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Generazione di talenti – Ritorno al passato, i tulipani sono di nuovo in auge

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Kevin Strootman, centrocampista della Roma, con la maglia della nazionale olandese

Per citare Fabio Caressa, «il calcio è strano». Regala inevitabili emozioni, tramutando i calciatori in maghi, eroi, a volte speranze, idoli per bimbi che non vogliono altro che emularne le gesta. Ed è proprio quando riesci ad avere un idolo, che il mondo del calcio ti appare dorato, privo di qualsiasi peccato e di qualunque negatività. Ovviamente non è così. Ho sempre accostato, fin da bambino, la favola della nazionale olandese a quella di un pugile che non molla mai. Il primo episodio che mi fece conoscere la forza e la grinta di questo popolo all’apparenza così composto e tradizionalista, è risalente agli Europei 2000. L’Italia di Del Piero, Totti, Toldo, Cannavaro e Nesta, sfida l’Olanda di Kluivert, Stam, De Boer, Bergkamp e Davids. La partita la sottovalutiamo, andiamo sotto, ma il nostro cuore è più grande e solo le angherie di un arbitro non proprio imparziale ed uno strepitoso Barthez, ci sbarrano la strada a quello che sarebbe stato il secondo trionfo europeo della nostra storia. Ma da lì in poi, la mia percezione della nazionale orange è cambiata. «Non avranno i campioni di Italia, Francia e Brasile» mi dicevo «ma di sicuro hanno ottimi giocatori e storicamente hanno sempre detto la loro». Basti pensare a chi, il calcio, l’ha rivoluzionato: quello Johan Cruijff che inventò il calcio totale, basato sulla totalità dei ruoli da parte di tutti i calciatori, che contemporaneamente attuavano fase offensiva e difensiva. Dopo un periodo di appannamento generazionale l’Olanda sembra pronta per tornare in auge e stavolta spaventa per davvero, perché a livello di talenti è florida da eguagliare quantomeno la Germania dei piccoli fenomeni.

La formazione prescelta è un classico 4-4-2. Questo è tipicamente il modulo più apprezzato da chi, il calcio, lo pratica a trecentosessanta gradi, perché funge da diluente per i compiti difensivi e sgrava, ogni volta che è possibile, gli attaccanti dalla fase di copertura. Fu portato all’apice dalla Sampdoria di Boskov, dal Brasile di Parreira e dal Milan e dalla Juventus targate Fabio Capello.

Come estremo difensore, a dir la verità, l’Olanda non è all’altezza delle concorrenti. In porta ci andrebbe Jeroen Zoet, un ventiduenne compatto in forza al PSV, su cui gli osservatori ripongono non poche speranze. Non è propriamente un muro difensivo, ma leader in pectore nonostante la giovane età. Anni fa guidò verso una dignitosa postazione in campionato il minuscolo RKC Waalwijk. Forte nelle uscite, è comunque intelligente nelle decisioni da prendere sotto pressione.

Linea difensiva a quattro con protagonisti dal futuro non d’oro, bensì di platino. Terzino destro è quel Stefan De Vrij che sta facendo recapitare al Feynoord offerte su offerte per il suo cartellino. Il ragazzo, ventuno anni appena, è considerato uno dei più grandi talenti a livello mondiale nel suo ruolo ed abbina una copertura difensiva ottima ad un’ottima spinta offensiva, che gli consente di ergersi al livello, almeno tatticamente parlando, dei migliori terzini attuali. Nonostante la giovane età è già capitano dei biancorossi e Arsenal e Barcellona sono innamorate di lui. Coppia di centrali è invece il duo formato da Martis Indi e Jeffrey Bruma. Quest’ultimo è un difensore coriaceo, col vizietto del gol e dell’assist(quest’anno in 27 presenze, 2 reti e 1 assist), un ottimo colpitore di testa ed un difensore che, crescendo, può diventare ancora più imponente nel corpo a corpo. Martis Indi è invece un predestinato, giudicato dagli osservatori come il più grande talento difensivo olandese insieme a De Vrij. Forza fisica, propensione all’impostazione e movimenti da libero consumato, le sue doti migliori. Il ragazzo in forza al Feynoord, pur avendo il passaporto portoghese(è nativo di Barreiro, città del distretto di Setubàl), ha deciso di giocare per l’Olanda, nazione alla quale si sente più legato. Galliani lo vorrebbe a Milanello, ma dal Feynoord fanno sapere che non si muove per meno di quindici – venti milioni di euro. Ultimo componente della linea a quattro, Jetro Willems, nome da aristocratico, piedi educati e temperamento da guerriero. In questa stagione non ha mai segnato, ma il PSV ha usufruito dei suoi preziosi assist: ben 6 in 38 presenze stagionali, una media da centrocampista centrale, più che da terzino vero e proprio. Dotato di una corsa esplosiva, è un classe ’94 minuto e muscolare che ha un’intelligenza tattica a dir poco sconcertante, superiore anche a quella di alcuni titolari nella selezione maggiore olandese. Ciliegina sulla torta: il prezzo del suo cartellino si sta elevando radicalmente. L’anno scorso costava 5 milioni di euro, quest’anno, da Eindhoven, fanno sapere che vale almeno quindici.

