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Lega, Beretta confermato presidente ma Juve, Roma e Inter gli remano contro. Perchè?

ROMA, 19 GENNAIO – C’è voluto un anno per capire chi avrebbe guidato la Lega di Serie A. Non è un eufemismo, ma semplicemente una realtà ironizzata. Dopo tanti rinvii (da dicembre 2012 a gennaio 2013) finalmente si è arrivati a una conclusione. Maurizio Beretta è stato riconfermato Presidente di Lega. Delle 20 schede raccolte, 14 sono state a favore, due bianche e quattro nulle. Un record, non si sa quanto soddisfacente, per Beretta, in quanto nessuno prima di lui aveva raggiunto una maggioranza così schiacciante.
L’elezione ha visto anche un ritorno blasonato ai vertici del massimo organo delle squadre di Serie A. L’ad del Milan, Adriano Galliani, è stato nominato vicepresidente. Ancora, Claudio Lotito e Antonino Pulvirenti, presidenti di Lazio e Catania, sono stati eletti consiglieri federali. Altri consiglieri saranno Cellino (Cagliari), Cairo (Torino), Ghirardi (Parma), Guaraldi (Bologna), Percassi (Atalanta), Pozzo (Udinese), De Laurentiis (Napoli) e Preziosi (Genoa).
Insomma, il succo della vicenda si riassume in una sola parola : immobilismo. Non è cambiato nulla, nessun volto nuovo, si continua con i soliti noti, viste anche le precedenti conferme di Abete e Abodi.
Analizzando la lista di tutti i personaggi summenzionati, appare evidente l’esclusione dei presidenti di Roma, Juventus ed Inter. E’ infatti risaputo che i tre club remano completamente contro a Beretta, desiderando con forza un rinnovamento, in tutte le parti possibili. Ma cerchiamo di capirne di più. Perchè tre tra le cinque grandi del nostro campionato sono escluse dalla Lega? Perchè alle stesse tre, Beretta non scende proprio giù?
CHIAREZZA In pratica la situazione è la seguente : da una parte ci sono 17 squadre che hanno dato la propria fiducia a Beretta. Dall’ altra ci sono le tre compagini che hanno contrastato la decisione. Ma andiamo con ordine, partendo dalle dichiarazioni dello stesso Beretta : “E’ un segnale formidabile il ritorno di Adriano Galliani ai vertici della Lega. Oggi ha prevalso la necessità di arrivare con un assetto perfezionato all’insediamento del Consiglio Federale, per non ripetere l’esperienza dello scorso quadriennio quando non eravamo arrivati in tempo. E’ stato un confronto di democrazia, ma il lavoro che si vuole fare sarà nell’interesse di tutte e 20 le società e non solo di quelle che ci hanno votato. Questa era l’unica soluzione percorribile. Tutti avremmo auspicato un’elezione all’unanimità, in una o nell’altra direzione, ma non è stato possibile, almeno per il momento. Mandato a termine? Inutile fare ipotesi. Ora concentriamoci per i prossimi mesi cercando di diventare più forti a livello federale e facendo le riforme. Abbiamo appena parlato con Abete, il 22 saranno convocate le componenti del Consiglio Federale, in quell’occasione metteremo sul tappeto i vari temi e soprattutto quello di un maggior peso della nostra Lega“.
Si evince quindi che la parola d’ ordine è riforma. Ed infatti, sulla stessa linea, Galliani attesta che “siamo una Lega che tutela le minoranze come nessuno, quindi mi sembra inutile ogni polemica sull’esclusione di Juve, Inter e Roma dal Consiglio. Ogni delibera in Lega Calcio deve essere approvata con la maggioranza dei due terzi e anche l’elezione del presidente necessitava del 66% dei consensi. Trovo che sia stato miracoloso aver trovato 14 voti favorevoli su 20 più che preoccuparmi per i sei voti che mancano“.
Ma ecco che si arriva alle controparti. Durissimo il presidente della Juve, Agnelli : “La Juve è fuori dalle dinamiche di questo governo, perché si è mercanteggiato su queste posizioni. Non è corretto arrivare al consenso scambiandosi le poltrone. Sono realista e ho un parere negativo: Beretta continuerà a essere un presidente part-time e noi non ci vogliamo stare. Dovrà invece dimostrare tutta la sua capacità e il suo operato e di svolgere ora quello che non siamo stati in grado di fare negli ultimi mesi. Abbiamo inoltre un esordio assoluto del presidente Pulvirenti nel consiglio federale, consiglio delicato che tocca tutte le normative del calcio professionistico. Esordio importante – è la frecciata – perché sono dieci anni che mancava”. L’ ad della Roma, Fenucci, con poche parole chiarisce il proprio pensiero : “Hanno vinto logiche di spartizione del potere“.
Chiaro no? Juventus, Inter e Roma sostengono che Beretta, incapace di divulgare modifiche e riforme risanatorie nel suo ultimo mandato, non possa apportare un rinnovamento tanto radicale quanto ne ha bisogno il nostro malato calcio. Ed infatti, è ancora Agnelli a fare il punto della situazione,rispondendo a chi gli chiede di un ritorno a un calcio vecchio : “E’ figlio del nostro Paese, delle dinamiche tipiche del nostro Paese. La Juve non ci sta, io non ci sto. In base a quello che sarà proposto, noi cercheremo di portare comunque un grosso contributo“.
GIUDICI I prossimi mesi ci diranno chi ha ragione e chi ha torto. Un’ idea noi ce la siamo fatta, considerando che un Presidente di Lega ad oggi non ha l’appoggio di tre tra le piu importanti squadre d’Italia, se non d’ Europa. Si esamini anche il fatto che i tre club sono tra quelli che hanno una maggior programmazione a lungo termine e tra quelli che hanno un progetto più competente e innovativo. Cosa aggiungere? Ancora una volta, il nostro calcio è padre di divisione, confusione e di non tutela del tifoso, che sembra rimetterci per l’ennesima volta, a discapito di coloro che contribuiscono a rendere questo sport così avvincente.
Antonio Fioretto
