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Primarie Pd: tre milioni al voto. Trionfo di Matteo Renzi, sfiora il 70 per cento
UNA FESTA DELLA DEMOCRAZIA – Oggi è stato un gran giorno. Quello delle primarie del Partito Democratico. Un giorno importante, non tanto perché sarà eletto un segretario di partito. Ma soprattutto, perché sarà sicuramente candidato alla premiership del Paese. Malgrado tutti si affrettino a smentirlo. Perché questa volta i candidati non sono tutti uguali e ognuno di loro potrebbe dare una significativa impronta alla linea politica del Pd, nel bene o nel male. Nel segno della continuità o del cambiamento. Perché qualunque cittadino dai 16 anni, può contribuire alle scelte di un grande partito, indipendentemente dal proprio convincimento. Perché tre milioni di persone si sono messe in file, per esprimere un opinione. Una bella giornata di democrazia.
IL VINCITORE – Eccolo qui il vincitore in “pectore” il grande favorito. Dopo oltre il 90% dei seggi scrutinati, gli exit pool danno Matteo Renzi al 70% dei consensi. Coetaneo di Civati (38 anni) ma con una storia nettamente diversa rispetto a Pippo, almeno fino all’incontro alla Leopolda dei “rottamatori”. Infatti nel 1994 è segretario provinciale del Partito Popolare fiorentino. Nel 2009 viene eletto Sindaco di Firenze: malgrado sembri occuparsi, più del governo che della città uno studio di Datamonitor dell’Ottobre 2013 lo colloca al quarto posto, nella classifica dei sindaci più apprezzati in Italia con un 56,5% . Del movimento dei rottamatori, di cui è stato ispiratore insieme a Civati , si è già detto tutto. Un po’ meno del fatto che, molti dirigenti pensionabili politicamente abbiano deciso di sostenerlo. Gli amici sostengono che questo è avvenuto per la capacità di Renzi di coinvolgere e condividere. I detrattori lo spiegano semplicemente con il classico salto sul carro del vincitore.
LO SCENARIO- Nel partito si è concluso il processo di dissolvenza del vecchio apparato dirigente, visto che Renzi e Civati hanno raccolto l’ 85% per cento dei consensi. A questo punto sarà inevitabile il pressing di Renzi sul governo, giustificato dalla sentenza della Consulta. Dopo il preaccordo con Letta, a proposito del sistema uninominale a doppio turno a cui ha fatto seguito solo ieri l’endorsment di Alfano, i giochi sembrano quasi fatti. La vera incognita, sarà il futuribile governo Renzi . Quale sarà il vero volto del rottamatore ? Quello delle civil partnership per le coppie gay o degli ammiccamenti con Marchionne ? Quello contro il nucleare o a favore dei termovalorizzatori?
Giuseppe Folchini