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Conclave 2013, impazza il toto-Papa: Angelo Scola in pole

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Il telecomando (in latino) usato dai cardinali nella Sala Nervi. Ma nella Cappella Sistina si torna ai vecchi metodi

Il telecomando (in latino) usato dai cardinali nella Sala Nervi. Ma nella Cappella Sistina si torna ai vecchi metodi

CITTA’ DEL VATICANO, 12 MARZO – E’ iniziato questa mattina, con la messa pro eligendo Pontifice celebrata dal decano del Sacro Collegio Angelo Sodano, il Conclave dal quale uscirà il successore di Benedetto XVI. Dalla Basilica di San Pietro, i 115 cardinali elettori si trasferiranno poi nella Cappella Sistina, dove alle 16.30 presteranno giuramento. Con il rituale extra omnes (tutti fuori) avrà quindi inizio la prima votazione, il cui esito sarà reso noto questa sera.

L’età media dei porporati è di 72 anni. I voti necessari per salire al soglio che fu di Pietro sono 77, pari ai due terzi degli elettori. Di questi, la maggior parte proviene dal Vecchio Continente (60, 28 gli italiani), 33 sono americani (17 Nord, 3 Centro e 13 Sud), 11 gli africani, 10 rappresentano l’Asia e uno l’Oceania.
Oggi è prevista una sola votazione: in caso di fumata nera, seguiranno 4 adunanze, due al mattino e due al pomeriggio. Trascorsi tre giorni senza giungere all’elezione del nuovo pontefice, gli scrutini saranno sospesi per un giorno dedicato alla riflessione e alla preghiera. Se lo stallo si protrae, dopo il 33° scrutinio si andrà al ballottaggio fra i due candidati più votati in quello precedente. Da notare che fra i cardinali del Sacro Collegio ben 67 sono stati nominati da Benedetto XVI. I “ratzingeriani”, quindi, hanno la maggioranza.

QUESTIONE DI FEDE (E NON SOLO) – Da che mondo è mondo il sacro si mescola al profano, e mentre centinaia di milioni di fedeli vivono il conclave come un momento di straordinaria, sovrannaturale solennità, per molti (moltissimi) altri è un’ottima occasione per farci una puntatina sopra. Ad alimentare il giro delle scommesse non è solo l’identità del futuro pontefice: in gioco ci sono anche la sua nazionalità, il numero di votazioni necessarie per eleggerlo, il nome che sceglierà (Benedetto sembra non avere alcun appeal, e chi scommette sul nome del papa dimissionario può guadagnare forti somme, anche dodici volte la puntata), il colore della pelle (e quale) e persino l’ipotesi che possa rinunciare al supremo incarico (come nel film Habemus Papam di Nanni Moretti) o andare incontro al medesimo destino di Albino Luciani (in entrambi i casi, anche il 2013 potrebbe quindi essere “l’anno dei tre papi” come il 1978, e naturalmente si scommette anche su questa eventualità).

IN PRIMA FILA SCOLA, TURKSON E BERTONE – Letteralmente scatenati gli allibratori internazionali: stando alla tabella elaborata dal sito Oddschecker.com, Bet365, SkyBet, Boyle Sports, Betfred, Sportingbet, Bet Victor, Paddy Power, Stan James, Ladbrokes, Coral, Bwin, YouWin, BetWay, Pinnacle e William Hill (il maggiore bookmaker inglese, che ha raccolto scommesse in più di 50 Paesi) danno come super-favorito il 71enne Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, già Patriarca di Venezia ed esponente di punta di Comunione e Liberazione (il movimento fondato nel 1968 da don Luigi Giussani), quotato a 3,50 contro 1, seguito dal 64enne cardinale ghanese Peter Turkson, presidente del Pontifico Consiglio della Giustizia e della Pace, che oscilla fra 3,75 e 5,00 contro 1 e da Tarcisio Bertone, Segretario di Stato uscente e attuale camerlengo di Santa Romana Chiesa (tra 6 e 7,50).
Numerosi gli outsider, alcuni dei quali molto accreditati come l’arcivescovo di San Paolo (e membro della Commissione di vigilanza dello IOR) Pedro Odilio Scherer, che secondo stime assolutamente ufficiose potrebbe contare sul sostegno di 29 elettori (contro i 37 di Scola), il primate del Canada Marc Ouellet e l’arcivescovo metropolita di Boston Sean Patrick O’Malley, anche se la candidatura di quest’ultimo sembra aver perso qualche posizione. Più distanziati i nomi di Christoph Schonborn, Gianfranco Ravasi (entrambi 15 a 1), Angelo Bagnasco (17 a 1) e dell’arcivescovo di Budapest Peter Erdo (19 a 1).

ITALIANO O DI COLORE, PIETRO O PIO? – Nessuna ipotesi, dalla più ovvia a quella più ardita, sfugge alle tabelle dei bookmaker. Non poteva mancare, ad esempio, l’eventualità più temuta dai catastrofisti: se dal Conclave uscirà un Papa di colore che si chiama Pietro si realizzeranno, secondo loro, le profezie di Nostradamus e Malachia; quel che è certo, è che il vincitore si porterebbe a casa una somma considerevole (tra le 5 e le 14 volte la puntata). Insieme al nome del fondatore della Chiesa, Pio e Giovanni Paolo sono quelli ritenuti più probabili dagli scommettitori (ma il ventaglio delle opzioni è vastissimo e comprende ipotesi fantasiose come quella di Dougal Maguire, il nome del prete cattolico protagonista della sitcom irlandese Father Ted), che raccolgono un’infinità di giocate anche sulla durata delle elezioni: così, mentre un Conclave di 4 giorni è dato 7 contro 1, un’elezione alla prima votazione verrebbe pagata 3 volte e mezzo la posta.

Scola, Scherer e Ouellet sono i favoriti dei più autorevoli commentatori (i cui pronostici, avverte il vaticanista della Stampa Andrea Tornielli, “non si avverano mai”), Scola, Turkson e Bertone quelli dei bookmaker: certo, quel nome in comune, e al primo posto, qualche indicazione la dà. Il tempo per scommettere c’è ancora.

Enrico Steidler

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