Se la difesa è sconcertante, almeno per potenzialità future, il centrocampo ha lo stesso effetto del jet lag: Stordisce chi ne è sottoposto, in questo caso gli avversari e i potenziali acquirenti. La vera forza, dunque, sta nel mezzo, dove troviamo il neo acquisto della Roma, Kevin Strootman e il raffinato gioiellino ex AZ, Adam Maher, uno dei talentini più seguiti del calcio attuale. Sabatini studiava Strootman da almeno tre anni ed ha usufruito dei fondi economici non indifferenti dei capitolini per far suo il cartellino di questo giovanissimo mediano con funzioni da regista. Ha ventidue anni, ma Kevin gioca come un trentenne e il mondo ha potuto ammirarlo nel corso degli europei di categoria U21, nei quali ha dato spettacolo mostrando di essere una spanna sopra a tutti i suoi coetanei. Ad una leadership incontrastata abbina una mentalità straordinaria, da vincente puro e, come se non bastasse, palla al piede è una vera e propria manna per i suoi tifosi. Possiede una tecnica individuale da trequartista, ma al tempo stesso mostra una fisicità da mediano puro e un senso tattico e di impostazione a dir poco esaltante. A Trigoria scommettono che sarà l’acquisto dell’anno, qualcuno si morde le mani, ma vedendo la sua ultima stagione al PSV, qualcosa di speciale, in quel ragazzo dal mento importante, c’è sicuramente. In 53 gare ha sfornato 9 reti e 12 assist e un giro su Youtube chiarirà le idee a molti dei suoi detrattori. Di caratteristiche diversissime, Adam Maher. Il ragazzino ha vent’anni appena, è originario del Marocco e costa già qualcosa come venti milioni di euro Una delle sue indubbie doti è la duttilità: nasce trequartista di movimento e fantasia, ma negli anni ha imparato a fungere da cerniera in mezzo al campo, nel ruolo tipico di mediano difensivo, e al tempo stesso, quando è stato possibile, ha saputo offendere gli avversari con reti pesanti e decisive. La media gol di questo enfànt prodìge è aberrante, visto che in sole 51 presenze, ha siglato ben 12 reti e partecipato ad altri 13 gol della squadra fornendo altrettanti assist. Il PSV se lo tiene ben stretto, ma non c’è da stupirsi se il telefono della firsteleven SM, agenzia che ne detiene il cartellino, squilla con altissima frequenza. Dall’altra parte della cornetta ci sono Marotta, Pèrez, Galliani, Rosell e anche gli sceicchi di City, Monaco e PSG. Per ora non se ne parla, anche perché il calciatore ha dichiarato di non volersi allontanare dall’Olanda e dai suoi cari. L’unica ancora in corsa, dunque, sembrerebbe l’Ajax, che nella prossima sessione di mercato è pronta ad offrire 18 milioni più bonus per assicurarsi le prestazioni del giovane talento di casa AZ. A Eindovhen, intanto, preparano clausole rescissorie talmente alte da poter coprire il PIL delle Isole Mauritius, centesimo più, centesimo meno. Di Maher colpisce la naturalezza nelle giocate, la velocità di esecuzione(che siano gol o assist poco importa) e la presenza costante nella manovra offensiva.

Ai lati del campo, a spingere e ad usufruire della tecnica della coppia Strootman/Maher, ecco che troviamo Ola John, pupillo del Milan, che sta facendo di tutto per portarlo a San Siro e Georginio Wijnaldum, uno che, udite udite, qualche anno fa qualche ignorantone bollò come «eterno Drenthe». Ma né John, né tantomeno Wijnaldum sono eterne promesse e lo dimostrano ogni qualvolta entrano in campo, mostrandosi incredibilmente migliorati prestazione dopo prestazione. Se Wijnaldum è un esterno brevilineo, piccolino e sgusciante, che fa dei dribbling e dei sombrero le sue armi principali, John è un esterno sinistro(o anche destro), con un fisico da centravanti vecchio stile che riesce a primeggiare e ad arrivare sul fondo grazie ad una tecnica discreta e ad un fisico eccezionale. Se il primo consente la creazione di almeno dieci-quindici palle gol a partita(cortesia dei numerosi cross che riesce a fornire alle punte), il secondo preferisce accentrarsi e tirare missili contro il malcapitato portiere che ha di fronte. Impressionanti le loro medie gol. Il numero 10 del PSV, quotazione di mercato: 20 milioni di euro, ha messo la palla in rete ben 26 volte in 53 presenze, questa stagione e non contento ha anche fornito 8 assist. L’esterno del Benfica ha invece preferito focalizzarsi più sugli assist. In 46 presenze sono 5 le reti segnate, ma ben 10 gli assist forniti. Scusate se è poco.

