Focus
Zamparini e Perinetti, attenti a quei due
Benzodiazepine, queste sconosciute. L’ira funesta del patron del Palermo Maurizio Zamparini e del suo fido scudiero Giorgio Perinetti – scatenata dall’ennesimo arbitraggio ritenuto indecente – può sembrare, lì per lì, la classica reazione rivelatrice, la prova inconfutabile di un malessere che può essere affrontato e risolto solo con il sostegno della moderna farmacologia. Le cose, però, malgrado le apparenze, non stanno così, e per capire che la penuria di ansiolitici non c’entra niente sono più che sufficienti la conoscenza dei soggetti in questione e la lettura delle loro edificanti parole.
CANDUSSIO IL VENDICATORE – Turiamoci il naso e cominciamo dal Numero Uno, sia per il suo ruolo che per le oggettive responsabilità: “È successo un fatto sconvolgente” – dichiara Zamparini con il consueto aplomb – “Io non ho visto la partita (cinque espulsioni per i rosanero, due giocatori – Daprelà e Milanovic – il tecnico Iachini, il team-manager Francoforte e lo stesso Perinetti, ndr) ma quando mi hanno chiamato i miei, furibondi, ho chiesto chi fosse l’arbitro. Saputo che era Candussio, mi sono sorpreso: è mio compaesano di Sevegliano, forse per non far vedere che voleva favorirmi ci ha fischiato tutto contro. Non solo. Ho chiamato un amico, il nostro ex sindaco, che mi ha detto: “Ma come, non lo sai? Suo padre lavorava nelle tue aziende e l’avete licenziato 5 anni fa. Si è voluto vendicare!” Sono rimasto basito: Candussio doveva rifiutare la designazione, per una questione di etica: ci scandalizziamo per le scommesse e poi succedono queste cose. Faremo ricorso, ritengo nulla questa gara, siamo stati massacrati volutamente: ha ammonito i nostri diffidati (Barreto e Munoz, ndr) ed espulso Milanovic in modo esagerato. Uno così non deve arbitrare più“.
UN “CASO” DA DENUNCIARE – Ugualmente ispirate a lodevole fair play le considerazioni del responsabile dell’area tecnica della società siciliana. “Premesso che dobbiamo considerare i nostri demeriti” – precisa Perinetti con apparente obiettività prima di rincarare la dose presidenziale – “e che dovremo fare un’attenta analisi su come abbiamo impostato e giocato questa partita, perché non vogliamo concedere alibi alla squadra, bisogna però tenere conto che oggi abbiamo assistito ad un arbitraggio che è sembrato un killeraggio scientifico. A parte l’episodio del rigore, tutto da valutare, la gestione delle ammonizioni è stata quanto di più scandaloso si può vedere su un campo di calcio. Essa ha creato un condizionamento alla gara odierna e gravissimi riflessi su quella successiva. L’atteggiamento del quarto ufficiale, Caso di Verona, dev’essere denunciato agli organi competenti, in quanto ha ripetutamente inteso minacciare di provvedimenti disciplinari i nostri tesserati (in campo ed in panchina) ed istigato l’arbitro alla messa in atto degli stessi. Dato che abbiamo visto su altri campi un “Babbo Natale” anticiparsi in generosi regali, auspichiamo che il sistema trovi un immediato riequilibrio a tutela della regolarità del campionato”.
GLI INTOCCABILI – Fermo restando che tali dichiarazioni si commentano da sé, e che ogni parola spesa al riguardo contribuisce a dare loro un’importanza che non hanno, è tuttavia doveroso dire qualcosa prima di archiviare sotto un velo pietoso quest’ennesimo episodio di mala educación dirigenziale. Al di là dell’aggressività, del vittimismo “organizzato”, della solita dietrologia e della paurosa mancanza di stile cosa resta dello show di Mauri & Gio? Due cose, almeno, entrambe significative: la smania di avvelenare il pozzo da cui bevono tutti, in primo luogo, e poi l’inconfessabile desiderio di “accumulare crediti” spendibili in futuro. D’altra parte i numerosi precedenti, culminati pochi giorni fa con il caso-Andelkovic (il difensore del Palermo sottratto al giusto castigo da un Potere inetto) incoraggiano e sostengono l’operato dei nostri eroi, che ora si sentono “intoccabili” – il deferimento in cui probabilmente incapperanno gli scivolerà via come acqua sull’olio – e al di sopra di ogni censura.
ASPETTANDO GODOT – La prima ammonizione di Daprelà ci sta tutta, Milanovic dovrebbe beccarsi come minimo tre giornate di squalifica per il cazzotto rifilato a Memushaj e il rigore concesso al Carpi per fallo di mano di Daprelà in area – seconda ammonizione per lui e quindi espulsione – è molto dubbio (il difensore rosanero ha il braccio un po’ largo ma l’intervento pare involontario). Ogni considerazione sugli episodi salienti del match, però, è davvero marginale – per non dire fuori luogo – in un contesto che renderebbe imperdonabile la reazione di Zamparini e Perinetti anche se avessero tutte le ragioni di questo mondo, cosa che non è. Ora restiamo in attesa di punizioni esemplari, non c’è altro da dire o da fare, ma…tranquilli: Godot arriverà prima.
Enrico Steidler
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