Focus
Ferrero, non sparate sulla Croce Rozza
Veni, vidi, smarronai. Massimo Ferrero, numero uno della Samp, è nel calcio da soli pochi mesi, ma è già diventato impossibile tener conto di tutte le belinate – come si dice nella sua città d’adozione – di cui si è reso protagonista. D’altra parte, si sa, è come per le ciliegie: una tira l’altra, e il Viperetta – a quanto pare – ama le scorpacciate.
ORGOGLIO BURINO – Facciamo un esempio, uno dei tanti che si potrebbero fare. Immaginate di essere un presidente di calcio – l’ultimo arrivato, per inciso – e di esortare Moratti a sbarazzarsi di quel filippino di Thohir. Ecco: riuscite a immaginare una belinata più grossa, penosa e imbarazzante di questa? Difficile, diciamo la verità. E invece no! Per uno come Ferrero è solo il primo step. Il secondo, infatti, è renderla nota a tutti davanti alle telecamere ridacchiandoci sopra con quella faccia un po’ così che abbiamo noi che andiamo a Sampdoria. Impagabile. Come se non bastasse, arrivano poi delle parole di scuse (“La mia era solo una battuta ed è stata strumentalizzata. Agnelli ha detto ben di peggio, ma nessuno lo ha criticato perché ha i giornali dalla sua parte”) a dir poco inscusabili e infine – giusto per far capire a tutti quanto fosse sentito e spontaneo il suo pentimento – arriva il retweet con la maglietta “filippina”. Idolo.
Ora, quale sarà la prossima mossa del nostro eroe? Come diavolo riuscirà a peggiorare ulteriormente una situazione – e un’immagine, la sua – ormai già così compromessa? Mah, chissà. Per noi è difficilissimo immaginarlo, ma per Massimo Ferrero è…una belinata.
Enrico Steidler