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La seconda rata Imu non si paga, copertura a carico delle banche
A CARICO DELLE BANCHE LO SGRAVIO – La seconda rata Imu non si paga. Il governo manterrà l’impegno che aveva assunto di abolire il pagamento della seconda rata dell’Imu. L’importo della rata abolita è di 2.150 miliardi, compresi gli immobili strumentali agricoli e viene coperta essenzialmente con interventi sul sistema bancario, con una quota di un terzo con anticipi sull’imposizione del risparmio amministrato e due terzi con aumenti di anticipi su Ires e Irap a fronte di un aumento delle aliquote che graverà solo per un anno sulle banche . L’anticipo corrisposto, sarà vicino al 130 %.
META’IMU PAGATA DAI CONTRIBUENTI – Metà dell’Imu destinata alle casse dei comuni che hanno alzato l’aliquota oltre i livelli standard sarà comunque versata dai contribuenti. Lo spiega la nota di Palazzo Chigi. Circa metà viene ristorata dallo Stato; l’altra metà verrà versata dai contribuenti a metà gennaio 2014. Scelta che ha scatenato soprattutto a Milano, dove l’aliquota è lo 0,6 per mille, le ire del sindaco Giuliano Pisapia. Imu sulla prima casa il Governo assunse due espliciti impegni: i contribuenti non avrebbero più pagato l’Imu nel 2013 e ai Comuni sarebbe stato garantito l’identico importo, onde poter assicurare l’erogazione di essenziali servizi ai cittadini. ” È troppo chiedere che finalmente si dia corso a impegni così esplicitamente assunti ?” ha chiesto polemicamente Pisapia, in aula consigliare.Le coperture al taglio Imu vengono criticate dal presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone (Fi): ” Gli anticipi si tradurranno in minori prestiti a favore di imprese e famiglie, e in maggiori costi per i clienti delle banche “.
QUOTE BANKITALIA RIVALUTATE – Il versamento degli acconti Ires e Irap è posticipato al 10 dicembre prossimo, per dar tempo di fare i conti. Il sistema bancario, chiamato a finanziare una tantum lo sgravio dell’Imu, ottiene tramite la rivalutazione delle quote Bankitalia un miglioramento della patrimonializzazione in vista degli stress test europei. Nel giro di due anni, le quote dovranno essere diluite in quanto nessuno potrà possedere una partecipazione superiore al 5% del capitale della banca centrale. Il governo ha anche ricevuto da Francoforte il nulla osta informale sulla modifica del valore delle quote di Banca d’Italia.
Giuseppe Folchini