Arte&Cultura
Il futuro di Pompei: idee e proposte per salvarla

Pompei è un comune Italiano situato in Provincia di Napoli, conosciuto soprattutto per gli scavi archeologici. Conta innumerevoli iscrizioni, affreschi, oggetti vari, segno di una città “viva” per la sua epoca. Luogo di fondamentale importanza, patrimonio dell’Unesco, testimonianza fisica, come poche, di un periodo storico e dello stile di vita dei suoi abitanti. Oggi, sito abbandonato a sé stesso e all’incuria.
LA STORIA – La città di Pompei venne fondata intorno nel VIII sec a.c. dal popolo degli Osci. Nell’80 a.c., in seguito alle prime conquiste romane divenne colonia di Roma. Ma nel 79 d.c. arrivò la tragedia. Dapprima un grande boato e poi l’eruzione di quella che all’epoca si credeva un innocua montagna ma che invece finì per rivelarsi un potente Vulcano, il Vesuvio. Una pioggia di vapori solforosi e lapilli coprì la città di cenere soffocando i suoi abitanti, tra le vittime anche Plinio il Vecchio. La città rimase sommersa per 1700 anni fino a quando intorno al 1600, a causa di alcuni lavori di bonifica delle terre del Sarno, alcuni uomini fecero la strabiliante scoperta.
LA CITTÀ MALEDETTE E GLI UOMINI DI PIETRA – Fu così che la natura, mediante l’azione tremenda di un Vulcano, arrivò a scalfire la grandezza di Roma e il suo popolo invincibile. Quasi come se si trattasse di una maledizione, il Vesuvio, attraverso la lava e i suoi vapori, esattamente come una Medusa del mito per mezzo dello sguardo, riuscì a pietrificare gli abitanti e la loro città, destinandoli all’eternità, non a quella dell’Impero Romano, ma a quella della tragedia.
POMPEI, OGGI – Solo volgendo lo sguardo verso il passato che l’uomo, il Popolo, può sperare di costruire un buon futuro. Purtroppo Pompei, come tanti altri siti archeologici, vige in una situazione di parziale abbandono. Pompei è un luogo prezioso, e spesso si pensa che luoghi antichi come questo non vadano considerati per custodirli ed evitare di rovinarli. Ma i siti archeologici, lo stesso vale per le nostre case, se abbandonati e non utilizzati, finiranno per perdersi e cadere a pezzi. L’invito è quello di preservare luoghi di grande importanza storica, culturale e turistica, facendolo nel modo giusto. Anche i luoghi antichi ci appartengono e bisogna pensare a questi come a spazi “vivi”, organizzando manifestazioni di interesse ed eventi sul luogo e facendo ricorso a buone campagne pubblicitarie, mettendo così assieme antico e moderno.
Erika Aleksandra Provenzano
