Football
Catania, ciao Maran. De Canio nuovo tecnico rossazzurro
Pubblicato
7 anni fa|
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Manlio Mattaccini
L’avventura di Rolando Maran sulla panchina del Catania è giunta al capolinea. La società rossazzurra, in un summit avvenuto a Taormina nella domenica pomeriggio, prende la drastica decisione e lo solleva dall’incarico. Al suo posto Gigi De Canio. Una scelta che era nell’aria da diverse settimane, nella speranza che il tempo avrebbe restituito, al tecnico di Rovereto e ai suoi ragazzi la retta via per risalire la classifica. Anche se, dopo l’immeritata sconfitta di Cagliari, dove il Catania ha espresso una buona prestazione, e prima dell’impegno casalingo col Sassuolo, molti avrebbero scommesso affinché venisse data a Maran ancora una chance.
Il RECORD DI PUNTI. C’è un pò di dispiacere tra il tifo rossazzurro. E anche per la dirigenza l’esonero è stato preso non proprio a cuor leggero. Sì, perché Maran, arrivato con garbo e in silenzio al posto dell'”aeroplanino” Montella (volato a Firenze non senza polemiche), con un curriculum dignitoso ma senza grandi allori, si è conquistato subito l’affetto e il sostegno del caldo tifo etneo. Eredita una formazione che aveva ben figurato nella stagione precedente, e non solo si dimostra all’altezza della situazione nella sua prima esperienza in A, ma arriva in primavera col Catania in piena zona Europa League (“solito” vistoso calo nelle ultime partite) e ottenendo a fine stagione il record punti nella massima serie per il Club (56).
DALLE STELLE ALLE STALLE. La squadra etnea trascorre l’estate con la consapevolezza di essere entrata, forse, tra il novero delle formazioni che non possono più preoccuparsi solo della salvezza. Il precampionato è esaltante, il calcio d’agosto regala gol a grappoli, ma il mercato sveste della casacca rossazzurra i vari Lodi, Gomez e Marchese. Tre pedine a dir poco fondamentali. I ricambi latitano, e nell’ultimo giorno della sessione Barrientos viene dato quasi per ceduto in Qatar, con ira dei tifosi verso Pulvirenti. Nel caos più totale un Catania privo di gioco e di agonismo viene travolto in casa dall’Inter. Tra i bar molti iniziano a temere un campionato di sofferenza, con Maran, al primo momento difficile della sua avventura, che è chiamato a dare una scossa ad una squadra tutta d’un colpo depressa e priva di idee. I ricambi non sembrano all’altezza, Bergessio è tanto sfortunato quanto poco prolifico, Castro non è più il panchinaro d’oro. Una serie di brutte prestazioni, con tanto di dicerie su un suo possibile avvicendamento in panchina, è interrotta soltanto alla sesta giornata, con la prima vittoria contro il Chievo, sua storica ex squadra. Ma l’unico punticino conquistato con 2 formazioni abbordabili come Genoa e Cagliari sancisce la fine dei giochi. Cinque punti in otto giornate sono un magrissimo bottino per tutti: è la peggiore partenza del Catania dal suo ritorno in A (2006/2007).
ORA TOCCA A DE CANIO. “Il Calcio Catania S.p.A. comunica di aver sollevato dall’incarico di allenatore della prima squadra il signor Rolando Maran, al quale vanno i più sentiti ringraziamenti per il lavoro svolto ed i migliori auguri per il prosieguo della carriera. La conduzione della prima squadra viene affidata al signor Luigi De Canio”. A lui tocca risollevare le sorti di una piazza esigente, che ha tutto per poter disputare un prosieguo di torneo a distanza di sicurezza dai bassifondi della classifica. E soprattutto, che non ha la minima di intenzione di fare la fine dei cuginastri del Palermo. La “patata bollente” passa nelle sue mani. La società etnea si affida ad un uomo di grande esperienza, uno dei nostri “signori” del calcio. Tanta gavetta in periferia, fatta di salvezze e avventure anche oltremodo sfortunate: l’ultima nel Genoa l’anno scorso. Il tecnico materano è adatto a soffrire, e può inculcare nei suoi nuovi giocatori l’atteggiamento mentale giusto per calarsi nella nuova, vecchia parte. E tentare di uscire a poco a poco da situazioni melmose. La classifica, per sua fortuna, dopo otto giornate è ancora breve.
Al Catania serve una scossa. L’interruttore deve premerlo lui. Ci riuscirà?
Manlio Mattaccini
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