Esteri
L’Africa sotto i riflettori delle stragi


Amref lotta per la formazione di 15.000 ostetriche in Africa
Come da ormai molti anni, la situazione dell’Africa non è delle migliori.
A tenere banco una notizia proveniente dalla Nigeria: durante un matrimonio, nel Borno (regione a nord-est della Nigeria), un convoglio nuziale è stato attaccato da alcuni guerriglieri islamici. Il bilancio, una vera e propria carneficina, è di almeno 30 morti, tra cui, sembra, anche i due sposi e alcuni amici e parenti. Questa strage va ad unirsi ai 28 morti di alcuni giorni fa nello stato di Anambra. Alla vigilia di Ognissanti, infatti, il sovraffollamento in una chiesa cattolica ha causato la morte di 28 fedeli, tra cui 19 donne.
GIORNALISTI UCCISI – Attentato a sangue freddo invece nel Mali. Nello stato africano confinante con la Nigeria, le truppe francesi lottano contro i terroristi affinché si svolgano delle elezioni democratiche. E sono proprio 2 giornalisti francesi, Ghislaine Dupont e Claude Verlon, ad essere stati giustiziati dai terroristi. I cadaveri dei 2 reporter sono stai ritrovati da una pattuglia dello stesso esercito francese che ha scorto un’auto abbandonata al lato della strada con i corpi ormai senza vita dei 2 giornalisti.
APPELLO AMREF – Il tutto in compartecipazione con l’annuncio dell’ Amref (African Medical and Research Foundation), di lanciare una campagna per formare 15 mila ostetriche.
La situazione sulla mortalità materna nel continente africano è davvero agghiacciante. Ogni anno nella sola regione sub-sahariana muoiono circa 160 mila donne durante il parto. Le cause sono le più disparate: si va dalla mancanza di igiene alla scarsità di acqua potabile che, durante un parto, è essenziale (si pensi all’impossibilità di poter lavare il neonato subito dopo la nascita).
PIRATI – Altro tema, caro invece ad un’altra associazione umanitaria, cioè l’ONU, è quello della pirateria. Oltre a provocare danni economici per tutte le navi merci che transitano nella regione marittima del Corno d’Africa, l’emergenza su cui l’Organizzazione delle Nazioni Unite sposta l’attenzione è quella dei rapimenti. Sempre più sequestri avvengono ormai ad opera dei pirati e si stima che il volume di affari per i riscatti si aggiri intorno ai 400 milioni di dollari.
Un continente che, quindi, oltre a fare i conti con le guerre civili, le malattie e la sempre più intollerabile povertà, si ritrova ad avere i fari puntati su di sè per questioni economico-politiche di cui, sicuramente, gli africani farebbero volentieri a meno. Si spera che l’interesse per la disastrosa situazione a livello umano che ormai è caratterizzante del continente arrivi tuttavia a rappresentare una priorità anche per l’Europa, che non può pensare di risolvere i flussi migratori senza intervenire su queste tematiche.
Luca Porfido
