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Football

Le pagelle di Roma-Napoli 2-0: Pjanic una bomba, disastro Cannavaro

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Per questa Roma, Pjanic è imprescindibile
Rudi Garcia, cinque vittorie su cinque partite in Serie A

Rudi Garcia, otto vittorie su otto partite in Serie A: un genio della panchina

ROMA 

DE SANCTIS 7 – La sente la partita, ammazza se la sente. Nonostante gli attestati di stima e d’affetto – veri -verso il Napoli, si vede che ha voglia di rivalsa. Se avesse accettato di rimanere in azzurro, avrebbe dovuto fare da chioccia a Rafael. Questi erano i patti. Ma lui si sente ancora protagonista, non balia. E lo dimostra sul campo. Spettacolare la parata su Pandev che tiene la Roma sullo 0-0 poco prima del Pjanic show. E la cosa incredibile è questa: non è mai stato cosi forte. Ha raggiunto il picco massimo della sua carriera, oggi è fenomenale. Non è che dalle parti di Castelvolturno qualcuno si è pentito?

MAICON 7,5 – Mostruoso. Sarà che l’aria di Roma gli fa bene, sarà che la Serie A gli fa bene, sarà che il Mondiale in Brasile da disputare con la sua Nazionale è troppo importante. Sarà. Ma un Maicon cosi non si vedeva dai tempi del Triplete. Il Manchester City si è liberato del cugino scarso e svogliato, ma la Roma ha preso quello vero. Il bello è questo. Scommessa non vinta, stravinta. Quando parte in slalom l’Olimpico sussulta di emozione, mentre i suoi malcapitati avversari non ci capiscono nulla. Il nostro campionato ha ritrovato l’esterno più forte del mondo. Atomico.

CASTAN 6,5 – Diligente, attento ed anche propositivo. Oltre alla consueta eleganza che lo contraddistingue, adesso ha guadagnato tanto anche in intensità di pressing. Il giochino è semplice: quando il Napoli va in azione di contrattacco, lui sale a ringhiare addosso al portatore di palla e De Rossi arretra coprendogli le spalle. Funziona sempre.

BENATIA 6,5 – Partita ottima. Va bene che ha abituato a segnare gol da cineteca un giorno si e l’altro pure, ma va ricordato che è un difensore. Uno dei migliori in Italia, oltretutto.

DODO’ 6,5 – Potrebbe fare di più in fase di spinta, ma sta crescendo e va bene cosi’ per il momento. Dietro impeccabile.

DE ROSSI 7,5 – Arieccolo. Lo aveva detto a chiare lettere più volte: per trovare motivazioni importanti serviva una Roma competitiva. Perchè giocare per la squadra della propria città è un orgoglio ed un onore, vale più delle vagonate di milioni offerte da inglesi e spagnoli. Ha dimostrato un attaccamento alla maglia fuori dal comune e sarebbe rimasto comunque, per sempre. Ma è chiaro che quando hai una squadra che funziona e lotta per obiettivi importanti, tutto si fa più bello, divertente, interessante. Danielino’se stà a gasà. Salva sulla linea ed è ancora 0-0, l’Olimpico impazzisce. Distribuisce palloni che è un piacere. Fa il Pirlo ed il Gattuso nello stesso tempo. E’ tremendamente forte, questo lo sapevano tutti. Ma negli ultimi due anni sembrava essersi un po’ perso. Rivederlo adesso che corre, ricama e comanda il centrocampo come sa fare lui, è una gioia per gli occhi di ogni amante del calcio. I bei tempi son tornati.

STROOTMAN 6,5 – La peggiore partita da quando è a Roma. Il fatto che sia ampiamente sufficiente è tutto un dire: quando gioca male, gioca bene lo stesso. Quando gioca bene, invece, è semplicemente uno dei migliori al mondo. Acquisto da fenomeni.

PJANIC 8,5 (IL MIGLIORE) – Questo non è un centrocampista qualunque. Questo è un capolavoro di giocatore. Rapidità di gambe e di testa impressionante. Quando serve, movenze alla Zidane. E poi tira bordate da sogno, e poi segna su punizione, e poi segna ancora su rigore. Doppietta contro il Napoli. Spettacolo. Un alieno all’Olimpico. Una bomba.

FLORENZI 6,5 – Copre, corre, è sempre dappertutto. Ha grinta e personalità. Gli manca soltanto il gol, per una volta. Dall’81’ MARQUINHO sv 

TOTTI 6,5 – Delizia la platea con tacchi e grandi aperture. Poi il flessore lo saluta e lui è costretto ad uscire. Dal 32′ BORRIELLO 7 – Il protagonista che non t’aspetti. Doveva andare a destra e a manca, alla fine è rimasto. La cultura calcistica italiana, di solito, impone questo: se un giocatore ti rimane “in mano”, lo metti fuori rosa. Garcia ha fatto la differenza anche in questo. Ha coinvolto tutti, compreso SuperMarco che la Roma aveva precedentemente sballottato un po’ ovunque. Lui ripaga, eccome se ripaga. Sponde, presenza fisica e si conquista pure il rigore. Bravo, bravissimo.

