

La Caduta degli Dei
Christian Vieri: da mister 90 miliardi a ‘Bomber’ di lusso | La Caduta degli Dei
Dopo l’esordio con l’Alieno Ronaldinho, per la seconda puntata della nostra rubrica ‘La Caduta degli Dei’, abbiamo deciso di parlare di Christian Vieri, uno che ha fatto la storia del nostro calcio a cavallo degli anni 90 e 2000. Una lunga carriera contraddistinta da caterve di gol e da decine di trasferimenti, che lo hanno portato ad indossare le più prestigiose maglie della serie A e non solo.
Figlio d’arte
Christian Vieri nasce a Bologna il 12 luglio 1973, ma all’età di 4 anni si trasferisce in Australia dove il padre, anche egli calciatore, dopo le esperienze italiane con Fiorentina, Sampdoria, Roma, Juventus e Bologna decide di tentare l’avventura nel campionato australiano con la maglia del Marconi Stallions. Christian cresce per cui nella comunità italiana di Sidney, ed è proprio lì che inizia a dare i primi calci al pallone in alcuni club locali. Al suo ritorno in Italia all’età di 15 anni, la sua prima squadra di club è l’A.C. Santa Lucia, club di una frazione di Prato allenata da Luciano Diamanti, padre del calciatore attualmente in forza al Bologna Alessandro Diamanti. L’anno successivo passa al Prato, dove riesce a mettersi in luce segnando gol a raffica nel campionato Berretti.
L’esordio in Serie A e la gavetta
Il 1990 è l’anno del grande salto, quando Bobo viene acquistato dal Torino riuscendo ad esordire in in Serie A la stagione successiva, il 15 dicembre 1991 in Torino-Fiorentina 2-0 a soli 18 anni. In quell’annata Vieri colleziona 7 presenze mettendo a segno due gol. Da qui, Bobo Vieri inizia un lungo girovagare che lo porterà a cambiare 8 maglie in altrettante stagioni. Dopo aver iniziato la seconda stagione in Serie A con la maglia granata, Vieri scende di categoria e nel novembre 1991 passa al Pisa dove in 18 partite di B segna due reti. Più prolifiche e significative le due stagioni seguenti, sempre nella serie cadetta, dove Bobo gioca con continuità andando pure in doppia cifra: nel ’93-’94 segna 12 reti in 32 partite con il Ravenna; in quella seguente trova la via della rete 11 volte nelle 29 in cui scende in campo con la maglia del Venezia.
Bobo diventa grande Le due ottime stagioni in serie B fanno guadagnare a Vieri la chiamata dell’Atalanta di Emiliano Mondonico, pronta a disputare la Serie A dopo la promozione. Quella del 95-96 una grande stagione per i nerazzurri, che chiudono il campionato al 13° posto con 39 punti. Nonostante non faccia parte stabilmente dell’undici titolare, Christian dà il suo importante contributo segnando 7 reti nelle 19 presenze in campionato, alle quali vanno aggiunte le due marcature in altrettante apparizioni in Coppa Italia. Uno score che nell’estate del 1996 gli vale il passaggio alla Juventus campione d’Europa in carica dei vari Del Piero, Conte, Ravanelli, Zidane con allenatore Marcello Lippi. Vieri inizia la stagione alla grande, ritagliandosi uno spazio fra i grandi campioni bianconeri e segnando nella finale di ritorno di Supercoppa Europea che la Juventus strappa al Psg. Quell’anno il bomber bianconero dà una grossa mano alla Juventus che trionfa anche in Serie A e che mette in bacheca la seconda Coppa Intercontinentale della sua storia. Alla fine per Vieri saranno 37 le presenze totali, bagnate da 14 gol realizzati fra campionato e coppe, compresa quella Champions League persa nella finale di Monaco contro il Borussia Dortmund.
