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“Quando gioca segna sempre” – Il ritorno di Trezeguet
Alcuni calciatori lasciano un segno indelebile sulla maglia di una squadra. Sarà il modo di portarla, saranno gli anni che passano, saranno i gol e le esultanze sempre diverse, o forse sarà il numero. Ma ci sono calciatori che pur passando restano. Indelebili. Come un 17 scritto per sempre sulla maglia della Juventus: David Trezeguet.
GIOCO D’AZZARDO – David Trezeguet era uno su cui scommettere. Lo sapeva la triade quando lo portò via da Monaco (città di uno dei più grandi casinò d’Europa) nel 2000. Lo capì presto Ancelotti, che gli diede spazio e fiducia pur avendo Del Piero e Inzaghi. Una coppia destinata ad essere, mai stata. Perchè Del Piero poi avrebbe fatto rima con Trezeguet, nelle tantissime formazioni della Juve che si chiudevano con i loro nomi. Come una cantilena, piacevole.
EMOZIONI A COLORI – Raccontare la carriera di David Trezeguet ripercorrendola in ordine cronologico sarebbe noioso e oltretutto non renderebbe la grandezza del personaggio: un top-player nel senso puro. Perchè era uno che portava punti alla propria squadra, e perchè ha mantenuto le distanze tra il sostantivo (player) e l’attributo (top). Uno capace di parlare sul campo, senza mai farsi notare per i propri atteggiamenti fuori dal rettangolo verde. Era questo David Trezeguet. Quello dei due gol nelle semifinali di Champions al Real Madrid e di un rigore sbagliato in finale che ancora grida vendetta negli incubi del tifoso juventino. David Trezeguet è quello che quando supera le 20 presenze in campionato va in doppia cifra, da sempre. E’ quello che sfruttò una rovesciata di Del Piero per mettere in rete un pallone che valeva uno scudetto in un match decisivo a San Siro. E ce ne sarebbero di storie da raccontare su David Trezeguet. La più bella forse può racchiuderla quella dei 15 gol in Serie B. Lui che con la Juve era diventato grande, capace di restarle accanto, nel momento più difficile. E ogni gol nel campionato cadetto accolto dallo stesso urlo, come se fosse in una finale di Champions. E lo sguardo alto a cercare la mamma che nell’Olimpico di Torino era nel proprio palchetto a lanciar coriandoli. Di tutti i colori, ma soprattutto bianco e neri.
DAVID, NON AVER PAURA – Di sbagliare un calcio di rigore. E ne ha sbagliati due, pesantissimi. Uno in finale di Champions e uno in finale mondiale. Entrambi costati a Juventus e Francia il titolo. Un incubo, per uno che alle proprie squadre ha regalato tanto. Perchè alla Juve ha dato tutto se stesso, alla Francia il golden gol in finale di un Europeo vinto contro l’Italia. Ma dagli 11 metri è tutta un’altra storia, e la paura ha prevalso. Due rigori pesanti, come macigni.
RE DAVID – E’ la carriera che l’ha coronato Re. Il più grande goleador straniero nella storia della Juventus, il quarto di sempre. Quasi 200 gol all’attivo con i bianconeri e quel modo insolito e strano di lasciare la Juve. Senza un giro di campo, senza raccogliere le sciarpe dei tifosi e le lacrime dei più nostalgici. E’ per questo che Domenica sera nell’intervallo di Juventus – Roma Trezeguet avrà quello che ha meritato sul campo. Un’ovazione, un omaggio. Il giusto tributo al re del gol. A colui che, come dicono i cori dei tifosi, “quando gioca segna sempre”.
Giuseppe Andriani