Football
Hellas Verona: Mandorlini come Bagnoli

La matricola terribile. Così si potrebbe definire l’Hellas Verona, di ritorno in serie A dopo un purgatorio, trasformatosi a tratti anche in un inferno, durato ben 11 anni. La squadra di Andrea Mandorlini è sicuramente la sorpresa principale di questo campionato, dove dopo 10 giornate gli scaligeri si ritrovano quarti in classifica assieme all’Inter con ben 19 punti in classifica. Numeri stratosferici per i giallo-blu che finora hanno vinto tutte e 5 le partite casalinghe, trasformando così il Bentegodi in un fortino decisamente inespugnabile. Quello che a Verona fa suggestione è il fatto che un simile ritmo l’aveva avuto solamente una formazione che ogni buon veronese ricorda: quella del 1984/1985 allenata da Osvaldo Bagnoli, che alla fine di un campionato dominato riuscì nella clamorosa impresa di divenire campione d’Italia. Ovviamente replicare il risultato sembra decisamente impossibile, anche perchè le tre squadre davanti a i gialloblù (Napoli, Juventus e Roma) hanno un ritmo ancora più inarrestabile ed indiavolato della truppa di Mandorlini. Ma chiaramente ai tifosi importa praticamente nulla, per adesso si stanno godendo una squadra che pratica un calcio offensivo e divertente, nella speranza che ciò possa durare ancora a lungo. Ma andiamo ad analizzare i punti di forza di questa squadra.
FATTORE BENTEGODI- Guardando le statistiche dei veneti il dato che salta subito all’occhio è il rendimento casalingo: 5 vittorie su 5. La squadra in casa da veramente tutto e da la sensazione di non mollare mai, rendendo la vita impossibile a qualsiasi avversario. Ne sa qualcosa il Milan, che all’esordio è stato rimontato da due gol di Luca Toni facendosi surclassare sul piano del gioco dai veronesi. Ma perchè l’Hellas è così letale tra le mura amiche? Una risposta potrebbe essere data dallo straordinario calore del pubblico, uno dei più appassionati dell’intero panorama calcistico della penisola. Sin dai tempi dalla serie C il pubblico di fede giallo-blu non ha mai fatto mancare il proprio supporto, riempiendo la curva sia contro formazioni come Real Marcianise, Sudtirol o Lumezzane, sia con squadroni come quello milanista. Una fede incrollabile che finalmente si gode il palcoscenico meritato dopo anni di sofferenza pura, dove il Verona ha sfiorato addirittura la C2, evitata nel 2008 solo nei minuti di recupero in un drammatico play-out con la Pro Patria. Ora i supporter scaligeri stanno manifestando tutto il loro affetto anche in trasferta dove finora molti appassionati hanno sostenuto la propria squadra, basti pensare all’esodo di San Siro contro l’Inter od alla massiccia presenza di tifosi allo Juventus Stadium. Un vero e proprio “dodicesimo” uomo in camp, che ogni fine settimana non fa mai mancare il proprio appoggio e che da la grinta giusta ai proprio giocatori, anche nei momenti più difficili. Esemplificativi di ciò i successi contro Sassuolo e Parma, arrivati dopo partite di sofferenza pura e dove più volte si è temuto il peggio. Una squadra che insomma non molla mai e che grazie all’aiuto della propria gente diventa un killer spietato in casa. Qualcuno riuscirà ad infrangere la legge del Bentegodi?
ETERNO LUCA – Ormai lo davano per spacciato. C’è chi lo accusava di essere andato a Verona solo per svernare e per prendere gli ultimi soldi della carriera. Ma presto tutti i detrattori si sono dovuti ricredere. Luca Toni c’è ancora e batte decisamente colpo. L’ariete modenese sta vivendo una seconda giovinezza in riva all’Adige, dove si è conquistato prepotentemente la titolarità dell’attacco giallo-blu, sorretto interamente dalle prestazioni dell’ex campione del Mondo. 4 gol finora (oltre alla già citata doppietta di ieri va segnalato un gol al Bologna e quello di ieri alla Samp), ma soprattutto tantissimo lavoro per la squadra, come testimoniato dal considerevole numero di assist (2 nella sconfitta di Milano) e di sponde in favore dei compagni, che sfruttano i movimenti e la difesa del pallone dell’ ex Bayern, infilandosi verso l’area di rigore avversaria. Il fisico di Toni è in condizioni ancora eccellenti, lo dimostra la difficoltà con cui gli avversari cercano di rubargli palla. Veder giocare così un ex campione del mondo ormai 36enne è un piacere ma resta una domanda: reggerà in questa maniera per tutto il campionato?
