Arte&Cultura
Castèstyle, l’evento dove nasci due volte
Castè, con l’aria dolce del ponentino che arriva dal mare o il sole che è un caldo abbraccio, è un minuscolo paesino medievale dell’immediato entroterra ligure, ai confini del Parco delle Cinque Terre.
CASTE’ E CASTE’STYLE- Il piccolo borgo Castè, dove il benessere e la serenità sono a portata di tutti, risale al 1400 ed è a poca distanza dal mare. Un villaggio vivo soprattutto in estate, tanto che il laboratorio d’arte “Castéstyle”, ivi formatosi nel 2010, è in pieno fermento recuperando attrezzature come macchine da cucire del Novecento, vecchi mobili in legno, poltrone, bauli per reinterpretarli versione “reloaded”grazie alla geniale creatività dei grandi nomi dell’arte Mauro Manco e Simone Lucchesi. Oggetti che con Castèstyle nascono due volte tra conservazione e modernità, per diventare “nuovi”, in un vero e proprio esperanto creativo senza melò. Castèstyle è il design dalla forte personalità con colori vitaminici, palette inedite e grafiche sontuose per un’allure sofisticata senza ostentazioni.Come spiega la pr Serenella Messina”il recupero è punto di partenza per affermare lo stile di Castè, che è rispetto per la natura, riappropriazione di spazi, di emozioni e sentimenti , la ferma volontà di vivere immersi nella bellezza, nell’arte e nella natura.” In particolare Lucchesi ha partecipato a giugno alla collettiva “Arte, Sogno, Fiaba e Territori Invisibili” della GabArt di Sarzana dove ha presentato lavori inediti finalizzati in digitale e stampati su vari supporti come vetri o stoffe artistiche che decorano le installazioni di Castèstyle. In più Castèstyle ha partecipato con successo nei giorni scorsi sia alla mostra del Tigullio a Chiavari che alla” Casa in Piazza” a Sarzana.
LA MOSTRA- Tira aria d’arte contaminata di design, come testimonia anche la mostra organizzata da Castèstyle a Castè il prossimo 30 luglio (vernice con musica dal vivo e apericena ingresso libero) per due settimane con una decina di quadri di Lucchesi alla Locanda e poi le installazioni di mobili d’arte negli angoli più belli del borgo fino alla Corte Paganini. Come chiosa Lucchesi “usare la carta o il pennello è oggi superato, io lavoro da anni col digitale e ho necessità di usare altri supporti, la carta ha per così dire stufato. Ora sto mettendo immagini su texture diverse come i murales. Non ho l’ambizione di chiamarle opere d’arte ma l’umiltà di definirne la contaminazione visiva arte e design”. Anche Manco di Castèstyle si definisce “un giocatore dell’arte”, con l’umiltà che è solo dei grandi.