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Cassano, ecco perché è da portare al Mondiale

Dopo le dichiarazioni di Antonio Cassano sulle sue mancate convocazioni nell’ultimo anno da parte di Cesare Prandelli, analizziamo quali motivi dovrebbero spingere il commissario tecnico a portare il fantasista del Parma al Mondiale brasiliano.
CONVINCERE PRANDELLI – Intervistato dalla trasmissione televisiva “TikiTaka”, in onda su Italia 1, Antonio Cassano è stato tanto duro quanto categorico: “E’ un anno e mezzo che Prandelli non mi chiama. Se in un anno e mezzo ha chiamato tutti tranne me avrà qualche motivo per la testa che non capisco e non conosco. Ma pazienza: non piangerò”. Di certo il tecnico della Nazionale Italiana avrà avuto i suoi buoni motivi per fare scelte diverse dal talento di Fantantonio ma noi vogliamo comunque provare ad ipotizzare cinque buoni motivi per portare Cassano in Brasile la prossima estate. L’estro è sicuramente la qualità principale del fantasista barese: nell’arco di un campionato si può discutere sulla sua continuità di rendimento e dedizione al lavoro, ma in una competizione ristretta ed intensa come un mondiale un colpo di genio, un lampo improvviso possono cambiare le sorti di una intera nazionale e Cassano è l’uomo giusto in tal senso. Il gruppo della Nazionale è forse quello in cui il prodotto di Bari Vecchia ha dimostrato la maggior maturità e spirito di squadra, tanti amici che trascinati dalla sua simpatia e dalla fiducia dei suoi mezzo potrebbero dargli quella carica in più per un mondiale da assoluto protagonista.
LA SPINTA DELLE MOTIVAZIONI – A ragion veduta questa dovrebbe essere sulla carta l’ultima possibilità per Antonio Cassano di partecipare ad un mondiale, unica competizione al livello globale al quale non ha mai preso parte, tre volte convocato per gli Europei ma mai per un Mondiale a causa di stagioni in ombra, come quella di Madrid prima del 2006, o per dissapori con i CT del tempo. Quale motivazione più grande per un calciatore della sua caratura? Da non trascurare inoltre lo stato di forma del “Pibe de Bari”, mai così tirato a lucido dalla cura Donadoni con il quale sta trascinando il Parma in queste prime giornate di campionato: se manterrà questa condizione perchè non considerare una sua convocazione se, come ammesso dallo stesso Prandelli, Totti e Del Piero ben più datati di Cassano posso ambire ad un posto al Mondiale? Starà a lui confermare quanto di buono fatto finora. Cassano ha cambiato ben 7 squadre nella sua carriera non diventando mai il simbolo di una società, cercando sempre nuove sfide dopo errori ed incomprensioni che avrebbero fermato qualsiasi professionista privo di un carattere dalla spiccata determinazione come quello del barese: mai bandiera di un club speriamo diventi la bandiera di una nazione portandola ancora una volta sul tetto del mondo.
Andrea Bonfantini
