Osservatorio
Calciomercato, i voti alle operazioni di Lazio e Roma

Ne abbiamo parlato e scritto tantissimo. Vi abbiamo dato conto di nomi, suggestioni, ipotesi, fantasie. Abbiamo parlato di trattative naufragate e altre esplose di colpo. Di telenovele infinite e di affari fatti dal nulla.
Vi abbiamo raccontato il calciomercato di Roma e Lazio, ma adesso bisogna tirare le somme. Come sono andate le due romane? Male, entrambe. E i voti non possono che essere delle insufficienze.

Casadei. Fonte foto: RomaToday
Calciomercato Lazio, niente cessioni ma rimpianto Casadei
Partiamo dai biancocelesti, rimasti impelagati per tutta la sessione invernale dietro la suggestione di Casadei. Il centrocampista del Chelsea è andato al Torino dopo una trattativa infinita in cui la Lazio sembrava, ad un certo punto, aver avuto la meglio.
C’è da dire una cosa, però: la squadra di Baroni non ha ceduto nessuno. E ha portato a casa tre colpi interessanti. Il primo è quello di Arijon Ibrahimovic, arrivato in prestito secco dal Bayern Monaco. Il secondo è Oliver Provstgaard, scommessa di 4 milioni che arriva dalla Danimarca. L’altro è invece un profilo molto interessante, tra i più seguiti della Serie A: Reda Belahyane, centrocampista ex Hellas Verona arrivato per 9,45 milioni di euro.
Tanta fatica, poca sostanza, per una squadra “difficilmente migliorabile” secondo Fabiani. Il nostro voto? Un 5.

Salah-Eddine. Fonte Foto: Calciomercato.com
Roma, la rivoluzione che non c’è
Doveva essere rivoluzione. E alla fine rivoluzione non è stata. La Roma di Ghisolfi rimane ferma al palo, nonostante ben 5 colpi. Fuori cinque giocatori (Enzo Le Fée, Mathew Ryan, Mario Hermoso, Nicola Zalewski e Samuel Dahl). Dentro altri cinque: Devyne Rensch, già provato da Ranieri, il secondo portiere Pierluigi Gollini e poi tre colpi arrivati nelle ultime ore. Si tratta di Victor Nelsson, Lucas Gourna-Douath e Anass Salah-Eddine.
Profili sconosciuti o quasi, colpi low cost, nessun titolare. Ma è soprattutto un altro il dato da sottolineare: a gennaio sono partiti ben 4 colpi estivi. Una bocciatura netta e senza mezzi termini del lavoro fatto in estate, quando si è deciso di puntare su profili non funzionali, su giocatori non pronti. Alla fine il voto, anche qui, non può che essere un 5. Per invertire la stagione servivano colpi importanti. Per giorni si è fatto il nome di Frattesi, come adesso si fa quello di Ancelotti per la panchina. La verità, però, è un’altra. La dimensione della Roma non è più quella di Mourinho.