Attacco prolifico, ma parzialmente sconosciuto quello formato da Luc Castaignos, ex talento dell’Inter ora in forza ai biancorossi del Twente, e Jurgen Locadia, diamante grezzo del(guardate un po’ …) PSV. Se per il primo a Milano si mangiano ancora le mani, consci di aver perso uno dei più grandi talenti della generazione che sta per affacciarsi ora al calcio, per il secondo, a partire da questa stagione, si è fatta viva e incisiva l’asta di mercato che lo vede protagonista e che vede protagoniste anche tutte le principali squadre dell’Eredivise, piombate su di lui dopo l’ultima stagione, che ha visto il classe ’93 collezionare 34 gettoni di presenze, andare 19 volte in rete e fornire anche 4 assist. Media gol ottima, straordinaria, se si considera che aveva iniziato la stagione da gregario e in tribuna. Pupillo di Advocaat, non proprio l’ultimo arrivato, i media olandesi continuano a paragonarlo ad Adriano Leite Ribeiro, di cui speriamo non ripeta l’ultima parte di carriera. Se Locadia è opportunista e freddo sotto porta, Castaignos abbina dribbling ubriacanti e movimenti di gambe che sembrano usciti da una lezione di parkour. Nonostante la giovane età è già leader del Twente, squadra che in questa stagione ha fatto sognare con 15 reti e 6 assist in 49 presenze. Pur non essendo propriamente un goleador, è un calciatore che fa avvertire la sua presenza ogni qualvolta scende in campo ed è proprio per questo che la squadra che ne detiene il cartellino spara alto per la sua cessione: 30 milioni di euro e si può cominciare a trattare. Il ragazzo di Schiedam non li vale ancora tutti, ma in futuro chissà.

Panchina ricca e comunque valida, quella dei giovani tulipani. La prima alternativa in porta si chiama Bizot, ventunenne in ritardo nell’esplosione, ma con carte validissime per sfondare, almeno nelle Eredivise. Difesa coperta anche senza i quattro moschettieri titolari. I panchinari, infatti, si chiamano Van Der Hoorn, uno che l’Ajax ha praticamente blindato per consentirne l’esplosione all’Amsterdam Arena, Mike Te Wierik, pupillo imberbe ma valido dell’Heracles Almelo e Giuliano Wijanldum, terzino del Grongigen e parente di Georginio.

Centrocampo attrezzato contro le evenienze con la presenza del talentino di casa Juve Ouasim Bouy, piedi fantastici e tecnica eccellente; Tonny Vilhena, un classe ’95 che sta stupendo il mondo e che si candida ad essere il prossimo fenomeno made in Feynoord; Lorenzo Ebecilio, esterno offensivo prodotto dal vivaio dell’Ajax e adesso al Metallurg; Marco Van Ginkel, che Abrahmovic ha “rapito” dall’Olanda; Leandro Bacuna, su cui l’Aston Villa scommette molto; Anass Achahbar, fantasista classe ’94 in forza ai biancorossi del Feynoord e dal futuro radioso; Memphis Depay, ala opportunista di origini ghanesi in forza ad Eindhoven, che ha una media gol semplicemente disarmante per un appena diciannovenne(12 gol e 11 assist in 44 gare ufficiali) e Jean Paul Boetius, ala olandese tutto pepe e cugino di Urby Emanuelson

Attacco completo con Alex Schalk, ventenne estroso del NAC Breda e Leon De Kogel centravanti puro che ha regalato all’Utretch gol a frotte.

«I tulipani stanno fiorendo», sembra quasi un messaggio tratto da un thriller di Michael Connelly, ma in fondo è la pura e semplice verità. Innumerevoli i talentini mondiali, ma quelli dell’Olanda sembrano poter competere meglio di tutti con quelli dei campioni del mondo U20 della Francia. Quel che è certo è che è di nuovo periodo di fioritura e stavolta, a distanza di molti anni, i fiori potrebbero essere più velenosi che mai.

Matteo Iacobucci

Direttore Editoriale Sportcafe24.com. Da oltre 10 anni mi occupo della gestione editoriale del nostro magazine, formando giornalisti sportivi e copywriter.

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