W IL SUDAMERICA – Se Luca Toni sta giocando alla grande, ci sono altri due giocatori che lo stanno facendo divinamente e da cui ormai il Verona non può più non prescindere. Stiamo parlando dei due talenti Juan Manuel Iturbe e Jorginho. Uno è argentino, l’altro brasiliano. Sono i due autentici gioielli del centrocampo veronese e finora stanno facendo impazzire di gioia tutti i tifosi helladini. Iturbe è il fantasista della squadra di Mandorlini, che ha saputo mandarlo in campo a campionato iniziato, facendolo allenare bene e rendendolo pronto per incantare tutti i tifosi italiani. Questo ragazzo classe ’92, arrivato in prestito dal Porto dove non ha convinto, è stato considerato da molti in patria come l’erede di un erto Lionel Messi, caricandogli sulle spalle un peso forse troppo grande che ne ha condizionato la prima esperienza in Europa. Tuttavia, dopo un ottimo prestito di 6 mesi al River Plate, il giocatore ha fin da subito deliziato le platee italiane, presentandosi con una stratosferica punizione contro il Livorno ed offrendo altre super prestazioni contro Bologna e Parma. Nelle ultime 2 gare con Inter e Samp l’ex “Millionario” ha abbassuto un pò i ritmi, ma ogni qual volta tocca palla da sempre l’impressione di poter spaccare il mondo grazie alla sua tecnica sopraffina ed al dribbling rapido ed ipnotico. L’altro gioiello si chiama Jorginho. Al Verona dal 2008, anch’egli del ’92, arrivato in Italia dal Paranà vivendo i primi tempi con solo 20 euro al mese, pian piano il ragazzo, dopo un eccellente prestito alla Sambonifacese in Seconda Divisione, si è impadronito del ruolo di regista, divenendo l’uomo che detta i tempi e da cui scaturisce ogni possibile azione pericolosa del Verona. Già in serie B aveva fatto sfracelli, attivando l’interesse di squadre europee come Liverpool e Manchester United, che si dice sia arrivato ad offrire 18 milioni. Dotato di un ottima visione di gioco ed estremamente elegante palla al piede, il neo-italiano (grazie al bisnonno vicentino può giocare nell’Under 21) è forse il pezzo più pregiato della squadra di Mandorlini, e in questa stagione è destinato ad esplodere definitivamente. Probabilmente questi 2 talenti già dall’anno prossimo saranno destinati a squadre blasonate nel panorama europeo, ma per il momento non ditelo assolutamente ai supporter giallo-blu, bisogna godersi lo spettacolo.
DIFESA BALLERINA- Chiaramente non tutto è oro ciò che luccica. Mentre il gioco offensivo del Verona ha già fruttato 20 gol, la difesa finora ha subito 16 reti, evidenziandosi come una delle più battute del campionato. Molto a desiderare lasciano le situazioni da palla inattiva, da cui sono scaturiti molti gol degli avversari in questo campionato. Basti pensare solamente al 2-4 di Milano, in cui i nerazzurri hanno siglato 3 reti su azioni di calcio d’angolo, dove la difesa giallo-blu si è comportata malissimo mostrando delle marcature “allegre” e molta apprensione nello sventare il pericolo. L’uruguayano Gonzalez, centrale arrivato in estate dal Penarol, non ha ancora convinto e ha mostrato diverse amnesie difensive, mentre sugli esterni Cacciatore, eccellente in fase offensiva dove ha segnato 3 gol, non brilla particolarmente in quella difensiva, dove spesso e volentieri dimentica le marcature sui calci piazzati. Anche Moras ed il debuttante (in serie A) Bianchetti devono ancora calarsi appieno nella nuova realtà. Molto bene invece Albertazzi, che contro Milan e Sampdoria ha saputo offrire ottime prestazioni.
Il tempo per migliorare in fase difensiva c’è ed è abbondante, ora non resta che continuare ad entusiasmare un pubblico che da 11 anni aspettava questi momenti, cerando il prima possibile una salvezza estremamente alla portata e poi, nel caso, tentando di volare alto. Provarci non costa nulla.
Enrico Cunego
