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Fuoridaidenti: Ue, Nato e Russia pronte ad “apparecchiare” la tavola ucraina
NUOVE TENSIONI– Le tensioni tra filo russi e lealisti ucraini crescono anche in Crimea, dove quest’oggi è stata organizzata una manifestazione pro-Kiev. Vladimir Putin non molla, dovendo alimentare la sua fama di uomo forte ed energico, che esalta il nazionalismo russo. Dopo l’assedio manu militari alle basi ucraine, la Russia fa sapere, attraverso orchestrate indiscrezioni di Stato, che è pronta a sospendere le ispezioni del suo arsenale strategico, compresi i missili nucleari, in risposta alle “minacce” di Usa e Nato sulla crisi in Ucraina. Lo ha fatto sapere un alto funzionario del ministero della Difesa. Le ispezioni sono previste dal trattato Start e dal Documento di Vienna tra i paesi dell’ Osce. La Russia chiede inoltre, sempre all’ Osce, di aprire un’inchiesta sull’uccisione di decine di persone da parte di cecchini durante gli scontri di fine febbraio tra polizia e insorti a Kiev.
KIEV COME BERLINO- Non è una sorpresa l’ulteriore radicalizzazione da parte dello zar Putin della questione Ucraina. Malgrado Usa e Unione Europea stiano facendo la voce grossa, è difficile pensare ad una realistica escalation bellica della crisi. Non si tratta di coscienza pacifista ma di meri interessi economici. Ci stiamo avvicinando sempre di più ad una soluzione “berlinizzata”. Cioè alla divisione dell’Ucraina in due stati indipendenti o federati, con aree di influenza ben distinte. La regione di Kiev, sotto l’ala “protettrice” dell’Occidente. La Crimea da sempre russofila, godrà delle attenzioni di Putin. Proprio come nel dopoguerra, Berlino venne divisa in Est ed Ovest.
INTERESSI ECONOMICI- L’area di Kiev sarebbe un mercato importante per l’asfittico export tedesco e un corridoio fondamentale per accedere al mercato dei nuovi ricchi russi. Mentre la Crimea rimarrebbe un punto nodale per il passaggio del gas russo. Con il vantaggio per la Federazione russa di non essere più costretta a distribuire il combustibile a prezzi calmierati ad un paese alleato come lo era l’ Ucraina con il premier Viktor Ianukovich
IL BASTONE E LA CAROTA- Pecunia non olet, anche se sono dollari, nemmeno per Putin, a giudicare da come alterna il bastone alla carota. Intervento militare ad uso e consumo interno ma spiragli sempre aperti con Usa e Ue. Infatti dopo aver sconfessato Serghiei Glaziev, consigliere economico del Cremlino, che aveva ventilato l’ipotesi che la Russia non avrebbe più utilizzato il dollaro come moneta di scambio, nelle transazioni internazionali. Anche ieri, seppur con i fucili spianati, il ministro degli Esteri russo Lavrov dichiara:”Siamo aperti a un dialogo onesto, da pari a pari e obiettivo, con i nostri partner stranieri per trovare il modo di aiutare l’Ucraina a uscire dalla crisi”. Un assist verso Obama e Merkel, che ritengono necessario un gruppo di contatto per dirimere la vicenda.
Insomma gli attori in campo, stanno cercando di arrivare al tavolo della trattativa con la migliore posizione “contrattuale” possibile, alla faccia di una Ucraina ridotta allo stremo sia dal punto di vista economico che sociale.
Giuseppe Folchini – @gifolch