Amichevoli
Milan: tanto fumo, troppo, e niente arrosto

La partita contro il Caen, organizzata per il centenario della squadra, ex di turno Niang, ha visto i rossoneri perdere per ben 3 a 0 contro la sqaudra che milita nella seconda divisione francese. Non proprio un team blasonato quindi.
La partita: Dopo neanche 3 minuti va in gol Appiah, a cui risponde al 17’ Duhamel e al 55’ Koita.
Paradossale il fatto che, neanche a dirlo, a tenere banco è di nuovo la fase difensiva. Una sorta di patologia per il Milan e per lo stesso Allegri. Cambiano gli interpreti, Mexes (sostituito poi da Vergara), viene affiancato da Zaccardo, ma il risultato non cambia. Sbagli di posizionamento, interventi scoordinati e senza il minimo senso (una sorta di sagra della papera), difesa alta e disattenta specialamente
nell’ impostare il fuorigioco (errore che costa, infatti, l’ennesimo gol).
Unica nota positiva la prestazione del portiere Gabriel, chiamato a diversi miracoli durante il corso della partita, di gran lunga il migliore in campo dei suoi. Peggiori in campo Mexes, Zaccardo e il giovane Rondanini, che cade nel burrone come chi viene trascinato da una corda dai suoi compagni.
Le dichiarazioni: Allegri infuriato ai microfoni nel dopopartita, dichiara : “Per giocare a calcio non basta la tecnica, dobbiamo metterci più agonismo. Non ce l’ho con nessuno in particolare ma è difficile chiedere all’allenatore di giocare di più se poi si fanno partite così. Abbiamo fatto tutt’altro che una buona gara. Bisogna andare in campo sempre per arrivare al massimo risultato, a prescindere dall’incontro”.
Una sorta di scarico di responsabilità da parte dell’allenatore rossonero, che sembra quasi dire “non è colpa mia se in campo ho questi giocatori”, dimentico forse della totale mancanza di gioco dei suoi.
Conseguenze: Tante le chiacchiere che hanno seguito l’amichevole con il Caen. Solo una partita di allenamento tra le riserve e tutti quelli che non sono stati convocati nelle rispettive nazionali.
Invece è molto di più. Come la muffa sulla frutta rappresenta uno stato di degrado e di abbandono, cosi questa umiliante sconfitta mostra il declino non di una squadra, ma di una società intera.
Coi soliti problemi in difesa, Mexes è squalificato per 3 giornate, e con l’indisponibilità, almeno nell’immediato, di Bonera e Silvestre, a far coppia con Zapata dovrà essere uno tra Zaccardo, quasi sicuro, o Vergara. L’attesa di poter schierare Rami diventa quasi snervante. Non proprio un magazzino di offerte per Allegri. Ritornano sulle fasce Abate e De Sciglio, mentre a centrocampo dovrebbero essere schierabili quasi tutti. Kakà e Birsa ritornano in gruppo.
Conclusioni: Tornando alla deprimente prova dei rossoneri in terra francese, la domanda è d’obbligo: solo una partita, amichevole tra l’altro, persa con una prestazione vergognosa, o l’ennesima dimostrazione del fallimentare trio squadra-allenatore-preparatori atletici?
Ci sono delle volte che, dopo aver raschiato il fondo, non si può altro che risalire. Lo sa bene il Milan. Dopo la deludente partenza dell’anno scorso, l’arrivo di Balotelli e la vittoria contro il Barcellona spinsero i giocatori a trovare quello stimolo in più per compensare mancanze tecniche e manchevolezze tipiche di una squadra di metà classifica. Il terzo posto e l’approdo alla fase a gironi della champions, dopo aver vinto il preliminare contro il PSV, dovevano rappresentare, invece, lo stimolo per questa nuova stagione. Campionato a parte, insieme alle disastrose prestazioni in coppa, la scusante poteva venire a trovarsi nella pandemia infortunistica che caratterizza la squadra rossonera da diversi anni, oppure dal cambio di modulo, o ancora dal non perfetta condizione fisica e atletica (tipica delle squadre di Allegri).
Magari, se, forse. Locuzioni, avverbi e periodi ipotetici. Si sa, però, che con il condizionale non si vincono scudetti, men che meno champions. Quindi la domanda che sorge spontanea a tutti i tifosi milanisti e anche agli addetti ai lavori del calcio, in Italia e non solo, è: cosa sta succendendo al Milan? L’anno scorso il presidente Berlusconi andò in visita alla squadra, e lo fece più volte. Quest’anno, per note ragioni, il Silvio rossonero è stato poco presente, a Milanello come allo stadio.
Una squadra abbandonata, come quei cani che in autostrada perdono la fiducia nei loro padroni.
Luca Porfido
