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Napoli: una fame da leoni cancella i rimpianti Champions

NAPOLI, 21 MAGGIO – La vittoria dell’Olimpico contro la Juventus rappresenta per il Napoli un salto nel passato lungo 23 anni, supercoppa italiana 1990, ancora opposti alla Vecchia Signora; era il grande Napoli di Maradona. 20 maggio 2012, in quel di Roma a vincere è il gruppo, un grande allenatore ed un Presidente che ha risollevato dalle ceneri una società portata al fallimento e nell’inferno della serie C.
UN NAPOLI INDOMABILE PER BATTERE GLI IMBATTIBILI – Appena 1 minuto di gioco, Zuniga si mangia il gol del vantaggio. L’ccasione sciupata è di quelle clamorose, ma il segnale è altrettanto forte. Il Napoli c’è, vuole vincere la partita, per sognare coi propri tifosi e conquistare un titolo che per tanti sarebbe il primo. Ecco, questo ha fatto la differenza nei 90′ giocati. Per la Juve rappresentava la cigliegina sulla torta, e forse ancora sbronzi per la festa-scudetto hanno sciupato la storica occasione di restare imbattuti per un’intera stagione. Il Napoli aveva in questa finale la possibilità invece di rialzare un trofeo a distanza di più di vent’anni, i 30 mila napoletani giunti a Roma hanno rappresentato la molla vincente di una squadra parsa spenta nelle ultime settimane di campionato. Lavezzi si procura il rigore, Cavani lo realizza, Hamsik chiude la partita e i sogni del ” double “ juventini. I tre titolarissimi salgono in cattedra, e non è un caso che con loro anche chi non aveva mai perso possa andare al tappeto. Erano mancati nelle ultime giornate di campionato, sono tornati in tempo, al momento giusto. I festeggiamenti post-partita dicono tanto sull’attesa di questa finale e per questo trionfo: una città che esplode, Lavezzi che piange, De Laurentis esprime tutto il suo orgoglio azzurro. L’ultima mezz’ora di marca bianconera lascia qualche perplessità sull’approccio di Conte e giocatori alla partita, ma i meriti degli uomini di Mazzarri non vanno ridimensionati.
UNA VITTORIA CHE NON CAMBIA UN FUTURO GIA’SCRITTO – Le lacrime del Pocho dicono tanto, forse tutto. La gioia di aver dato a chi tanto lo ha amato ed ama ancora un trofeo atteso per anni, la consapevolezza di lasciare Napoli con una vittoria come giusto regalo d’addio. Le due strade si separeranno, non c’è spazio nel calcio per romantici colpi di scena. Il ciclo di Lavezzi a Napoli è durato 5 anni, pieni di soddisfazioni, ma è giunto alla conclusione. Psg o Inter, cambierà poco. Hamsik e Mazzarri hanno espresso le loro volontà di rimanere, lo slovacco firmando recentemente il rinnovo fino al 2016, il mister per un contratto che prevede ancora un anno di permanenza, forse anche obbligata per mancanza di alternative importanti. E Cavani? Ecco il rebus principale, che altre notti insonni procurerà ai tifosi partenopei. Dopo vedere andar via Lavezzi sarà molto difficile per De Laurentis giustificare anche la cessione del Matador, ma arrivasse un’offerta astronomica sarebbe altrettanto complicato rigettarla al mittente. Il giocatore è molto ambizioso, vuole vincere e giocare nell’Europa che conta. Due cose che il Napoli non può garantirli, e che potrebbe cercare altrove.
A cura di Orazio Rotunno