GERVINHO 7 – La gazzella della Costa d’Avorio ormai è il terrore di ogni difesa italiana. Garcia lo ha detto: è un giocatore che ha bisogno di sentirsi amato. Se è cosi, rende da top player. Garcia lo fa sentire amato, e lui ama Garcia. Il suo mentore a bordo campo gli dice quello che deve fare, Gerv esegue con la solita foga agonistica. Velociraptor, quando parte in progressione non lo prende nessuno. Conquista la punizione dell’1-0. Esce per infortunio, ma non sembra nulla di preoccupante. Dal 56′ LJAJIC 6 – Non entra benissimo in partita, ma qualche scambio di prima coi compagni è da guardare e riguardare.

All. GARCIA 8 – Voto otto. Come le otto vittorie su otto partite in campionato. Non ci sono più parole per descrivere cosa sta facendo a Roma. Magico, ma umile e concentrato sull’obiettivo. Senza esaltazioni, senza esagerare mai. Ma adesso non può più nascondersi. Non ci crede nessuno che questa Roma gioca per il terzo posto. Questa Roma è l’unica vera rivale della Juventus. O è la Juventus ad essere la rivale della Roma?

NAPOLI 

REINA 6 – Rimproverargli qualcosa sarebbe da pazzi. Lui il suo lo fa, ma Pjanic tira una punizione perfetta ed un rigore praticamente imprendibile. Per il resto, si fa trovare sempre pronto.

RAUL ALBIOL 6 – Tiene bene, fa quel che può. Era anche reduce da un infortunio, ma fa capire ancora una volta come sia un elemento imprescindibile per questo Napoli.

BRITOS 6 – Finchè c’è lui tutto procede per il verso giusto. Poi s’infortuna, ed iniziano i guai. Dal 45′ CANNAVARO 4 – Dispiace assistere ad un’involuzione simile. Ancora una volta una prova disastrosa. E’ colpevole in entrambi i gol subiti. Provoca maldestramente la punizione da cui nasce il gol di Pjanic, poi fa anche il fallo da rigore. In mezzo, una prova di insicurezza pura culminata con l’espulsione. Ma dov’è finito il leader senza macchia dell’anno scorso?

MESTO 5 – Maicon dalle sue parti fa quello che vuole. Il brasiliano è in forma, ma lui non fa molto per limitarlo.

MAGGIO 5,5 – Messo in campo nonostante una condizione fisica precaria, si sbatte senza riuscire ad impressionare.

BEHRAMI 6 – Gladiatore. Nonostante tutto, lui si fa sempre sentire.

INLER 5,5 – Tocca un’infinità di palloni, ma il ritmo è tremendamente compassato. Qualche velleitario tiro da fuori a condire una prova complessivamente insufficiente. Dall’ 82′ DZEMAILI sv 

CALLEJON 5 – Il funambolo visto nelle prime gare sembra sgonfiarsi un po’ quando il match conta veramente. Non è colpa sua se il Napoli perde, ma lui avrebbe i colpi per tenerlo in piedi e non li sfodera.

HAMSIK 4,5 – La più grande delusione della serata, se non fosse che Cannavaro si conquista con la forza la palma del protagonista negativo. Il suo apporto è poco più che nullo. Questa deve essere necessariamente la stagione della sua consacrazione, ma non riesce ancora a scrollarsi di dosso l’etichetta di quello che soffre le grandi partite. Il Napoli ha bisogno di lui.

INSIGNE 6 – Qualche bel pallone in profondità, quello per Pandev è la cosa migliore della sua partita. Che per il resto è insolitamente timida: troppi appoggi indietro, pochi affondi. Non punta l’uomo quasi mai, ed è un peccato per uno dalle sue qualità.

PANDEV 5-  Si divora il gol che potrebbe cambiare la storia della partita. Ma Benitez deve capire una cosa: Pandev non è una prima punta. Può fare il titolare o il vice Callejon-Insigne-Hamsik. Ma il vice Higuain è meglio cercarlo altrove (Duvan Zapata?), perchè Goran ha altre caratteristiche. Dal 69′ HIGUAIN 6 – Voto di stima, entra quando la partita è quasi persa. Ma adesso siamo vicini ad una certezza: il Napoli, almeno nei big match, è Higuain dipendente almeno quanto era Cavani dipendente l’anno scorso.

All. BENITEZ 5 – L’incantesimo si è già rotto? No, non è cosi’. Ma dopo gli exploit con Dortmund e Milan il Napoli crolla contro Arsenal e Roma. La discriminante qual è? Gonzalo Higuain. Senza di lui i partenopei non hanno il condimento per la pizza: l’impasto può essere anche di prima qualità, ma se non hai quello puoi fare poco. Benitez ha un’unica principale colpa: non avere il coraggio di rischiare Zapata al posto di un Pandev che dà poca profondità e non è uomo da ultimi metri. Per il resto, la squadra sembra un po’ scarica nella testa. Deve lavorare duro e riprendere da dove aveva lasciato prima di questo periodo un po’ cosi. Il Napoli vuole diventare grande, ma deve farlo in fretta: davanti, tra Lupe e Zebre, c’è poco da stare tranquilli.

Vincenzo Galdieri
Twitter: @Vince_Galdieri 

 

 

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