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Xavi, fuoriclasse e “gentiluomo”: “L’Inter di Mourinho? Non se la ricorda più nessuno”
Come Iniesta, più di Iniesta. Nell’ambiente del Barcellona, si sa, la simpatia per l’uomo che trionfò al Camp Nou dopo una battaglia leggendaria alzando le braccia al cielo di fronte a centomila tifosi “attapirati” è ai minimi storici, e difficilmente risalirà in futuro. Questo sentimento, peraltro ricambiato di cuore dal tecnico di Setúbal malgrado i suoi felici trascorsi in Catalogna (fu vice di Robson e di van Gaal sulla panchina blaugrana alla fine degli anni ’90), riaffiora spesso nelle parole dei protagonisti sconfitti in quella storica semifinale di Champions League: qualche tempo fa, ad esempio, fu Andrés Iniesta a guadagnarsi gli onori della cronaca grazie ad un amabile pensiero rivolto allo Special One (“Mourinho è stato dannoso per il calcio spagnolo, parlano i fatti in merito a questo argomento”). Ora è la volta – l’ennesima, a dire il vero – di Xavi Hernández Creus, che dalle pagine del periodico spagnolo “Panenka” sferra un attacco su tre fronti, portoghese, inglese e italiano: “Chi se la ricorda l’Inter che vinse la Champions League?” – si domanda con ironia intinta nel curaro il centrocampista del Barça – “Semplice, nessuno. E’ una squadra che non ha lasciato un’eredità. Lo stesso discorso vale anche per il Chelsea di Roberto Di Matteo”.
“NOBLESSE” OBLIGE – “Mourinho è un tecnico che punta solo al risultato” – aggiunge l’esteta Xavi censurando la concretezza priva di fronzoli, e obiettivamente poco spettacolare, del tecnico lusitano – “Si è proclamato Special One, dice (!) che ha vinto questo e quello in tanti Paesi diversi ma non mi piace come giocano le sue squadre”. Opinione più che legittima, ovviamente, che ha però la sinistra caratteristica di essere stata ripetuta un’infinità di volte, quasi come se fosse un “atto dovuto”, un rituale (avvelenato) da consumare sull’altare del bel gioco e della “superiorità” blaugrana. Sentite un po’ cosa diceva la scorsa primavera lo stesso fuoriclasse del Barça e della nazionale spagnola: “Non è possibile che un grande club giochi come il Real Madrid di Josè Mourinho. Non voglio che la gente pensi che attacco sempre Mourinho perché non è mia intenzione, però è evidente che non mi piace il calcio che mostra in campo. (…) Il suo Real non ha lasciato nulla per il futuro”.
UNA RISATA VI SEPPELLIRA’ – Ok, il football di Mourinho non è spumeggiante come quello messo in mostra da altri allenatori, e lo Special è molto più bravo a raccogliere che a seminare: messaggio ricevuto, e in larga misura condiviso. Ma che bisogno c’era, al di là dell’insistenza quasi molesta con il quale viene ripetuto, di lasciarsi andare a considerazioni collaterali di così rara temerarietà? L’Inter del triplete e il Chelsea di Roberto Di Matteo non se li ricorda più nessuno? Mourinho si è autoproclamato Special One? Dice che ha vinto…? Chissà cosa ne pensano al di là della Manica di queste parole. Di sicuro, conoscendoli, si staranno facendo grasse risate alle spalle dell’uomo che le ha pronunciate e dei suoi lutti non ancora elaborati.
Ad ogni modo, una cosa è ancora più sicura: supponiamo per un attimo – giusto il tempo necessario per perdere ogni contatto con la realtà – che la provocazione di Xavi (l’Inter e il Chelsea non se li ricorda più nessuno) sia vera. Cosa salta subito agli occhi? Che è vera per tutti, ma evidentemente non per due. Quelle squadre, infatti, i signori Iniesta e Xavi se le ricordano benissimo, eccome, e non le dimenticheranno mai.
Enrico Steidler