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Ultrà dell’Inter, la carica dei 101 (idioti)

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coltelli ultrà Inter

Uscita autostradale di Napoli Nord, ore 19.30 di ieri sera. Due autobus carichi di ultrà nerazzurri diretti al San Paolo – dove è in programma il quarto di finale di Coppa Italia fra gli uomini di Benitez e l’Armata Brancaleone del Mancio – vengono fermati dalla polizia, e durante la perquisizione salta fuori di tutto: coltelli, di cui un paio ricordano quello del “lupo cattivo” di Shining, bastoni di legno, spranghe e “diversi litri di superalcolici”. I “tifosi”, circa un centinaio, molti dei quali in evidente stato di ebbrezza, vengono identificati, denunciati e riaccompagnati dagli agenti della Mobile fino al confine con il Lazio. Particolare degno di nota: anche se armati fino ai denti e mezzi ciucchi, i Cattivik della Nord sono tutti in possesso di regolare biglietto e di tessera del tifoso.

Vita da ultrà...

Vita da ultrà…

QUEI BRAVI RAGAZZI“Erano pronti alla guerriglia” titola l’edizione digitale del Mattino, ma consoliamoci pensando che viviamo in un Paese serio, e ora la carne da cannone di cui sopra è impegnata nella posa di binari ferroviari lungo il gelido confine con la Slovenia… E invece no! Nessuna consolazione, nessun Paese serio. Qui da noi, purtroppo, la società civile si difende solo a colpi di Daspo, e se la polizia di Napoli intercetta una mandria di curvaioli allo stato brado l’unica cosa che può fare è di condurla al pascolo al di là del Garigliano. Che dire? Tutto normale… E siccome oltre al danno c’è sempre la beffa, ecco che ci tocca pure sopportare lo spettacolo dei “bravi ragazzi” che salgono in cattedra per impartire lezioni di vita e di buona condotta. Tra un cicchetto e l’altro, naturalmente.

EIA EIA AMALA’ “Noi scriviamo a nome della Curva – si leggeva ieri sul lungo comunicato con il quale gli ultrà nerazzurri hanno archiviato a modo loro il caso-Icardi (il pesante scambio di insulti fra Maurito e i “suoi” tifosi dopo la gara persa col Sassuolo) – A nome di quelle poche centinaia di persone che l’Inter la seguono ovunque. Di quei ragazzi e di quei ‘vecchietti’ che portano avanti il nome della Nord da anni. Nel silenzio, con la totale dedizione e la passione gratuita incondizionata per i colori dell’Inter. In ogni stadio. Senza chiedere nulla in cambio, se non il Rispetto. Il rispetto a chi dona una fetta immensa della sua vita per l’Inter nel nome della Curva. Il rispetto per la Maglia, che noi Amiamo e consideriamo Sacra“.

Ora, che dite voi? Meritano rispetto i cento idioti che si sono fatti beccare mezzi ubriachi e armati di coltello? E sono degni di quella maglia che considerano sacra, oppure la oltraggiano? Mah, chissà… Una cosa, però, è sicura, ed è la maglia che sembra fatta apposta per loro: è bianca, questa casacca “sacra” e benedetta, e ha tante strisce nere verticali. Sì, avete capito bene: è la divisa dei galeotti! Gli piacerebbe? Ne dubitiamo, ma la meritano in pieno. Altro che rispetto.

Enrico Steidler

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