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Brrr Branca Marco, l’amaro per i momenti amari

Uno, due, tre. E’ inevitabile, dopo il due viene il tre: questione di matematica, nel mondo dei numeri, di mancanza di stile in quello del calcio. La legge, purtroppo per gli interisti che si stavano godendo l’uno e il due, è sempre valida (perlomeno dalle nostre parti) e ieri sera ne abbiamo avuto l’ennesima conferma. “La partita è stata bella e combattuta ma penso meritasse un arbitraggio migliore” – ha commentato Marco Branca, direttore dell’area tecnica dei nerazzurri, davanti alle telecamere di Sky – “Come nell’occasione dell’espulsione: alcuni interpretano certe situazioni in modo differente e ad inizio gara dopo soli 4 minuti forse era il caso di fare valutazioni più attente. Per questo Mazzarri adesso non è qui: perché è contrariato da certe decisioni nella partita, come lo siamo tutti”.

Walter Mazzarri accoglie le decisioni arbitrali con il consueto aplomb
COITUS INTER-RUPTUS – Immaginate che goduria, per milioni di tifosi nerazzurri, sentire Adriano Galliani (uno) che si affanna a salvare il salvabile – faccia esclusa, quindi – attribuendo a 50-60 persone l’assordante coro anti-napoletani intonato dagli ultrà rossoneri sabato sera, e che straparla di segmentazioni della curva prima di scadere inesorabilmente nel patetico (“Chiudere gli stadi è davvero un peccato, già sono brutti e vecchi”): impagabile! E poi pensate alle perle inanellate negli ultimi tempi dal presidente della Juventus Andrea Agnelli (due), l’ultima delle quali, l’ormai celebre battuta su Jakarta-Jakartone, ha intaccato non poco l’immagine del coglia bianconero: meraviglioso! Troppo bello per durare a lungo, infatti: la legge del non c’è due senza il tre è implacabile, e a interrompere bruscamente un godimento più unico che raro ci ha pensato la premiata ditta Mazzarri-Branca (tre) nel dopo-partita di Torino-Inter, il primo disertando l’incontro con i giornalisti come un bimbo corrucciato che ha bisogno di sfogarsi nella sua cameretta prima di parlare con gli adulti, e il secondo presentandosi davanti alle telecamere per manifestare un dissenso nei confronti dell’arbitraggio apparso, a tratti, quasi imbarazzante.
E’ TUTTO UN COMPLOTTO – “Non è un fallo in sé che ci ha fatto arrabbiare” – precisa Branca nel tentativo di far comprendere pensieri, parole e atteggiamenti incomprensibili – “ma l’interpretazione di diversi episodi: quando Cambiasso ha subito l’ammonizione, ad esempio, oppure i falli su Belfodil non fischiati. Detto questo, siamo soddisfatti della risposta della squadra: dopo il ko non pulitissimo con la Roma ci sarebbe stata l’occasione per raccogliere qualcosa di più ma non ce l’hanno permesso”…Uffa, sarebbe il caso di aggiungere. E no, caro Branca, così non va. D’accordo su Cambiasso e Belfodil, e pure sul colore troppo acceso del cartellino rifilato ad Handanovic, ma…e con ciò? Il signor Doveri ha fatto degli errori, questo è vero, ma è forse una ragione sufficiente per darsi alla macchia (Mazzarri) o per rievocare i fantasmi del passato con la faccia da funerale di terza classe? E’ così che si rappresenta l’Inter? Gridando al lupo quando c’è sì e no un bassethound? O facendo l’ectoplasma?
Non vi chiedo di fare centro…ma almeno fatela dentro era un cartello molto popolare, alcuni anni fa, nelle toilette di bar, ristoranti e autogrill. La simpatica esortazione vale anche in senso figurato, naturalmente, ed è un peccato che i dirigenti del calcio italiano non la considerino per quello che è: una regola aurea da rispettare sempre e comunque. Nel caso di ieri, tuttavia, si è andati così lontani dal bersaglio che un sospettuccio, in fondo, viene: sarà mica, si chiedono alcuni, che tanto rumore non fu per nulla ma per coprire il più possibile i cori anti-napoletani intonati a più riprese dagli ultrà nerazzurri durante la partita? No, lasciamo ad altri la dietrologia. La verità è che i dirigenti del calcio italiano sono fatti così, purtroppo, e che dopo il due viene sempre il tre. E’ matematico.
Enrico Steidler
