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La depressione accorcia la vita

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La depressione accorcia la vita delle cellule

Che la depressione è un fattore che  influisce negativamente sulla qualità della vita è risaputo.
Secondo quanto appare, però, da una recente ricerca di un team guidato da Josine Verhoeven della Vrije Universiteit di Amsterdam, essere depressi accorcia la vita delle cellule.
Tutto questo si può spiegare analizzando i telomeri, le parti terminali dei cromosomi, il cui scopo è quello di proteggere il materiale genetico dallo “scorrere del tempo”, ovvero in seguito alle varie duplicazioni alle  quali il DNA va incontro. Secondo questo studio olandese, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, nelle persone malate di depressione i telomeri hanno una lunghezza minore.
Si spiegherebbe cosi l’incidenza maggiore in età avanzata di alcune patologie, come cancro, diabete obesità e malattie cardiovascolari  in chi soffre, o ha sofferto in passato, di questa malattia.

LO STUDIO – Lo studio ha analizzato più di 2400 campioni di sangue di altrettanti individui. Circa un terzo di loro era depresso, mentre un altro terzo aveva sofferto di depressione in passato.
Analizzando il DNA, si è riscontrato un accorciamento dei telomeri, che è indipendente da altri fattori di rischio, come abuso di alcol, sedentarietà o obesità. A dimostrazione di ciò, quei campioni che appartenevano a persone affette da forme molto gravi di depressione, mostravano un effetto maggiore. Secondo Verhoeven “Questo studio su larga scala fornisce prove convincenti dell’associazione della depressione con diversi anni di invecchiamento biologico“.

LA SITUAZIONE IN ITALIA – Un problema che non è comunque da sottovalutare in una società affetta da stress come la nostra. Solo in Italia si stima che circa 8 milioni di persone soffrano di stati d’ansia, 4 milioni di depressione e altri 4 milioni di insonnia, mentre circa 1 milione sono affetti da disturbo post-traumatico da stress (da considerare che tra le donne i tassi sono doppi rispetto agli uomini).
Secondo i vari esperti la crisi economica e il continuo stato di incertezza sul futuro, il lavoro e il benessere sociale, sono fattori che peggiorano la situazione.
I giovani non sono assolutamente esclusi, anzi, come afferma Emilio Sacchetti, presidente eletto SIP e direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Spedali Civili di Brescia,
Questi disturbi insorgono di norma nell’adolescenza o fra i giovani adulti, con picchi d’incidenza fra i 14 e i 30 anni. Ma possono perdurare se non vengono adeguatamente trattati“.
E’ proprio vero quindi che sorridere allunga la vita.

Luca Porfido

 

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