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Sigarette elettroniche: niente demonizzazioni


Sigarette elettroniche
In un recente articolo sull’Unità, Umberto Veronesi scrive la sua sulle sigarette elettroniche:” Il fatto che funzionino con un meccanismo elettronico non è il punto forte di questi strumenti: ciò che le rende scientificamente interessanti è che non bruciano tabacco. La forte cancerogenicità del fumo è infatti dovuta esclusivamente al tabacco che quando raggiunge i 900 gradi – vale a dire la temperatura alla quale avvengono le reazioni di demolizione delle molecole originali e le trasformazioni che generano nuovi composti – libera ben 13 idrocarburi cancerogeni. Nella sigaretta elettronica il tabacco viene sostituito con glicole propilenico, glicerina vegetale, aromi vari: nessuna di queste sostanze provoca il cancro (né altri danni alla salute)”.
Prosegue poi spiegando gli effetti della nicotina: “Un discorso a parte merita poi la nicotina, contenuta in molti tipi di “elettronica” , che non è cancerogena , ma è una sostanza stupefacente e in quanto tale crea dipendenza fisica e psicologica”.
NIENTE ALLARMISMI – Secondo Veronesi, quindi, demonizzare la sigaretta elettronica sarebbe un gravissimo errore, perché potrebbe rappresentare un forte alleato nella lotta al tabagismo e, quindi, a tutte le patologie neoplastiche derivanti da esso.
“Quando due anni fa circa è apparsa la sigaretta senza tabacco, chi, come me, si occupa da sempre delle tragiche conseguenze del fumo sulla salute dell’uomo, ha visto subito un barlume di nuova speranza. Io credo che la società, intesa come l’insieme dei cittadini e delle istituzioni, non abbia piena coscienza dell’entità di queste conseguenze, e in particolare non sappia cosa significhi un cancro del polmone. Le centinaia di morti quotidiane per cancro polmonare dovute al fumo vengono ignorate ed è ignorato il loro dolore”, termina l’oncologo. Tutto, quindi, in linea con quanto apparso da uno studio dell’IEO (Istituto Europeo di Oncologia): dopo 6 mesi da quando si è iniziato ad usare la sigaretta elettronica, il 60% delle persone smette di fumare, contro la metà (cioè circa il 32%) di chi non ne fa uso.
LA REPLICA DEL MINISTRO – Immediata la replica del Ministro della Salute Lorenzin: “Noi ci siamo occupati della sigaretta elettronica dal punto di vista sanitario, il Consiglio superiore di Sanità ha dato una linea che noi abbiamo fatto rispettare e quindi non è né demonizzata né criminalizzata da parte del ministero della Salute, soprattutto quando non si usa nicotina. Per quanto riguarda le accise e i monopoli, rimandiamo il dibattito a Saccomanni (riferito alla critica dello stesso Veronesi che aveva contestato la tassazione sulle sigarette elettroniche ndr)”.
ATTENZIONE ALLE CERTIFICAZIONI – Sarebbe da incoscienti, quindi, non tentare anche la strada delle sigarette elettroniche per fornire un’arma in più a tutti i tabagisti. La necessità, però, è quella di controllare che le sostanze presenti in questi dispositivi rispettino le varie normative. Di per se la sigaretta elettronica agisce come un vaporizzatore, dove la batteria fornisce energia ad un atomizzatore che, scaldando il liquido contenuto in un minuscolo serbatoio, produce il vapore. Ma, come da buon costume, anche in questo caso hanno cominciato a circolare oggetti non rispettanti le regole imposte dalle normative. E, infatti, proprio quelle sigarette elettroniche contenevano concentrazioni elevate di metalli pesanti. Da evitare quindi tutte le e-cig (electronic cigarette) che non presentano certificazioni ed elenco degli ingredienti.
Luca Porfido