L’esperienza spagnola e la definitiva consacrazione
Nonostante una buona stagione disputata con i colori bianconeri la Juventus decide di accettare l’offerta record dell’Atletico Madrid e lasciare andare Vieri in Spagna per 34 miliardi di lire. Nessun problema però per il Bobo nazionale che, anche se con qualche guaio fisico di troppo, chiude la stagione 1997/1998 con 29 reti in 31 partite. Strepitosa la sua annata in Liga, dove con la media record di un gol a partita (24 in altrettanti incontri), si guadagna il premio Pichichi (il capocannoniere spagnolo), diventando il primo (e per adesso l’unico) italiano ad averlo vinto. L’estate del ’98 riserva i mondiali di Francia, nei quali Vieri con la maglia azzurra si disimpegna alla grande segnando 5 gol in 5 partite prima dell’eliminazione ai quarti per mano dei francesi. Manco a dirlo quella del ’98 è l’unica e l’ultima stagione di Vieri con la maglia dei colchoneros, che proprio a poche ore dalla fine del mercato estivo cedono l’attaccante bolognese alla Lazio di Cragnotti per 55 miliardi di lire, un altro record. In quella stagione, quella del 1998/99 Christian dà il meglio, sfiorando lo scudetto perso dopo una folle rimonta del Milan, ma portando la Lazio a vincere la sua prima e unica Coppa delle Coppe segnando pure un gol in finale con il Maiorca.
Una lunga parentesi chiamata Inter
Proprio quando sembrava essere approdato in una grande squadra che potesse dargli l’equilibrio giusto, nel corso dell’estate del ’99 Vieri cambia di nuovo casacca e si trasferisce all’Inter per 90 miliardi, diventando il calciatore più costoso di sempre. L’esordio è da urlo, visto che Vieri si presenta a S.Siro nella prima di campionato contro il Verona con una splendida tripletta. Quella 1999/2000 sarà la prima delle sei stagione nerazzurre di Christian Vieri: un periodo felice dal punto di vista personale, contraddistinto da gol a raffica e grandi partite (ma anche da qualche infortunio di troppo), ma povero di soddisfazioni dal punto di vista dei trofei conquistati. Infatti, nonostante i 123 gol nelle 190 partite disputate con la maglia dell’Inter, l’unico trofeo che Christian riesce a mettere in bacheca è la Coppa Italia del 2004/2005. Per il resto tante delusioni e tante annate da dimenticare per l’Inter dei vari Lippi, Tardelli, Cuper e Mancini, una su tutte quella del 2001/2002 conclusa con l’amaro epilogo del 5 maggio.
Il passaggio al Milan e il lento declino
Dopo 6 stagioni Vieri rompe il suo contratto con L’Inter nel luglio 2005 e dopo qualche giorno firma un biennale con il Milan. Alla squadra rossonera resta appena 6 mesi, scendendo in campo 8 volte e siglando una rete contro l’Empoli. Nel gennaio 2006 passa al Monaco con l’intenzione di giocare per guadagnarsi la maglia ai mondiali di Germania, ma un serio infortunio rimediato a marzo gli impedisce di prendere parte alla trionfale spedizione azzurra di quell’estate. Dopo i mondiali Vieri pensa di ritirarsi, poi cambia idea e firma con la Samp, ma dopo appena due settimane rescinde il contratto con i blucerchiati senza nemmeno mai aver messo piede in campo. Tutti pensano al ritiro, alcuni voci lo danno per sicuro all’Isola dei Famosi; ma Bobo non molla e da svincolato decide di tornare all’Atalanta firmando un accordo annuale con un ingaggio proporzionale rispetto al contributo che sarebbe riuscito a dare alla squadra in quella stagione. La prima convocazione con i neroazzurri arriva solo il 17 aprile 2007 (anche a causa di diversi infortuni), in occasione della gara contro l’Empoli nella quale Bobo gioca gli ultimi 20’. Prima della fine della stagione riesce a segnare anche un gol con un gran destro dai 40 metri che sorprende il portiere del Siena Alex Manninger. Nell’20estate del 2007 viene convinto dal progetto della Valle e si trasferisce alla Fiorentina di Cesare Prandelli. Contro ogni pronostico Bobone disputa una stagione più che positiva, fatta di 39 presenze e 9 reti, 3 rigori importanti procurati e qualche assist decisivo. Alla fine della stagione la Fiorentina decide di non puntare più si di lui e, nonostante le proteste dei tifosi bergamaschi, Vieri decide di tornare a vestire la maglia nerazzurra dell’Atalanta. L’avvio di campionato non è affatto male, ma gli infortuni lo bloccano e lo fermano a 9 presenze e due gol fino al primo aprile 2009, giorno in cui decide di rescindere il suo contratto con la Dea e uscire dalle scene calcistiche.
A cura di Carlo Alberto Pazienza
