Football
Roma da vertigini, sei forte come quella di Capello?
Pubblicato
7 anni fa|
Editor
Daniele Cerato

Rudi Garcìa, allenatore della Roma: riuscirà a emulare Capello?
Tredici è un numero che porta fortuna, e tredici sono gli anni passati dall’ ultima stagione che ha visto la Roma vincere lo scudetto. Era il 2000/2001 e non esiste certamente alcun vero tifoso giallorosso che non lo ricordi, e che non stia pensando in questi giorni a similitudini, riscontri, con quella Roma Capelliana, cercando dolci assonanze che possano cullare fino alla fine il sogno tricolore. Si fa allora un piccolo salto indietro nel tempo, ma a balzare all’occhio sono le grosse differenze, piuttosto che le somiglianze.
PROSPETTIVE DIVERSE – Partiamo dalla testa, dalla società dunque, da due proprietà diverse, e da due mercati diversi: nell’estate del 2000, la Roma romana di Sensi fece un mercato faraonico, esoso, mediatico, non badando a spese, con l’obiettivo dichiarato di vincere lo scudetto; il migliore allenatore al mondo (Fabio Capello già arrivato l’anno prima) non poteva non vincere a Roma, e doveva avere almeno un campionissimo per reparto. Detto fatto arrivarono tre pezzi da novanta: Samuel, Emerson, Batistuta.
Quest’estate si è parlato invece di progetto, di nuova identità e nuovo gioco dato da un tecnico emergente ( Rudi Garcia ) tutto da scoprire ad alti livelli. Per quanto riguarda i giocatori, la Roma americana ha fatto una campagna acquisti intelligentissima, ma soprattutto oculata.
Ha venduto ad un ottimo prezzo ( Marquinhos, Osvaldo, Lamela, Bojan ) e comprato, comprato tanto e per ora sicuramente molto bene (De Sanctis, Maicon, Strootman, Gervinho, Ljaic i nomi più altisonanti)
Dunque le due squadre, le due rose, ai nastri di partenza, paragonate oggi non hanno le stesse forze: da primo posto quella di tredici anni fa, da terzo, forse, quella di quest’anno.
Certezze contro scommesse, campioni affermati contro buoni giocatori che si devono ritrovare.
AVVERSARIE DISSIMILI – Sì, non sarà facile emulare quella Roma anche guardando le rivali: molte di più e molto più forti quelle di oggi, molte di meno quelle di ieri; e la classifica dopo sette giornate di oggi e sette del 2000 lo testimonia di già.
Le vere avversarie della Roma di Capello ai nastri di partenza erano solamente due: la Lazio campione d’Italia, fortissima e collaudata, e la Juve di Ancelotti che aveva sfiorato il tricolore l’anno prima e che davanti aveva un potenziale pauroso: Zidane, Inzaghi, Del Piero, Trezeguet. Le milanesi non esistevano: il Milan di Zaccheroni era oramai in declino evidente, e l’Inter aveva cambiato Marcello Lippi dopo una giornata ed era già uscita dai preliminari di Champions. Oggi non è così: Rudi Garcia deve vedersela con Juve e Napoli, solide ed attrezzatissime, e con molte buone squadre: l’ottima Fiorentina di Montella, la promettente Inter di Mazzarri, la stessa Lazio, vincitrice della Coppa Italia, ed il Milan arrivato terzo l’anno scorso con un girone di ritorno da protagonisti.
Ma le classifiche a confronto, si scriveva prima, sono un elemento interessante: dopo sette giornate, e con addirittura tre punti in meno rispetto a quella attuale, la Roma del 2000/01 si guardava dietro e vedeva incredibilmente seconda l’Udinese a meno due, terza l’Atalanta a meno tre, e quarto il Bologna a meno cinque.
Oggi la Roma ha fatto appunto tre punti in più, il massimo, vincendo sette gare su sette, ma alle calcagna ha Juve e Napoli a meno due. Insomma, Capello fece peggio ( se così si può dire ) rispetto a Garcia oggi, ma in autunno aveva già messo una buona ipoteca sul campionato, ora invece (e ci mancherebbe) i giochi sono apertissimi.
COPPE E MODULI – Certo la Roma di inizio millennio rispetto a quella odierna era impegnata in Europa: ma era una Coppa Uefa che era una palestra per il campionato e che non era palesemente nel radar vincente di Fabio Capello.
Anche i moduli sono differenti: 3 – 4 – 1 – 2 per il team di Don Fabio con Cafu e Candela sulle fasce, e Totti dietro a Batistuta e Delvecchio, 4 – 3 – 3 innovativo, con Totti più avanzato quello di adesso.
STESSO LEADER –
Già Francesco Totti: con un giocatore “ normale “ dovremmo scrivere che il campione di tredici anni fa, non è più quello di oggi, che una volta (a ventiquattro anni) era nel pieno delle sue forze, mentre ora non ha più lo stesso splendore e la stessa incisività di una tempo. Altro “ punto “ insomma a favore della Roma passata, sarebbe lecito aspettarsi, ed invece questa volta, forse per la differenza che parrebbe più evidente, non siamo sicuri che il passato sia meglio del presente: il Capitano di ora e di allora, è ancora un giocatore geniale, fantastico, immortale e la traiettoria del tiro di San Siro è una chicca da conservare.
Tante differenze insomma, tanta strada che sembra dividere chi sta vincendo da chi ha già vinto, ma lo stesso Capitano, e lo stesso entusiasmo giallorosso possono fare il miracolo: tra una settimana dopo il big match contro il Napoli avremo già un elemento in più per vedere se il mosaico in costruzione di Garcia si sta avvicinando a quello storico e tricolore di Capello.
Daniele Cerato
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