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Icardi, Wanda, Maxi: e se fosse vivo Scirea?

Ore 8 del mattino. Esco di casa per recarmi al solito bar. Prendo cornetto e caffè. Mi siedo. Leggo il quotidiano sportivo. Lo sfoglio. Arrivo a pagina quattro. Leggo il titolo dell’articolo: “Il nuovo tweet di Icardi: la sfida con Maxi Lopez continua anche fuori dal campo“. Inizio a leggere, quando una manata improvvisa mi ferma. Un signore distinto, sulla settantina, ha appena battuto pesantemente la sua mano rugosa e invecchiata sul giornale. Sono costretto ad alzare lo sguardo e a fissarlo dritto negli occhi. Con tono disgustato, ma pacato, mi fa: “E se fosse vivo Scirea?“.
Chissà quante ne avrà viste, penso, quel vecchio signore. Avrà vissuto gli anni d’oro del calcio italiano. E ricorderà benissimo quell’ egregio professionista che era Scirea, da sempre simbolo di correttezza, pulizia ed etica nel mondo dello sport. Catapultati nell’era 2.0 del pallone, ci si rende drammaticamente conto di quanto questo sport sia diventato il più sincero specchio di una società malata.
“Finto buonista!“…”Falso moralista!“, dirà qualcuno. Io credo che se un ragazzotto nato con la camicia arrivi al punto di comportarsi così come il buon Icardi, allora qualcosa è andato storto. Il calcio, per cui, si conferma un emblema del sistema. Si, perchè Maurito avrebbe fatto lo stesso anche se non fosse stato Icardi? Stop. Facciamo un salto all’ indietro nel tempo.
“Ho rubato qualcosa a ciascuno dei tecnici che ho avuto. Da Parola la capacità di responsabilizzare i giovani, da Trapattoni la capacità di tenere unito lo spogliatoio, da Marchesi la serenità. E da Bearzot quella straordinaria umanità che è alla base di ogni successo”. Così rispose il libero più forte di tutti i tempi a un’intervista degli inviati Rai. Era il 1984, cinque anni prima di quella tragica trasferta polacca.
Non c’è bisogno di aggiungere molto. Che Icardi faccia quello che gli pare. Non cascherà il mondo, nè tantomeno se smettesse di farlo lo stesso migliorerebbe. Ma Icardi sappia che non passerà ai posteri. La storia è una madre ordinata e rigida, che apre le braccia solo alle persone straordinarie. Nel migliore dei casi, Mauro Icardi verrà annoverato tra i grandi calciatori, non di certo tra i grandi uomini. Quella è roba buona. Come Gaetano Scirea.
Antonio Fioretto (@FiorettAntonio)

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