Osservatorio
Roma, il ritorno di De Rossi è impossibile? Intanto la Lazio si gode Nuno Tavares
La pausa delle nazionali sa essere terribile, quando ci si mette. Sa essere lunga, lenta, micidiale. Ti logora e ti indebolisce, ti arrabbia. La pausa delle nazionali è questo e forse anche peggio se prima di fermarti non sei riuscito a vincere col Monza, anche a causa di un torto arbitrale di dimensioni clamorose. È ancora più interminabile se si considera che sei andato in Svezia, in Europa League, per perdere contro l’Eflsborg.
La pausa delle nazionali, a volte, fa pensare a cose assurde, impossibili. Come ad esempio il ritorno di De Rossi a Trigoria. Una voce che si sta facendo troppo, troppo insistente.
Il telefono sempre acceso
Per dimenticare l’esonero dalla Roma, De Rossi è scappato insieme alla moglie in terra islandese. Poi è tornato, ieri sera è stato a cena con i reduci del Mondiale del 2006, e sicuramente a tavola qualcuno la domanda gliel’avrà fatta: “ma se ti chiama la Roma, torneresti?”.
Il no, nel cuore e nella mente di De Rossi, non è contemplato. Ma neanche un sì senza condizioni, senza un attimo di ripensamento, di analisi. La ferita scotta ancora, brucia e sarebbe difficile metterci sopra solo un cerotto. Di certo a Trigoria non c’è più Lina Souloukou, con la quale l’allenatore di Ostia non si era mai riappacificato dopo la lite estiva, e ci sono ancora tutti quei giocatori che con lui hanno costruito la stagione. In tutto questo, poi, c’è Ivan Juric, un allenatore che più traghettatore di così non potrebbe essere. La società, per il momento, è con lui. Ma le vie che portano a Roma sono infinite. E De Rossi lo sa bene.
La Lazio ha il suo treno
Tutta un’altra aria in casa Lazio, che nonostante una campagna acquisti non particolarmente dispendiosa, in campo sta raccogliendo punti, prestazioni e soprattutto tanta morale. Merito anche dell’esplosione di uno degli acquisti di questa estate, l’esterno Nuno Tavares, arrivato in prestito dall’Arsenal nell’indifferenza generale.
5 partite fin qui con la maglia biancoceleste e ben 5 assist, con il 36% di partecipazione ai gol della squadra di Baroni. Una spina nel fianco delle difese avversarie, un treno che corre a tutta fascia e che rappresenta veramente un’arma importantissima, in Serie A come in Europa. Il costo? 6 milioni di euro per il riscatto, obbligatorio, e percentuale sulla futura rivendita. Per fare affari, a volte, non serve spendere chissà che cosa.