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Giphoscope: la “nuova” frontiera della gif


Un modello di “Giphoscope”
Siamo abituati a vedere qualsiasi nuova tecnologia prodotta negli USA, Giappone o in ogni altro paese all’avanguardia. Per il nostro stivale, mai niente. Nessuna soddisfazione. Solo le briciole, magari qualche rara collaborazione (rigorosamente all’estero) di cui ben pochi verranno a conoscenza. Anche questo è sintomo della crisi, che non colpisce solo le tasche degli italiani, ma soprattutto i sogni e le speranze delle migliaia di giovani costretti ad accontentarsi di ciò che offre il panorama lavorativo.
Situazione tragica, ma è proprio in questi periodi che si è obbligati a evadere dalla mediocrità. Il lavoro non c’è? Beh, allora si inventa. Proprio come hanno fatto Marco Calabrese ed Alessandro Scali di “Officina K”, una bottega di Torino, creando il “Giphoscope”, un oggetto in grado di far visualizzare immagini in rapida sequenza come se fosse, appunto, una gif animata.
INNOVAZIONE RETRÒ – Di sicuro non stiamo parlando di un prodotto ai confini dell’innovazione tecnologica, ma “Giphoscope” non nasce con questo scopo. L’intento dei due giovani torinesi è piuttosto quello di “proporre ad artisti/gallerie/musei e collezionisti un proiettore di gif minimalista, anticonformista e retrofuturista realizzato su misura e prodotto a mano in Italia”, citando una frase di presentazione sul sito ufficiale (in inglese). Una manna, insomma, per i tanti amanti dello “strano”, che al prezzo di €299 potranno ricevere il loro modello, magari anche con un’animazione personalizzata, direttamente a casa.
SUCCESSO ANIMATO – Ecco la storia, dunque, di un’idea nemmeno troppo complessa, nata dalla base del “mutoscopio”, inventato nel lontano 1894 da Herman Casler. Il “Giphoscope” ha già suscitato l’attenzione di alcuni osservatori in giro per il mondo, come “CNET” e “The Verge”, e chissà che, prima o poi, non potrebbe diventare una piccola chicca comune nelle case italiane (e non solo). Applausi ai creatori, modello di riferimento per i tanti giovani in cerca di opportunità.
Andrea Siino
