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Esteri

Ucraina: continua la protesta del popolo per l’ingresso nella UE

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La situazione in Ucraina resta in bilico

La protesta in Ucraina per il mancato ingresso nell'UE

La rivolta in Ucraina contro il governo in carica rappresenta uno dei tanti focolai di lotta per la democrazia che in questi ultimi anni stanno avvenendo in tutto il mondo, specialmente nell’Europa dell’Est e in medio-oriente.

IL MOTIVO DELLA RIVOLTA – Diciotto giorni fa, infatti, il governo ha deciso di non firmare l’accordo che poneva fine ai negoziati tra Kiev e Bruxelles e che avrebbe permesso all’Ucraina di entrare a far parte dell’UE.
Immediate le reazioni del popolo: le manifestazioni si sono susseguite in maniera sempre più imponente, tanto che nella giornata di domenica  c’ erano più di 300 mila manifestanti per le strade della capitale. La situazione per il presidente Viktor Yanukovich diventa molto spinosa. Si tratterebbe di rinunciare al dietrofront dell’ultimo momento, ritornando sui suoi passi e firmando l’accordo con l’Unione Europea.

LA PROTESTA – Secondo molti l’abbattimento della statua di Lenin a Kiev significherebbe una rottura tra il popolo ucraino e la Russia, da sempre alleata. In realtà quello che traspare è una speranza, cioè che, entrando a far parte dell’UE, il tanto agognato sviluppo economico e la modernizzazione possano finalmente prendere piede, dopo il fallimento della cosi detta “rivoluzione arancione” avvenuta nel 2004. Anche la figlia dell’ex premier, Tymoshenko (detenuto in carcere), è scesa in piazza per protestare insieme al popolo e ha letto un messaggio della madre: “Il nostro obiettivo sono le dimissioni immediate del presidente dell’Ucraina. Vada via subito” mentre tutta la folla urlava a gran voce “dimissioni”. Intanto è scoppiato anche un giallo che vede coinvolto proprio il partito della Tymoshenko, nella cui sede avrebbero fatto irruzione i poliziotti del nucleo antisommossa.

UNIONE EUROPEA POCO CONVINTA – Mentre Polonia e Svezia premono per l’ingresso dell’Ucraina nell’UE, altri stati membri non sarebbero molto convinti di abbracciare una nuova nazione, arretrata dal punto di vista industriale e infrastrutturale, in un momento critico per l’intera Europa, e non vorrebbero pagare in termini economici l’integrazione, anche perché per l’Ucraina ci sarebbero non poche perdite a livello di mercato dato l’allontanamento dall’economia russa.

Luca Porfido

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