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Alleanza Nazionale di nuovo in campo. Sottoscritto l’atto fondativo


Gianfranco Fini: sarà lui il leader della nuova Alleanza Nazionale?
OTTO SIGLE ADERISCONO AD AN – Da tempo senza casa, gli orfani della destra sociale si riorganizzano benedetti da “Donna” Assunta Almirante e da un buon successo di partecipazione. L’hotel Parco dei Principi di Roma che, lo scorso 9 Novembre ha ospitato la convention del Movimento per Alleanza Nazionale, ha visto i 1300 posti a sedere, tutti occupati. Anzi molti partecipanti, sono stati costretti a stare in piedi. Otto sigle di partiti e associazioni, hanno sottoscritto l’atto fondativo del Movimento.
LA DIASPORA – Un successo che ad un osservatore attento, non risulta così inaspettato, contrariamente a ciò che afferma Francesco Storace leader de La Destra e vera anima di questa “reunion”. La diaspora di quello che era il Msi- Alleanza Nazionale, si era smembrata in tre macro-aree. Oltre al partito dell’ ex governatore del Lazio, quelli che sono restati nel partito di Berlusconi, e il clone Fratelli d’Italia. Insomma dietro la mistica della comunità che per decenni unì tutte le anime missine e post-missine, si è scoperto che si celava un impressionante tasso di individualismo.
SGRADITI AL PDL- Paradosso dei paradossi di questa dispersione: dopo essersi così platealmente divisi tra loro, ora gli ex Alleanza Nazionale si scoprono ospiti sgraditi nel Pdl, al punto che una delle deputate più vicine a Berlusconi come Micaela Biancofiore, se ne può uscire così: “..gli ex An, che volevano emanciparsi da Berlusconi, per poi salvare il proprio posto di potere, dovranno andarsene “. Insomma dopo esser stata vagheggiata per mesi come deterrente, la scissione degli ex An potrebbe diventare una via obbligata. Con la nascita di una destra nazionale.
LA LONGA MANUS DI FINI – Perché sono in tanti quelli che, negli ultimi giorni, hanno avanzato l’ipotesi che dietro questa operazione possa esserci la longa manus di Gianfranco Fini. Sì, proprio lui, il vecchio leader rinnegato, che ai funerali di Pino Rauti si è dovuto far difendere dalla scorta per ripararsi dalla rabbia di quello che una volta era il suo popolo. La ferita coi militanti non è sanata. Dal pubblico arrivano inviti a fare il suo nome, a indicare nell’ex presidente della Camera il responsabile di un fallimento che ha portato un popolo, quello della destra italiana, a rimanere senza casa. Ma sul palco nessuno cavalca la protesta, nessuno cita Gianfranco, e qualche militante non se ne capacita.
UN BRAND DA MEZZO MILIARDO – L’impresa non è facile, non solo perché il passaggio politico è molto stretto, ma anche per ragioni di “brand” . Il simbolo di Alleanza Nazionale, appartiene infatti alla fondazione omonima, che possiede e gestisce un patrimonio che supera il mezzo miliardo di euro. Proprio il presidente della fondazione Franco Mugnai ha lanciato un altolà, ricordando che sono loro i custodi del simbolo e per questo devono essere coinvolti.
BENEDETTI DALLA FAMIGLIA ALMIRANTE – Un simbolo vivente è donna Assunta Almirante, che vince l’iniziale ritrosia e decide di accettare l’invito di Storace. Si accomoda in prima fila e riceve un’ovazione di alcuni minuti. Sua figlia Giuliana de’ Medici, segretaria della Fondazione Giorgio Almirante, sale sul palco e dice che, sì, a lei e sua madre non dispiace che qualcuno resusciti Alleanza Nazionale, ma avrebbero preferito che a rinascere fosse stato addirittura il Movimento Sociale. L’intervento conclusivo è lasciato ad Adriana Poli Bortone che reclama l’intenzione di costituire una forza che non sia di centrodestra, ma che abbia l’orgoglio di dirsi puramente di destra.
Giuseppe Folchini
