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Galliani come Maldini e Del Piero: Italia da Cuore Ingrato
“Ho ricevuto un grave danno alla reputazione. Sono d’accordo col ricambio generazionale ma fatto con eleganza, non in questo modo“. Dichiarazioni di un uomo ferito, che manifesta la sua profonda amarezza conservando l’eleganza e lo stile che lo hanno contrassegnato per un’intera carriera. Già, perchè Adriano Galliani non ha semplicemente segnato un’ intera generazione calcistica. Soprattutto, lo ha fatto dispensando lezioni di classe e purezza, di disponibilità e sincerità. Il modo in cui è stato trattato prima, liquidato dopo e infine ripagato (indecenti tutti e tre, senza mezzi termini) rammentano alla memoria dei tifosi quanto sia complicato, nel nostro Paese, dimostrare gratitudine, specie a chi la merita.
PALMERES-TERA‘ In 27 anni da Amministratore Delegato, Galliani ha vinto 28 titoli: 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per club, 5 Super-coppe europee, 8 scudetti, 6 Super-coppe italiane e 1 Coppa Italia. Ha contribuito in maniera fondamentale alla ribalta rossonera, fino a portare il Diavolo sul tetto del mondo. La quantità di quello che l’ oramai ex a.d. ha dato al Milan -questo è giusto riconoscerlo- è direttamente proporzionale a quello che il Milan stesso ha dato a lui. Grazie ai colori del club più titolato al mondo, Galliani è diventato un personaggio di fama mondiale, riconosciuto come uno dei più grandi dirigenti della storia del calcio e come uno dei migliori intenditori del pianeta in quanto a soccer e dintorni. Ma allora perchè chiudere così un binomio tanto idilliaco? Perchè sono bastati i capricci di un’ erede di casa Berlusconi per mandar via un personaggio di cotanto spessore?
DISGRAZIATI La risposta è tanto semplice quanto assurda: dimostrare gratitudine è una rara qualità. In Italia ancora meno. Qui, si sa, siamo i numeri uno quando c’è da puntare il dito, da giocare a scaricabarile, da attribuire colpe ed emanare giudizi. Un pò meno bravi, quasi pessimi a dirla tutta, lo siamo quando c’è da attribuire i giusti meriti o, come in questo caso, semplicemente dire grazie.
ALEX, PAOLO E ADRIANO Nei reati penali, la recidività è un’ importante aggravante della pena. In questo senso, anche noi “belpaesani” ne avremmo di anni da scontare. Impossibile non ricordare cosa è accaduto a mostri sacri come Del Piero e Maldini. I due eterni capitani di Juventus e Milan (ma i rossoneri son cocciuti?), nonchè bandiere e simboli assoluti di correttezza, senso di appartenenza e spirito di sacrificio, sono stati vittime di un comportamento simile al dottor Galliani. Poco importa da parte di chi. Per il 69enne nativo di Monza son stati i colleghi stessi, per Maldini furono un gruppo di tifosi beceri e ignoranti che dagli spalti lo fischiarono con immonda insensibilità, mentre per Del Piero fu la società, che con un incredibile qualunquismo lo mandò via a cercare fortune altrove. Che il nostro calcio fosse marcio lo si sapeva da tempo. Eppure, sarebbe bastato poco. Una parola sincera, degli obiettivi chiari e una franchezza che dalle nostre parti sembra esser sinonimo di debolezza. E allora, cari Galliani, Maldini e Del Piero. Un sentito grazie ve lo urliamo noi, stanchi di una cultura e di una mentalità orgogliose e arretrate che ci porteranno inesorabilmente a perdere personaggi simili a voi, semmai rinasceranno.
Antonio Fioretto
(@FiorettAntonio)