Osservatorio
Roma, basta rimpianti. Anche senza Dybala
Dopo il brutto avvio di campionato, fatto di 1 punto in 3 partite, segnato dal pareggio monocorde contro la Salernitana e le due sconfitte contro Hellas Verona e Milan, in molti, tra i tifosi della Roma, si erano imposti un obiettivo: non guardare più la classifica. Sarebbe stato umiliante, vedere la squadra di Mourinho e Dybala laggiù, impelagata nei bassifondi.
Con l’Empoli c’è stato un sussulto, una tentazione. Ma l’impresa andava portata a termine: la classifica si sarebbe riguardata alla sosta di campionato, alla pausa prima di Monza e Inter. Quel momento è arrivato e in mezzo ci sono state altre due vittorie, contro Frosinone e Cagliari, un pareggio a Torino e una clamorosa sconfitta a Genova. La Roma è decima, un punto in più dei cugini della Lazio (che però hanno già affrontato Napoli, Juventus, Milan e Atalanta, uscendo con un bottino di 4 punti), un punto in meno dei corregionali del Frosinone. Il quarto posto è lontano sei lunghezze. La testa della classifica addirittura 10.
Roma, il rimpianto della classifica
Se la classifica fa male, fare due calcoli di quanto si è lasciato indietro è ancora peggio. Se la Roma avesse fatto la Roma, vincendo quindi contro Salernitana, Hellas Verona e Genoa, avversarie abbondantemente alla sua portata, oggi avrebbe 8 punti in più. Gli stessi dell’Inter, solo 2 in meno del Milan. Per questo il black out di questa squadra è così assurdo, incommentabile, oltraggioso. Una squadra che mette insieme Dybala e Lukaku, relegata in uno stagno di mezza classifica. Una squadra con due campioni del mondo, con talenti o quanto meno buoni giocatori sparsi in tutte le zone del campo, incapace di vincere più di due partite di fila. Certo, in mezzo c’è l’Europa. E anche lì sono arrivate due vittorie, contro Sheriff Tiraspol e Servette. Ma adesso si fa sul serio. Adesso la prossima da sfidare è lo Slavia Praga, in un doppio impegno che sa di spareggio per il primo posto.
Il punto sugli infortunati, col punto interrogativo Dybala
Adesso si fa sul serio anche in campionato, perché le avversarie facili, sulla carta, sono finite. Dopo il Monza in casa, si va a San Siro a sfidare l’Inter, la squadra ad oggi più forte del campionato. La settimana dopo c’è il Lecce, ma subito dopo ecco il derby. La Roma si avvicina a un momento chiave della sua stagione. Il momento della verità, quello delle prime partite decisive, del dentro o fuori. Per affrontarlo molto probabilmente non avrà Paulo Dybala, che punta invece alla sfida con la Lazio, e neanche il capitano Lorenzo Pellegrini. Punto interrogativo su Smalling e Llorente, che dovrebbero rientrare dopo la sosta. Incognita ancora più grande quella su Renato Sanches, il più fragile tra gli uomini di Mourinho. L’argentino, che intanto non risponderà alla convocazione della nazionale, ha accusato un lieve stiramento al collaterale. I tempi di recupero si aggirano tra le 2 e le 3 settimane, ma con lo stesso tipo di infortunio, alla Juventus, Dybala è stato ai box per 3 mesi.
Una grande incognita, insomma. Che non aiuta di certo, ma che non può essere un alibi. Perché per affrontare questo momento basterà serrare i ranghi. Basterà scendere in campo con la fame e la voglia di vincere. Per dare uno scossone al campionato, per rilanciare le proprie ambizioni, per non pensare più ai rimpianti. E per guardare la classifica con un po’ di speranza in più.