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Alfano vs Berlusconi: “il candidato lo si scelga con le primarie”


Alfano e Berlusconi in Parlamento
ROMA – Ancora una volta Angelino Alfano mostra al “popolo” dell’odierno centro-destra berlusconiano d’essere in rotta di collisione con il leader. Delfino, più volte pugnalato alle spalle dal “maestro”, Alfano cerca nuovamente di farsi strada nel tentativo di ritagliarsi uno spazio sufficientemente ampio da cancellare le delusioni dovute agli ultimi anni di vane promesse. Il vicepresidente del consiglio è deciso sulla strada da imboccare: il prossimo candidato premier di PDL o Forza Italia dovrà essere scelto attraverso le primarie. Intervistato da Bruno Vespa nel libro “Sale, zucchero e caffè” , Alfano afferma: “La mia idea non è cambiata rispetto alla fine del 2012 quando lanciammo le primarie. Io stesso, poi, le bloccai quando Berlusconi decise di ripresentarsi, Giorgia Meloni ancora me lo rimprovera».
FITTO – Refrattario alle primarie, il leader dei “lealisti” si trova su un’altra lunghezza d’onda. “Berlusconi – afferma – ha portato avanti la campagna elettorale del 2013 dicendo che il candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sarebbe stato Alfano“. Cosa aspettarsi dunque per il futuro del partito? “Sarà ancora una volta Berlusconi – continua Fitto – a decidere sul da farsi“.
BERLUSCONI – Al di là di ogni eventuale proposta, il Cavaliere, tuttora protagonista delle vicende legate alla questione della decadenza dalla carica di Senatore della Repubblica, non lascia e triplica (il raddoppio, per chi non lo ricordasse, ha avuto luogo subito dopo le dimissioni di Mario Monti e in occasione delle successive elezioni). In caso di elezioni l’ex premier non prenderebbe in considerazione l’ipotesi di lasciare il passo alle nuove leve: “sentirei il dovere di impegnarmi direttamente“
EVITARE GLI ESTREMISMI – Nonostante il PDL sia “un grande movimento a guida e a prevalenza moderata”, afferma Alfano, sussiste l’eventualità che la rediviva Forza Italia finisca in mano alla corrente estremista. “Non è un bene, ma c’è il rischio che nella gestione pratica e quotidiana della comunicazione si prenda quella deriva”. L’obiettivo, che il vicepremier non nasconde, è quello di costituire un grande partito moderato in cui far confluire i movimenti moderati della scena politica italiana. L’ultima tornata elettorale – scandita da toni accesi, colpi bassi e misunderstandings – ha visto l’ammutinamento di Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini (confluito nella coalizione Montiana), Ignazio La Russa e Giorgia Meloni: risultato da non sottovalutare è la riconquista dei voti ottenuti dai nuovi protagonisti del polo centrista.
Valerio Bucceri
