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Bologna, analisi di una retrocessione annunciata

Alla fine è arriva il verdetto più scontato: Bologna in Serie B. Giusto così, perchè i felsinei hanno a lungo stazionato nella zona bassa del campionato quest’anno, rimanendo sopra la linea di galleggiamento più per demeriti degli altri concorrenti che per meriti propri. La retrocessione del Bologna viene da lontano, ovvero dal siluramento di “Mister Segafredo”, Zanetti, da parte degli altri soci per far spazio ad Albano Guaraldi. La presidenza Guaraldi, iniziata il 7 aprile 2011, ha dato inizio alla lenta decadenza del club.
119 RETI IN VENDITA – Negli ultimi tre anni il Bologna ha di fatto venduto i pezzi migliori della rosa per rimanere economicamente a galla. Risultato: il Bologna è rimasto in sella dal punto di vista finanziario, ma ha perso sempre più valore nella rosa. Negli ultimi tre anni sono stati venduti Di Vaio, Ramirez, Gilardino, Diamanti e non è stato fatto nulla per cercare di trovare un accordo con la Juve per cercare di trattenere Gabbiadini. Risultato: è stato ceduto un patrimonio complessivo di 119 reti in rossoblù e ci si è ritrovati con un attacco depotenziato. I cinque attaccanti a disposizione di Ballardini (Bianchi, Acquafresca, Paponi, Moscardelli e Cristaldo) hanno segnato complessivamente 8 reti. Il Bologna, così, con 28 reti in 37 si è ritrovato uno degli attacchi peggiori d’Europa.
FRANA ROVINOSA – L’ultimo errore della società è stato la cessione di Diamanti. Con il capitano rossoblù il Bologna aveva conquistato 18 punti e segnato 20 gol. Senza di lui i punti conquistati sono stati 11 e le reti 8. Non è un caso che, Alino rimanga ancora il capocannoniere dei rossoblù con 5 reti, a pari merito con Kone. Il Bologna è la squadra che ha vinto di meno (5 successi), segnato di meno ed è, dopo l’Inter, la squadra con più pareggi (14).
CINQUANTENARIO AMARO – La retrocessione arriva proprio nell’anno in cui si festeggia il cinquantenario della vittoria dello scudetto del Bologna nello spareggio di Roma contro l’Inter. Mai festeggiamenti furono più amari. Come se non bastasse in società ci sono acque agitate. Gianni Morandi ha ufficializzato le sue dimissioni dalla carica di presidente onorario del Bologn e ora c’è da capire cosa farà Guaraldi. Il presidente Guaraldi ieri non era allo stadio, ma rintanato nella sua villa, da tempo sorvegliata dai carabinieri per timori di assalti. In queste condizioni, immaginare un futuro per il Bologna è arduo. Serve voltare pagina da tutti i punti di vista, societario e tecnico, altrimenti, sarà difficile rivedere la serie A sotto le “Due Torri”.
Davide Luciani
