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Cure costose, metodo stamina: Tutti i dibattiti sulla salute in Italia

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Aumentano i costi della salute

In Italia i dibattiti, le controversie e le lamentele a furor di popolo sono ormai la prassi. In ambito di salute e sanità non c’è nessuna eccezione.

QUANDO LA BUROCRAZIA E’ UN PROBLEMA – Un ragazzo di 22 anni, di Salerno, affetto da distrofia muscolare di Duchenne, si è visto infatti rifiutare dall’ASL la fornitura di un alimento iperproteico (che sostituisce il cibo, date le difficoltà di deglutizione provocare da questa patologia) per colpa della burocrazia, dato che questo tipo di alimenti non è considerato mutuabile.

IL CASO STAMINA – Altre controversie sono quelle sul metodo stamina. Inventato da Davide Vannoni (laureato in lettere e filosofia), prevede l’utilizzo di cellule mesenchimali che, dopo esposizione ad acido retinoico, vengono convertiti in neuroni. Vannoni ha sempre evitato di rendere note le basi scientifiche di questo metodo e, anzi, non ha mai pubblicato nessun articolo ne ha mai richiesto il brevetto (per la cui concessione ci vuole il lasciapassare degli esaminatori che ne hanno sollevato spesse volte obiezioni e hanno richiesto maggiori informazioni). Data l’assenza di una validazione scientifica, i pazienti che venivano inizialmente sottoposti a queste cure (che alcune volte si dimostravano efficaci, soprattutto per diminuire le problematiche in varie patologie), si sono visti rifiutare o interrompere le cure nelle strutture abilitate. Dopo la sentenza del tribunale dell’Aquila (che ha garantito alla bambina Noemi di poter aver accesso alle cure), anche il tribunale di Pesaro ha autorizzato l’infusione di cellule staminali con il metodo stamina ad un bambino di 3 anni affetto da un rarissimo morbo che gli sta paralizzando il corpo. Il direttore del laboratorio di cellule staminali della Sapienza, Paolo Bianco, ha affermato: “Troppi segreti su stamina, il ministro pubblichi il protocollo, perché l’interesse pubblico è la chiarezza”. Mentre il Ministro della Salute Lorenzin ha dichiarato che “Io non posso, perché il ministero è vincolato, ma credo che sarebbe opportuno da parte di Stamina rendere pubblico il metodo”.

Metodo stamina

Continuano i dibattiti sul metodo stamina

STAMINALI CARDIACHE – In contemporanea arriva poi una notizia, sempre da Roma, dove Filippo Crea, in collaborazione con Piero Aversa (della Harvard Medical School), ha evidenziato con uno studio che, solo se le cellule staminali cardiache, le cosi dette “ripara cuore”, funzionano bene c’è una ripresa normale dopo un infarto, mentre quando sono mal funzionanti, la prognosi diventa più sfavorevole.

SANITA’ TROPPO COSTOSA – Tutto in contrapposizione con quanto presentato a Roma oggi, dove il XII Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità, che quest’anno era intitolato “Permesso di cura” , autore il CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici) ha sottolineato come in Italia curarsi è diventato sempre più costoso. Ad emergere sono gravi carenze in ambito di diritto della salute (i cui diritti basilari non sarebbero garantiti). Un esempio su tutti: si stima che l’84% dei lavoratori non riesca a conciliare il lavoro e le cure. Per motivi di salute ben il 63% viene licenziato e più del 60% ha avuto problemi coi permessi retribuiti. La brutta notizia è che, per questo, il 43% è costretto a nascondere la propria malattia. I costi delle cure poi, spingono sempre più persone a rinunciare ai farmaci e alle analisi. Secondo Tonino Taceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato e responsabile del CnAMC: “ Ritardare o rinunciare alle cure necessarie, perdere il posto di lavoro, confrontarsi con la crisi dei redditi familiari e con le discriminazioni regionali nell’accesso alle prestazioni socio sanitarie è ciò che vivono sulla propria pelle i cittadini grazie ad anni di politiche di disinvestimento del Welfare e di erosione dei diritti. Non possiamo accettare che per “fare cassa” si continui a smantellare il Sistema Sanitario Nazionale o, peggio ancora, a svendere i diritti dei cittadini alla salute, al lavoro e all’inclusione sociale”.

Luca Porfido

 

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