Esteri
Zoo di Copenaghen, il paradiso dei serial killer
Memento Leo, quia pulvis es et in pulverem reverteris. Ricordati leone, che polvere sei e polvere ritornerai. Sembra incredibile, ma a meno di due mesi dalla raccapricciante uccisione del giraffino Marius i dottor Morte dello zoo di Copenaghen, capitanati dall’amministratore Steffen Straede, hanno aggiunto altri 4 teschi sul loro macabro pallottoliere, un’intera famiglia di leoni, due “anziani” (16 anni il maschio, 14 la femmina) e due cuccioli di 10 mesi. Questa volta, però, il modus operandi dei serial killer si è fatto meno brutale e spettacolare (al colpo di pistola in testa davanti alle telecamere si è preferita l’iniezione letale al riparo da sguardi indiscreti, informa Spiegel on line), e il delitto, consumato lunedì scorso, viene ora descritto come un atto quasi caritatevole: “A causa del comportamento naturale dei leoni” – scrive in una nota la direzione – “lo zoo ha dovuto applicare l’eutanasia a due leoni anziani e a due piccoli che non erano abbastanza cresciuti per sopravvivere da soli”.
LA DURA LEGGE DELLA VITA E DELLA MORTE – Già, perché ora c’è un nuovo ospite nella ridente struttura della capitale danese, un giovane esemplare fresco papà di una splendida cucciolata di leoncini che avrebbe “sicuramente ucciso” i piccoli della coppia di “anziani”. “Le nostre decisioni hanno un fondamento scientifico“, sostengono i responsabili dello zoo nel maldestro tentativo di ripulirsi le mani insanguinate: “Noi vogliamo sempre il meglio per i nostri animali, ma purtroppo nel caso dei leoni, come in quello di Marius, non abbiamo trovato nessun giardino zoologico che fosse disposto a prenderli in consegna”. Colpa dei leoni e delle loro abitudini sanguinarie, insomma, e di tutti quelli che sono rimasti sordi alla nostra richiesta di aiuto…
QUELLA VOGLIA MATTA DI LEBENSRAUM – Tu chiamali se vuoi dejà-vu. Dopo la tutela della purezza della razza (“le regole europee su giardini zoologici e acquari impongono di evitare la consanguineità” scrissero i burocrati dell’eugenetica per giustificare l’esecuzione del giraffino), ecco riaffiorare dal baratro della coscienza la necessità di spazi vitali: come il povero Marius, anche i felini godevano di ottima salute, e tuttavia non potevano coesistere con i nuovi arrivati e loro esigenze di assoluto controllo del territorio. Al ghetto, quindi, o alla deportazione, si è preferita la soluzione finale: c’est plus facile.
“Più che uno zoo, la struttura di Copenaghen sembra essere diventata un mattatoio” – commenta Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa, Ente nazionale protezione animali. “A quale risibile pretesto ricorrerà lo zoo di Copenaghen nel disperato tentativo di salvare la faccia di fronte all’opinione pubblica internazionale? Marius è stato ucciso perché di troppo; i due cuccioli di leone invece per evitare una possibile aggressione da parte di altri adulti. In altri termini” – conclude il direttore dell’Ente morale fondato nel 1871 per volere di Giuseppe Garibaldi – “con una deprecabile operazione di maquillage linguistico, la struttura, che ha definito la soppressione dei cuccioli come “eutanasia”, vorrebbe quasi lasciare intendere che gli animali sarebbe stati uccisi per nel loro stesso interesse. Uccisioni come quelle perpetrate in Danimarca non sono più tollerabili e sono in palese conflitto con l’idea di civiltà di cui l’Europa intende farsi portatrice”.
Enrico Steidler
