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La Juventus, gli schemi, il “mal di gol”

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Antonio Conte

Antonio Conte, tecnico della Juventus

FIRENZE, 17 MARZO – Antonio Conte, in fondo, lo sa. La partita di Firenze di questa sera potrà dirci cosa vuole fare da grande la sua Juventus, se correre per il titolo o per un semplice piazzamento per la Champions League del prossimo anno, che garantirebbe un’iniezione di milioni freschi nelle casse bianconere. Sono entrambi obiettivi di altissimo livello, ma un titolo è pur sempre un titolo.

La classifica al momento recita un -4 che suona come una maledizione, considerato il terreno perso dai bianconeri nelle ultime uscite, casalinghe e non. Il Milan poi sembra inarrestabile e martedì, allo Juventus Stadium, tenterà di fare in Coppa Italia, il colpaccio riuscitò a metà in campionato, anche per colpe non tutte dei rossoneri.

Il mister bianconero sta operando da perfetto parafulmine per le tensioni che rischiano di colpire una squadra che stenta a decollare nella parte più importante della stagione. Le polemiche con gli arbitri, con Allegri, con chiunque potrebbe capitare a tiro, non sono necessariamente sintomo di nervosismo, quanto, piuttosto, indice della voglia che ha Conte di far ripartire un bolide che sta ottenendo risultati da carrozza. Il problema del tecnico infatti non è la pressione, quanto la capacità di segnare.

[smartads]

Il tecnico è partito da un 4-2-4, è passato al 4-3-3 e infine è approdato al 3-5-2, utilizzato per la prima volta nel pareggio strappato al San Paolo di Napoli. Potrebbe essere questa la chiave tecnica della scarsa vena realizzativa dei bianconeri? Il 3-5-2 ha infatti funzionato contro squadre molto rapide e con doti tecniche di alto livello, mentre ha mostrato la corda in altre occasioni, come a Parma e a Bologna. Il 4-3-3, pur potendo sembrare un modulo più spregiudicato, consentiva alla Juventus sia di controllare il centrocampo, affidandosi soprattutto a Pirlo e Vidal, sia di dare a Marchisio licenza di colpire le retroguardie avversarie, senza contare il gran lavoro degli esterni offensivi, solitamente Pepe e Vucinic, nella costruzione della manovra.

Ma ci piace pensare, vista la duttilità tattica che gli appartiene, nonostante le cassandre estive, che il prossimo passo per Conte potrebbe essere un 4-3-2-1 con una punta centrale e due trequartisti atipici, pronti a tagliare verso il centro, partendo dalle fasce, approfittando delle sponde del Matri o del Borriello di turno, oppure allargarsi, cercare la profondità e sfruttare le doti aeree della punta centrale. Pepe, Vucinic, Quagliarella o Del Piero sarebbero messi più spesso in condizione di segnare, garantendo comunque, in copertura, la possibilità di ripartire velocemente e magari far male anche in una fase più attendista della partita e anche i tre centrali di centrocampo potrebbero tentare maggiori inserimenti, considerando i numeri e le doti di Vidal, Marchisio e Pirlo.

Dovendo ipotizzare una formazione ideale, la nostra sarebbe più o meno questa: Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Caceres, Chiellini; Vidal, Pirlo, Marchisio; Quagliarella, Vucinic; Matri.
Questa sera sapremo cosa ne pensa Conte e quale sarà la risposta della sua Juventus.

Vincenzo Arnone

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