugni della tifoseria, stanca di veder giocare male l’Inter anche contro le medio-piccole. Da una stagione senza coppe e dall’allenatore che a Napoli aveva fatto miracoli ci si aspettava molto di più, anche se a sua discolpa c’è da annoverare il cambio societario avvenuto tra ottobre e novembre e la rivoluzione generazionale in corso.
PRO MAZZARRI – Il tecnico di San Vincenzo è arrivato a Milano con un ruolo di “ricostruttore”, partendo dalle ceneri dell’Inter versione 2012/13 (che, non avremo bisogno di ricordarvi, finì nona in campionato dopo mille infortuni e difficoltà): sarebbe sbagliato quindi licenziare a metà dell’opera chi è stato chiamato per compiere un lavoro lungo e laborioso, nonostante i risultati iniziali non siano stati sicuramente esaltanti. Qualche buono spunto però si è visto e in aiuto di Mazzarri dovrebbero arrivare un mercato mirato ad alzare il livello tecnico della squadra e una rivoluzione tattica che si prepara per l’estate (QUI i dettagli).
CONTRO MAZZARRI – La tifoseria l’ha già bocciato da tempo, senza dargli probabilmente neanche una possibilità di lavorare con la giusta tranquillità. La sua fama di “piagnina” e di allenatore poco propenso a puntare sui giovani non hanno certamente aiutato, così come il suo credo tattico fondato sulla difesa a 3, mai digerita dai nerazzurri (chiedere a Gasperini per conferma). Un gioco non brillante e qualche pareggio di troppo hanno fatto il resto, rovinando la poca reputazione che la Curva aveva ancora di lui. Un ulteriore indizio verso la non conferma potrebbe essere il fatto che il tecnico toscano non sia stato scelto da Thohir ma dall’ex presidente Moratti: a Luglio questa decisione non condivisa aveva fatto arrabbiare e non poco il tycoon indonesiano e, unita alla voglia di fare tabula rasa con il passato – gli addii degli eroi del Triplete ne sono la conferma -, potrebbe portare il magnate a far saltare la panchina. Possibili sostituti? Mihajlovic continua a non rinnovare il contratto con la Samp (facendo arrabbiare Garrone), come se aspettasse solo una chiamata da Corso Vittorio Emanuele. Lui sarebbe il tecnico ideale sia per i tifosi che per Thohir: un allenatore giovane, ex bandiera nerazzurra, capace di gestire e far giocare i giovani talenti e, dettaglio non trascurabile, grande estimatore di un 4-3-3 divertente e votato all’attacco.
Intanto mercoledì è prevista la conferenza stampa di Mazzarri, pronto a “togliersi qualche sassolino dalla scarpa”: che si l’occasione giusta per un clamoroso divorzio?
Jacopo Gino