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Salernitana-Nocerina: le minacce prevalgono sul calcio

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Salernitana: Citarella, presidente della Nocerina

Salernitana: Citarella, presidente della Nocerina

Una farsa, la morte del calcio. All‘Arechi di Salerno chi era andato allo stadio per assistere a una partita ha solo fatto da (in)consapevole – visto quanto era stato vociferato in settimana- spettatore a un fatto che purtroppo terminerà nelle pagine oscure degli annali di questo sport: Salernitana-Nocerina, derby valevole per il turno numero 11 del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B, è stata sospesa dopo 28′ a causa di una strategia – altro nome non si può dare a quanto avvenuto – attuata dai molossi. L’allenatore rossonero Gaetano Fontana, dopo aver attuato tre sostituzioni nel primo minuto di gara, ha poi visto uscire per infortunio quattro suoi tesserati, costringendo così il direttore di gara Juan Luca Sacchi della sezione di Macerata a decretare anzitempo la sospensione della gara.

 UNA BRUTTA PAGINA DI SPORT – La Nocerina perderà 3-0 a tavolino – questo dice il regolamento – ma a uscire sconfitto oggi dall’Arechi è stato il mondo del pallone tricolore: “Una pagina terribile e molto triste di questo sport. Dobbiamo interrogarci tutti sui motivi che hanno portato a questi episodi: sicuramente quanto accaduto non é casuale”. Così il mister della Salernitana, Carlo Perrone a RaiSport1 ha commentato la sospensione anticipata della gara. Alle 12.30 i calciatori della Nocerina erano rimasti chiusi dentro lo spogliatoio, comunicando all’arbitro Sacchi di Macerata la volontà di non scendere in campo ” perché minacciati di morte dai nostri ultras”, esito di un colloquio avvenuto con 200 ultras in un hotel a Mercato San Severino. Per il derby, infatti era stato deciso di chiudere il settore ospiti dello stadio Arechi, vietando così la trasferta a Salerno ai tifosi di Nocera Superiore e Nocera Inferiore. Una decisione che avrebbe provocato la reazione degli ultras rossoneri. Fuori dal campo era già nata una caccia all’uomo, quando poco prima del fischio d’inizio a circa 600 metri dallo stadio gruppi di persone hanno fermato le automobili in transito, chiedendo i documenti per residenti nell’agro nocerino.

 OSTAGGI DI UN CALCIO MALATO – Il resto è storia nota: i 3 cambi in 50 secondi, gli “infortuni” di Remedi, Palma, Danti, Kostadinovic, Lepore, la rissa tra il salernitano Iannarilli e il rossonero Ficarrotta, conclusa con l’espulsione. Tutti colpevoli, è vero, ma viene difficile condannare calciatori che si vedono osteggiare la possibilità di agire da professionisti con minacce che ne mettono a repentaglio il bene più prezioso, la vita. Purtroppo il mondo del pallone oggi è ostaggio: “Ostaggio” di un calcio malato, che non accetta che vi sia altro “dio” (sportivo) all’infuori della casacca che si indossa, non tollera le leggi, non concepisce che un professionista serio possa lavorare senza contestare dei provvedimenti, opinabili o meno che siano, presi da un questore. Oggi hanno perso tutti: i tifosi, la giustizia e le società. Le minacce di morte ai calciatori rossoneri sono state più incisive delle rassicurazioni della Questura. “La giustizia sportiva prenderà seri provvedimenti” ha assicurato il presidente della Lega Pro Mario Macalli. Basteranno squalifiche e penalizzazioni?

Luca Guerra

La redazione del magazine che ha fatto la storia del giornalismo sportivo online moderno

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