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Arrigo Sacchi, la cultura del lavoro nel calcio e i giovani

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Uno dei più grandi allenatori di sempre, un punto di riferimento imprescindibile per il movimento calcistico italiano, di ieri e di oggi: in poche parole una leggenda dello sport. Arrigo Sacchi è stato protagonista questa mattina di un lungo hangout su Google+, organizzato da Betclic.it e trasmesso in diretta da SportCafe24. Ha risposto per un’ora e mezzo circa alle domande di un nutrito parterre di giornalisti e blogger, tra cui il nostro Orazio Rotunno, regalando spunti interessanti sul calcio odierno e quello del passato.

SACCHI E GLI ALLENATORI  – Tante le risposte sui grandi tecnici del calcio contemporaneo. Un esempio di applicazione perfetta di calcio totale? Jurgen Klopp, capace di costruire una squadra fortissima senza avere a disposizione top player. Rafa Benitez è un ottimo allenatore, lavora bene, ma “a Napoli mancano gli interpreti per la sua idea di calcio totale”. Carlo Ancelotti? “Il più bravo a cavarsela in situazioni precarie”(…) “il suo Real è un buon gruppo, ma non ancora una squadra”.

SACCHI E LA COSTRUZIONE DI UNA SQUADRA – Secondo la filosofia di Sacchi è fondamentale individuare giocatori che siano adatti ad una certa idea di gioco, funzionali ad un progetto. Un calciatore discreto può diventare ottimo se la squadra gioca bene. “Il gioco esalta i pregi di un singolo e ne nasconde i difetti”. Se ci sono i talenti tanto meglio, ma i grandi nomi, da soli, servono a poco.

SACCHI E IL CALCIO – Il calcio è un gioco di squadra, non individuale. Imporre il proprio gioco è fondamentale. La preparazione di una partita deve partire dall’avere un’idea chiara di gioco, senza pensare oltremisura alla tattica degli avversari. Il calcio nasce dalla coscienza della collettività, dalla cultura del lavoro e dell’impegno. È uno sport che nasce dalla mente prima che dai piedi. “La vera rivoluzione è la capacità di ragionamento (…) L’intelligenza non è un optional”. Attaccare prima che difendere: in Spagna funziona così, in Italia succede l’esatto contrario. “Se in Italia non si mette il gioco in primo piano, diventa una Torre di Babele”.

SACCHI E I GIOVANI – Arrigo Sacchi è attualmente Coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili. Nessuno meglio di lui può fare un punto sui nuovi talenti del calcio italiano. Quando gli viene chiesto chi sia il migliore la risposta è chiara: “l’anno scorso avrei risposto Insigne, ma ha perso brillantezza, colpa dei soldi”. Balotelli? “È un talento con molte controindicazioni”. L’Italia è piena di giovani di qualità, i traguardi raggiunti dalle Nazionali giovanili in questi anni lo testimoniano ( Under 17 e Under 21 sono vicecampioni europei in carica, così come la nazionale maggiore), ma non si vedono.

SACCHI E IL MILAN – Qualche parola infine sul Milan, la squadra che più di tutte ha saputo credere in lui: “ Non è un momento facile” (…)  “arriva alla sfida con il Celtic in condizioni non ottimali”. Sulla squadra costruita in questa stagione dice: ” il Milan ha preso molti giocatori a rischio per esigenze tecniche, non economiche”. E sul possibile addio di Galliani: “è uno dei migliori dirigenti al mondo. Il Milan perderebbe una persona colta, intelligente e preparata”.

Redazione SportCafe24

 

 

Inseguo il sogno di diventare giornalista dal 1989, anno in cui sono nato. Appassionato di ciclismo e calcio, mi impegno per raccontare il mondo dello sport da un punto di vista particolare, un po' eclettico, un po' folle.

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