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Crozza e Rai, non s’ha da fare: per il PDL guadagna troppo


Fazio e Crozza a Sanremo
Scontro aperto in Commissione Vigilanza Rai tra il PDL e direttore della Rai Luigi Gubitosi reo di aver toccato uno dei nervi scoperti del partito. “La trattativa intavolata con Maurizio Crozza non è andata a buon fine – dichiara Gubitosi durante la seduta – a causa delle polemiche sui compensi“. Immediata la reazione di Renato Brunetta che definisce le affermazioni del direttore “una mancanza di rispetto verso la commissione che deve essere assolutamente censurata”.
TRASPARENZA DEI COMPENSI – In seguito alle polemiche che hanno investito il mondo dei compensi Rai, si fa ogni giorno più realistica la possibilità di imporre alle reti del servizio pubblico una trasparenza dettagliata sugli emolumenti versati. Le eventuali conseguenze derivanti da una simile manovra, diretta da un’abile mano politica, si sostanziano nella rivelazione di importantissimi costi di gestione aziendale. In che modo il servizio pubblico potrebbe beneficiare di un simile provvedimento? In realtà, così come lo stesso Gubitosi dichiara, “un’eventuale imposizione alla Rai dell’obbligo di rendere noti i compensi non sarebbe priva di implicazioni di carattere concorrenziale. Solo la Rai avrebbe l’obbligo di trasparenza a livello di dettaglio disaggregato. La pubblicazione dei compensi potrebbe ridurre la capacità della Rai di trattenere risorse.” Dunque, per rispondere alla domanda, la Rai sarebbe in ultima istanza vittima della concorrenza privata in quanto la trasparenza dei compensi consentirebbe una lapalissiana asta al rialzo in caso di trattative intavolate tra più parti.
IL CASO – Il “Caso Crozza” risulta a parere di Gubitosi emblematico. E’ semplice immaginare in che misura il lavoro del comico ligure avrebbe potuto incidere sugli “ascolti” Rai. La raccolta pubblicitaria risulta in positivo per il mese di settembre e si ipotizza una crescita futura anche per i mesi successivi. Pertanto “il costo di una serata di Crozza sarebbe stato ampiamente ripagato dagli spazi pubblicitari” facendo del conduttore un “valore aggiunto per il servizio pubblico”.
Valerio Bucceri
