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Kakà-Milan: ritorno al futuro

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Ricardo Kakà
Kakà

Kakà, con il Real un amore mai nato

Messa da parte la famosa citazione di Adriano Galliani che ha impazzato sul web nelle ultime ore, “certi amore non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”, è arrivato, dopo 4 sessioni di mercato, il giorno della conferenza stampa di Riccardo Kakà, finalmente ritornato nel suo Milan.

PRIME DICHIARAZIONI: Voglio aiutare tanto questi ragazzi”, una frase che evoca quasi un ruolo paternale nello spogliatoio, come chi è partito da figlio prediletto ed è tornato padre. Il brasiliano ci tiene anche a far capire a tutti coloro che lo davano per finito che al Milan sarà un’altra storia: Questi quattro anni non ho mai avuto continuità al Real Madrid. Mi sono sempre allenato, è tanto tempo che non ho infortuni”.

Dichiarazione che va a cozzare con quanto espresso dagli esperti di MianLab nel 2009, dopo aver effettuato sul giocatore un analisi dei parametri fisiologici ed aver sancito il declino atletico dell’ex Blancos.

LA CESSIONE NEL 2009 – sulla domanda più spinosa della conferenza stampa, cioè del perché il Milan decise di vendere il pallone d’oro nel 2009, interviene Galliani:Il Milan e Kakà a gennaio avevano resistito ad una cifra superiore a quella per Bale quest’anno. Il Milan è stato sottoposto da un pesante corteggiamento di Perez” (a cui le casse del Milan non potevano dire di no ndr), “Mentre Sheva ha chiesto lui di andare via e l’ha sempre detto”.

LA TRATTATIVA: Mio papà è tornato a casa a mezzanotte, mi ha illustrato i termini. Poi ho parlato con mia moglie, ho riparlato con mio padre, lui mi ha detto che l’ideale sarebbe stato tornare. Alle 2.30 ho chiamato Galliani 5 volte e non rispondeva per poi ha risposto e gli ho detto che accettavo e che tornavo al Milan“.

LE ASPETTATIVE: Penso che il Milan può vincere in Italia e fare molto bene in Europa”. Prosegue poi sui nuovi compagni di squadra: “Mario è un grandissimo giocatore, sta facendo molto bene. Anche con Matri che è arrivato, Robinho, El Shaarawy che ha un grandissimo talento. Al Milan ci sono grandissimi attaccanti”.

Parole da vero leader, importanti da un punto di vista del carisma anche perché nel Milan di oggi i senatori si contano sulla punta delle dita.

Un Milan incoerente però, secondo i tifosi, perché il progetto giovani non è mai partito realmente.
D’altra parte i rossoneri sono una squadra che storicamente si affida all’esperienza, quindi, opinioni pro o contro, questa scelta non va ad infrangere il credo storico della società.
Ora però, esclusi i festeggiamenti, le ovazioni e le belle parole, stà a Kakà dimostrare che la scelta ricaduta su di lui per trascinare la squadra in campionato e in champions, è una scelta giusta, che chi lo dava per spacciato ha sbagliato e che a 31 anni si può ancora essere determinanti, specialmente quando si tratta si un giocatore che ha fatto la storia del Milan e del calcio mondiale.

Luca Porfido

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